Milo Manara ha inaugurato a Pola la mostra dedicata alle sue opere
In oltre cinquant’anni di carriera Milo Manara, indiscusso maestro del fumetto italiano e internazionale, ha creato un mondo immaginifico fatto di erotismo, avventura, cinema, arte, letteratura… che ha influenzato generazioni di lettori, autori, cartoonist, vignettisti e disegnatori di storie a fumetti. Un mondo fatto di storie, colori e forme in cui è ora possibile immergersi anche da Pola.
Sabato sera, alla Galleria dei Sacri Cuori, le opere di Manara hanno infatti preso forma nella mostra “Milo Manara. Tra fumetto, letteratura e cinema” a cura di Paola Bristot. Organizzata da Comicon e Viva Comix in collaborazione con il Museo Archeologico dell’Istria e la Fiera del Libro in Istria, l’esposizione è stata dichiarata ufficialmente aperta niente meno che dal fumettista che, ringraziato il numeroso pubblico presente, ha spiegato che tutti i disegni e i bozzetti esposti sono stati realizzati per la stampa e che, in teoria, non sarebbero dovuti essere mostrati. “Ma poiché anche a me piace visitare le mostre di altri disegnatori, magari per vedere i loro errori e le correzioni, non ho potuto fare a meno di mostrare anche i miei. Spero solamente di essere riuscito a camuffarli per bene e che voi non riuscite a scovarli”, ha detto Manara.
Un sogno che si avvera
“È un sogno che si avvera”, ha invece dichiarato il direttore del Museo Archeologico, Darko Komšo, appassionato di fumetti fin da bambino. “La mia passione per il fumetto è iniziata grazie a Tex Willer e ad Alan Ford”. Così il direttore, che al pubblico ha spiegato di essersi poi appassionato a Corto Maltese, l’avventuroso marinaio nato dalla matita di un altro grande fumettista e disegnatore italiano, Hugo Pratt. “Più tardi mi sono, invece, appassionato alle opere di Manara”, ha raccontato Komšo, che dopo avere ricordato che da un mese circa è possibile visitare proprio una mostra dedicata a Hugo Pratt e a Corto Maltese nella Galleria C8 di via Carrara, ha tenuto a ringraziare in modo particolare i dipendenti del Museo, la curatrice dell’esposizione, il direttore di COMICON Napoli, Claudio Curcio, la responsabile della Fiera del Libro (di cui Manara è l’ospite d’onore), Magdalena Vodopija, e naturalmente il maestro Milo Manara. Un saluto ai tanti presenti all’inaugurazione della mostra è stato rivolto anche da Curcio.
“Da 25 anni cerchiamo di promuovere il fumetto come una forma d’arte in Italia”, ha evidenziato il direttore, aggiungendo che soltanto di recente si è riusciti a organizzare le prime mostre dedicate solo ed esclusivamente al fumetto. “Dunque, non posso che ringraziare Darko Komšo e tutti gli altri direttori illuminati come lui. È anche merito loro se il fumetto, finalmente, riesce ad avere lo spazio e la visibilità che merita. Mi auguro che Magdalena, Darko, il Museo Archeologico dell’Istria e tutto il suo staff continuino a dare spazio al fumetto e spero che questa collaborazione tra Napoli e Pola possa continuare anche in futuro”, ha concluso Curcio.
Tavole accurate
Qualcosa in più sulla sola mostra è stato svelato dalla curatrice Paola Bristot, che tra le pubblicazioni esposte ha voluto inserire alcune delle più straordinarie opere di Manara dedicate al suo rapporto con le arti visive, come le tavole del Caravaggio, e al suo rapporto con Federico Fellini, con “Viaggio a Tulum”. Uno spazio maggiore e particolare è stato, però, dato al lavoro di Manara legato all’opera di Umberto Eco, “Il nome della Rosa”. “Sono rimasta ammirata e affascinata da queste tavole così accurate nelle quali non ho trovato così tanti errori come sostiene il maestro”, ha dichiarato la responsabile della mostra, che ha quindi nuovamente ceduto la parola proprio a Manara, che ha tenuto a svelare che tutte le tavole e i disegni dell’adattamento a fumetti de “Il nome della rosa” sono stati realizzati con del semplice inchiostro nero e dell’acqua, utilizzata per diluire la china e creare le ombreggiature. Il fumettista ha quindi spiegato che i colori che appaiono nell’adattamento a fumetti del capolavoro e bestseller di Umberto Eco sono stati aggiunti al computer in un secondo momento da sua figlia Simona.
Profonda vicinanza col cinema
Tornando alla mostra, la curatrice ha spiegato che l’esposizione è suddivisa in tre sezioni principali pensate per esaltare lo stile grafico di Milo Manara. Nella prima sezione troviamo così l’intersezione con la letteratura e le tavole originali in bianco e nero del primo volume de “Il nome della rosa” affiancate dalle riproduzioni a colori. Nella seconda sezione la mostra si addentra nella collaborazione con Fellini e dunque nella profonda vicinanza del maestro al cinema. Nella terza e ultima sezione, la relazione tra fumetto e arte si sovrappone e, a volte di sdoppia in un gioco di specchi che finisce con l’incantare il pubblico, che ha l’opportunità di ammirare le riproduzioni fedelissime delle opere di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, che ricostruiscono la sua vita tempestosa con immagini decisamente avvincenti e ambientazioni verosimili di una Roma decadente e insidiosa.
Marko Mrđenović
Fonte: La Voce del Popolo – 27/11/2023