Autore: Stelvio Mestrovich
Anno di pubblicazione: 2007
Casa editrice: Casa Editrice ROCCO CARABBA
Un giallo ambientato in una Venezia vissuta, amata, piena però di canali che si separano dalla verità, accompagnati da uno strumento sibillino come il violoncello e seguendo le tracce di una scrittura abile e suggestiva.
Dalle pagine del romanzo di Stelvio Mestrovich esce una Venezia decadente e aristocratica. Su tutto domina un personaggio racchiuso nell’amore estremo per il suo stato di scapolo, sorvegliato a vista da una vicina rugosa e vagamente bisbetica che fa da baby sitter al gatto Annibale, ma che al tempo stesso accudisce anche Tartini, viziandolo con specialità gastronomiche venete dall’aspetto irresistibile ma dagli effetti spesso micidiali. Un investigatore inconsueto, ma perfettamente calato nei tempi in cui vive, che ben si delinea attraverso la serie di romanzi a lui dedicati, di cui questo, è in assoluto il migliore.
Forse proprio perchè caratterizzato da un gusto inconfondibile, giocato su più piani regionali, dove ciascuno dei protagonisti sembra voler concorrere ad offrire, in una competizione, il suo senso della vita e l’esclusiva ospitalità di chi, come solo gli italiani sanno fare, vorrebbe sempre farti sentire a casa tua.. E così da Venezia a Cefalù, da Burano a Palermo, senza trascurare un tocco fugace nella nativa Dalmazia, è tutta una carrellata di paesaggi, di angolazioni, di chiese, di calle, di vicoli, strade palazzi e monumenti. Ma anche usi, costumi, morali diverse, e soprattutto tanta gastronomia.
Pause sempre appropriate, ma scandite da differenti orologi biologici, perchè ogni latitudine ha i suoi orari, le sue convenzioni, perfino il suo codice d’onore, ma sempre, dappertutto, impera il gusto sacro dell’ospitalità, il tacito conforto di cibi bevande che ristorano e tutto fanno dimenticare. E quando il cibo non basta, ci sono sigari e sigarette, fumati con voluttà, rapporti umani consumati con tenacia, la continua sfida di chi vuole capire, sempre comunque e ad ogni costo, la dimensione psicologica di chi gli vive intorno. E come sfondo dietro a tutto imperano la musica, la pittura, i quadri, i monumenti, piccoli aneddoti di cultura, inedite perle rare e raffinate curiosità, che arricchiscono il lettore e lo accompagnano, constanti, per tutto il percorso. “Un delitto in casa Goldoni” si legge tutto in un fiato e lascia dentro, un senso di struggente nostalgia.
Stelvio Mestrovich è nato in Dalmazia, a Zara, il 20 giugno 1948. Scrittore, musicologo e poeta, tradotto anche in Germania. Esordisce in narrativa con il romanzo “Suor Franziska” (1992). Seguiranno “Il diario di Lucida Mansi” (1995) e “Il caso Palinuro” (2003).
Con i saggi “Anton Diabelli” (2001) e “Appunti di archeologia musicale” (2003) ha contribuito alla riscoperta di validissimi compositori, quali lo stesso Diabelli e Antonio Salieri.
� consulente e critico musicale dell’”Associazione Legnago 1750 Antonio Salieri” di Verona e membro dell’”Associazione Mozart Italia” di Rovereto. Nel 2000, Mestrovich ha fatto porre, a spese del Comune, una lapide sulla facciata della casa in Goettweihergasse n. 1, a Vienna, in ricordo di Salieri.
Incluso in diverse antologie italiane, austriache, tedesche, spagnole, albanesi e bulgare, collabora da anni con la rivista viennese “LOG”, patrocinata dall’UNESCO.
Il suo primo romanzo Suor Franziska ha vinto il Premio Viareggio-Farabolina 1992.
Mestrovich esordisce nel giallo creando il personaggio dell’ispettore capo di Polizia Giangiorgio Tartini, discendente (inventato, ovviamente), del famoso violinista e compositore Giuseppe, l’autore de “Il trillo del diavolo”
Pagine: 327