Quarantotti Gambini, vita e opere sull’orlo delle foibe
Lo scrittore istriano conobbe e narrò l'italianità spezzata. Prima e dopo l'annessione jugoslava
di Stenio Solinas - 18/03/2018
Nell'atrio della sua casa veneziana di San Cassiano dove, cacciato da Trieste, si era rifugiato nel 1945, Pier Antonio Quarantotti Gambini aveva steso su una parete la grande bandiera di Semedella, la località istriana di vacanza della famiglia, fatta fare dal nonno, deputato al parlamento austriaco, ma patriota italiano.
Rossa con la croce bianca nel cui centro c'era la Gorgona, l'antico stemma di Capodistria, veniva issata nelle ricorrenze felici, surrogato e/o sostituto di quel tricolore che per l'Austria-Ungheria sarà sino al 1918 un vessillo...
Fiume: inizio mancato di una rivoluzione
“Passa D’Annunzio coi suoi legionari: – morire, magari! – Tradire, perché? Fiume è la fiamma che brucia e divora…”.
Gli studenti cantavano per la strade d’Italia queste parole, sulle note d’una canzone allora di moda, Donna, fra il ’19 e il 20. Avrebbe potuto essere una canzone d’amore: ma parlava di guerra, di morte. Forse, di rivoluzione. E parlava di Fiume come avrebbe potuto parlare di un’innamorata, di un’amante. Dopo Trento e Trieste, i giovani nazionalisti avevano trovato così il loro terzo Grande Amore, quello per cui valeva la pena di morire.
Ma tutto era cominciato in sordina. All’atto dei patti segreti di Londra del 26 aprile del 1915,...
Istriani e dalmati in difesa di San Marco
170 anni fa avvenne quella che gli storici definirono “la Primavera dei popoli”: riaffiorarono gli ideali della Rivoluzione francese che un trentennio di Restaurazione non era riuscito a reprimere e che già negli anni Venti avevano dimostrato una certa vitalità, portando all’indipendenza della Grecia. La triade libertà, uguaglianza e fratellanza si condensava nel concetto di “nazione”, capace di mettere a repentaglio la stabilità degli imperi multinazionali, congiuntamente alla richiesta di riforme in senso liberale da parte delle classi borghesi protagoniste della rivoluzione industriale.
Nell’Italia che il Congresso di Vienna aveva spartito a tavolino in Stati e...
Notiziario della Lega n.51 – Marzo 2018
Sul sito della Lega Nazionale di Trieste è possibile scaricare il nuovo numero del periodico della LN n. 51 - marzo 2018
http://www.leganazionale.it/index.php/chi-siamo/103-il-notiziario-della-lega-nazionale/1670-notiziario-della-lega-n-51-marzo-2018
23–25 marzo 1944: la storia di Malga Bala
di Antonio Russo
Dino Perpignano, vice brigadiere, comandante, di Sommacampagna (Verona), nato il 21 agosto 1921 – Primo Amenici, di Santa Margherita d’Adige (Padova), nato il 5 settembre 1905 – Domenico Dal Vecchio, di Refrontolo (Treviso, nato il 18 ottobre 1924) – Fernando Ferretti, di San Martino in Rio (Reggio Emilia), nato il 4 luglio 1920 – Lindo Bertogli, di Càsola di Montefiorino (Modena), nato il 19 marzo 1921 – Michele Castellano, di Rocchetta Sant’Antonio (Foggia), nato l’11 novembre 1910 – Attilio Franzan, di Isola Vicentina (Vicenza) nato il 9 ottobre 1913 – Rodolfo Colzi, di Signa (Firenze), nato il 3 febbraio 1920 – Adelmino Zilio, di...
Il patriottismo di sinistra nella Venezia Giulia
Ivan Buttignon, Bandiere rosse e tricolori. il patriottismo di sinistra nella Venezia Giulia 1945-54, Luglio, Trieste 2017
In una Venezia Giulia occupata dagli Alleati, azionisti, socialisti e perfino importanti settori comunisti anelano il ritorno in Italia di Trieste e dell'Istria, già nel corso della Guerra di Liberazione e quindi ben prima dello scisma Stalin-Tito del '48. In pochi sanno che questi antifascisti di provata fede, spesso ex partigiani del CLN Giuliano o delle Garibaldi, continuano all'ombra del GMA la loro battaglia per la democrazia progressiva e l'italianità delle loro terre. Usati e gettati da un Governo italiano che li giudica troppo morbidi con i sostenitori...
All’università di Padova minacce di morte a chi parla di foibe rosse
Parlare del dramma delle foibe di fatto in Italia è ancora vietato. O almeno lo è all'Università di Padova.
Giovedì 22 marzo era previsto un incontro pubblico (alla residenza dell'Esu Ederle di via Belzoni) per ricordare Norma Cossetto, la studentessa proprio dell'ateneo patavino, rapita, stuprata e uccisa dai miliziani titini nel 1943, durante i primi e feroci episodi di pulizia etnica che caratterizzarono la «resistenza» jugoslava in Istria e Dalmazia.Un incontro istituzionale, fortemente voluto dall'assessore all'Istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan, per presentare il fumetto Foiba rossa (anche allegato al Giornale in occasione del Giorno del ricordo) dedicato a questa...
In un libro l’eccidio dei Luxardo
Il tenue filo della speranza che si alterna al disinganno percorre il racconto del dramma dei fratelli Nicolò e Pietro Luxardo, prestigiosi imprenditori ed esportatori di spicco della vita politica e civile di Zara, vittime degli avvenimenti che seguirono all’occupazione jugoslava dei territori dalmati nel 1944. Sullo sfondo di una città martoriata dalla guerra, i destini dei due protagonisti si sviluppano secondo un imperscrutabile disegno, che culminerà nell’assassinio di Nicolò e della consorte Bianca per mano di ignoti partigiani jugoslavi e nella misteriosa scomparsa di Pietro. È il filo della speranza a guidare gli sforzi che per lunghi anni la famiglia Luxardo compie per...
La Dichiarazione tripartita mai realizzata
“I governi americano, britannico e francese hanno deciso di raccomandare che il Territorio Libero di Trieste sia posto di nuovo sotto la sovranità italiana, ciò che appare la soluzione migliore se si vuol tener conto delle aspirazioni democratiche della popolazione e della necessità di restaurare la pace e la stabilità in quella regione”: era questa la parte più significativa della Dichiarazione tripartita emessa il 20 marzo 1948 dopo che da oltre un anno la questione del TLT era lungi dal risolversi.
Il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947, infatti, aveva lasciato in sospeso la sorte del capoluogo giuliano, delineando la costituzione di un Territorio Libero di Trieste...
“Quei giorni di Pola” una comunità travolta dalla cecità della Storia
Per il Giorno del Ricordo è tornato il libro di Corrado Belci considerato un classico della letteratura dell’esodo: dal volume “Quei giorni di Pola” (Leg, Gorizia 2018) pubblichiamo di seguito l’introduzione di Arrigo Levi.
Il lettore non si lasci ingannare dalla relativa brevità di questo libro di memorie, e nemmeno dal ritmo nostalgico ma sereno di quella che ne è la parte iniziale. Questo è un libretto tanto breve quanto prezioso, tanto pacato quanto appassionato.
Corrado Belci ha scritto – ricorrendo, per scelta deliberata, o inconsapevole, alla sua sapienza di vecchio giornalista – una narrazione tutta “in crescendo”, per l’intensità dei sentimenti che si...