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March 28th, 2024
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Luxardo

L’azienda Luxardo cresce sull’humus di famiglia

Trieste-Torreglia, due ore d’autostrada e il mondo cambia. La calma piatta del mare a giugno, si trasforma nel tormentato rincorrersi dei Colli Euganei dove nel 1947, l’unico dei Luxardo di quarta generazione scampato alla tragedia dell’esodo da Zara, Giorgio, decise di ricominciare l’attività di famiglia. Alle spalle rimaneva una storia di terra rossa e pietra calcarea, iniziava un’altra avventura su terra lavica, con la medesima determinazione dalmata. Con quali risultati? L’azienda, dopo più di sessant’anni continua a crescere.
Piero, Guido e Franco sono i tre cugini al vertice della Luxardo, fieri di poter presentare – come è stato durante una recente conferenza stampa – le nuove aree costruite negli ultimi anni che hanno aumentato la superficie a disposizione. Ampliata anche la gamma dei prodotti che, nel corso del tempo, grazie al laboratorio che opera all’interno dell’azienda, si sono moltiplicati mantenendo il legame stretto con la materia prima: la frutta. Una delle ultime “proposte”, la marmellata mentre rimane un punto fermo per la pasticceria italiana l’incredibile gamma di bagne per torte e dolci vari che gli aromi esaltano al massimo.
Ad accogliere i giornalisti provenienti da diverse regioni italiane e Paesi confinanti, i tre cugini Luxardo con i rispettivi figli. Piero Luxardo ha risposto ad alcune domande prima di lasciare al linguaggio video il racconto di un’imprenditorialità che continua a mantenere l’aura di eccellenza. Nella sala conferenze una serie di vetrine illuminate con i prodotti Luxardo. Troneggiano su tutti il Maraschino ed il Sangue Morlacco testimonianza di una continuità che non demorde, anzi.
La conferenza stampa è stata indetta proprio per annunciare l’ulteriore ammodernamento ed ampliamento dell’azienda, che ha sostituito una delle linee di imbottigliamento rendendola più veloce e capiente. Qualche cifra per rendere l’idea: dal primo corpo di fabbrica iniziale, che contava 1.000 mq. nel corso degli ultimi 60 anni, si è passati gradualmente agli attuali 9.700 mq coperti.
I lavori di sbancamento per gli ultimi ampliamenti sono iniziati alla fine di agosto 2012, il cantiere ha lavorato a tempo di record e il 10 settembre è stato gettato il primo plinto. Già a Natale era finita la parte in prefabbricato, mentre tutti i lavori sono terminati nel mese di Aprile 2013.
Guido Luxardo, durante la visita dell’azienda, si sofferma su un particolare: il terremoto in Emilia aveva messo improvvisamente in discussione i criteri di costruzione dei nuovi capannoni, in tempo comunque per intervenire immediatamente in modo da far sì che struttura e scaffalature avessero una resistenza alle sollecitazioni da terremoto di una classe superiore rispetto alle norme vigenti.
In complesso sono stati edificati 2.200 mq così ripartiti: 1.100 mq destinati a deposito merci per il mercato Italia con una capacità di stoccaggio di 750 pallets pari a 400.000 bottiglie (6.600 casse).
Nel 2013 inoltre è stata interamente sostituita una delle due linee di imbottigliamento esistenti. La nuova linea può arrivare a 7.000 bottiglie ora, più che raddoppiando la capacità produttiva. Le due linee di produzione, una rinnovata nel 2006 e l’altra appunto nel 2013, consentono ora una capacità di riempimento complessiva fino 13.000 bottiglie/ora.
E’ previsto inoltre, nei prossimi anni, un ultimo lotto di costruzioni per circa 2.500 mq., che satureranno le potenzialità dell’area edificabile dello stabilimento di Torreglia.
Visto il trend positivo delle vendite del Maraschino Luxardo anche sui mercati di esportazione, sono state messe a dimora oltre 3.000 piante di Marasca nel comprensorio euganeo, che saranno in piena produzione dal 2016. Sono previste nuove piantagioni per circa 2.000 piante all’anno per i prossimi cinque anni, in modo da poter sostenere nuove iniziative commerciali e sostituire piantagioni ormai obsolete. A fine anno verranno anche installati due nuovi tini da 12.000 litri per l’invecchiamento del distillato di Maraschino: la capacità complessiva per questa delicata fase della lavorazione arriverà a 76.000 litri, mentre ad oggi risulta ancora adeguata la capacità di infusione per il maraschino con gli oltre 50 tini per una potenzialità di infusione di 200.000 litri.
Mentre si visita l’azienda il profumo della marasca riempie le narici. Scherzano i giovani Luxardo sul fatto che quel profumo se lo portano addosso, un vanto nella continuità.
Nel 2012 l’azienda Luxardo ha esportato in oltre 70 paesi nel mondo, anche se il mercato più importante resta comunque l’Italia. I principali paesi di esportazione dei prodotti Luxardo sono l’Inghilterra, il Canada, gli Stati Uniti, il Giappone e l’Europa continentale.
Ora che la Croazia entra nell’UE, potreste tornare a Zara? La domanda è inevitabile. “Se ci venisse proposta una restituzione dei beni confiscati – rispondono -, non diremmo di no”. In omaggio alla tradizione anche il recente Cocktail competition al Vittoriale, dove – ricorda Piero Luxardo – “ ci è stata regalata una giornata per poter presentare i nostri prodotti ed in particolare quel Sangue Morlacco che deve il suo nome a Gabriele d’Annunzio”. Scorrono sullo schermo le proposte più accattivanti di cocktail con i distillati Luxardo, una festa per gli occhi, miraggio per il palato. A ottobre si svolgerà il Lady drink dedicato alle donne. Mese in cui la Luxardo sarà anche protagonista a Pisa di un Festival della Pasticceria.
Da qualche anno delocalizzare è di moda, tutte le aziende incaricano realtà esterne per i singoli passaggi del loro lavoro. La Luxardo segue il medesimo comportamento?
“Siamo fermamente convinti – risponde Piero – che chi fa da se fa per tre. Questa la nostra filosofia. Oltre a ciò la nostra è una famiglia allargata a chi lavora nell’azienda, è sempre stato così”. Affidati ai dipendenti anche lavori manuali come l’impagliatura delle bottiglie del Maraschino, una ad una con colla e tanta attenzione. La pazienza, paga.

