Molte delle cose che ho visto nella vostra mostra, le conoscevo per motivi culturali e familiari. Tuttavia mi ha colpito la cura che avete dedicato nel mettere in risalto certi aspetti e certi avvenimenti dell’ esodo.
Quali sono le sue sensazioni dopo aver visitato la Mostra sull’ esilio dei Giuliano Dalmati?
La prima sensazione è quella di apprezzamento – ed è ciò che qui desidero sottolineare – per chi sia ancora capace di gridare come cinquant’anni fa è successo qualcosa che l’Italia non può dimenticare.
Quali sono le parti che hanno attirato particolarmente la sua attenzione?
Molte delle cose che avete qui rappresentato sono un vero e proprio oceano di tristezza, avete fatto bene ad allestire questa mostra e spero vivamente che riusciate a riproporla in più eventi ed occasioni possibili.
Come era stato per istriani e dalmati, oggi in Europa le frontiere, i confini stanno tornando agli onori delle cronache…
Anche se la storia d’Europa sta finendo in una maniera molto triste, io credo che certi discorsi di confine non sono più attuali ed avete fatto molto bene a rappresentarli efficacemente nel video e nei grafici perché la storia d’ Italia è stata fatta anche da quelle persone che quei confini li hanno attraversati, che quei confini li hanno sofferti sulla propria pelle fino a pochi decenni fa.
Una vicenda che molti in Italia sembrano dimenticare..
Nelle scuole italiane ed in quelle di Croazia e Slovenia, bisognerebbe dare la possibilità ai ragazzi che c’è stata una grande parte di italiani i quali, sradicati dalle loro terre, attraversarono l’Adriatico e tornarono a mettersi i giocho ripartendo dai campi profughi.
Come altri casi di altri popoli nella storia?
E’ vero, Si parla tanto di Shoah, del genocidio armeno, ma perché ancora oggi le foibe e l’esodo giuliano dalmata continuano ad essere una pagina così poco conosciuta? Bisognerebbe parlarne .