L’intuito di una donna

La Distilleria Luxardo venne fondata a Zara nel 1821 da Girolamo, un patrizio genovese che si trasferì nella città dalmata nel 1817. La moglie, marchesa Maria Canevari, come s’usava al tempo, si dilettava a produrre liquori in casa. S’appassionò ad un prodotto locale, noto sin dal Medioevo, bevuto nei conventi, il Rosolio Maraschino. Lo perfezionò tanto da entusiasmare amici ed estimatori tanto che il marito Girolamo volle avviare una produzione vera e propria. Seguirono anni di studio e perfezionamento che gli valsero nel 1829 il brevetto (detto privilegio) dell’Imperatore d’Austria che gli consentiva un’esclusiva di 15 anni nella produzione del liquore vista la qualità “superiore” del prodotto. Ancor oggi la ditta porta nella sua ragione sociale la denominazione di “Privilegiata Fabbrica Maraschino Excelsior”. A Girolamo subentrò il figlio Nicolò e a questi Demetrio e Michelangelo. Nel 1913 venne costruito uno stabilimento, uno dei più grandi dell’Impero con l’applicazione della distillazione a vapore. Nel 1922 subentra la quarta generazione: Nicolò, Demetrio, Pietro e Giorgio. Negli anni trenta lo stabilimento era considerato il più importante d’Italia.
L’esodo del dopoguerra da Zara fu tragico per la famiglia, con uccisioni e distruzione dello stabilimento. Della quarta generazione solo Giorgio riuscì a salvarsi e raggiungere l’Italia dove con l’aiuto del giovane Nicolò, di quinta generazione, restituì alla famiglia l’attività interrotta. Subentrarono i Luxardo di quinta generazione: Nicolò, Michele e Franco. Oggi in azienda opera la sesta generazione.

Delizie Luxardo

In un libricino sono raccolte le ricette dei dolci preparati con i liquori della Luxardo. Gli ingredienti suggeriti servono per la preparazione di 4 o 5 torte, chiaramente si tratta di un vademecum riservato alle pasticcerie. Ma a curiosare tra le pagine, si avverte tutta la ricchezza e la bontà dei dolci proposti: croccante al Maraschino,Gran Moro al Mambo Dry (rhum), Millefoglie al Triplum Luxardo, Babà al Rhum, Tiramisù al Caffè Santos, Trancio alle mandorle con Lacrime d’Oro e Marasche al frutto Luxardo: tante delizie. A studiarle attentamente si scopre che il liquore viene usato nella gelatina precedentemente sciolta che va ad unirsi alla crema pasticcera. Questa servirà per farcire i dischi di pan di Spagna o biscotto profumati di bagne di vario tipo.
Non sono meno fantasiosi i cocktail. Un esempio? Ecco la ricetta del Morlacco Julep.
Brandy, Sangue Morlacco Luxardo, menta fresca, Amaretto di Saschira Luxardo.
Mettere la menta sul fondo di un tumbler e pestare vivacemente in maniera che rilasci gli oli essenziali, poi aggiungere il Sangue Morlacco ed il Brandy. Riempire il bicchiere con ghiaccio tritato, mescolare bene e servire con uno spruzzo di Amaretto di Saschira. Decorare con tre Marasche al frutto Luxardo ed una foglia di menta.

Rosanna Turcinovich Giuricin

L’Osservatore Adriatico