Niccolò Tommaseo sui Colli Euganei
“Voglio eternare con la lira sonora/il dolce rifugio della grande villa e la fortunata Torreglia”. Cominciano così i sessanta versi che, da un secolo e mezzo, stavano lì, nel carteggio con Antonio Rosmini (filosofo, teologo e presbitero italiano), forse dimenticati, certamente mai seriamente considerati. Oggi quei versi, i quali rappresentano una delle sue prove di latino migliore, rimbalzano agli occhi e al piacere della lettura in maniera inedita: li scrive Niccolò Tommaseo, ospite del suo professore, l’abate Giuseppe Barbieri (1774-1852), e li dedica ai Colli Euganei, anzi, a Torreglia, che l’accolse poco più che adolescente nel 1819.
Un omaggio agli scomparsi
“Tommaseo sui Colli Euganei. Passeggiate letterarie a Torreglia e ad Arquà Petrarca”, è il titolo dell’ultima fatica letteraria di Claudia Baldin, Giulio Osto e Patrizia Paradisi, pubblicata per i tipi della padovana Proget Edizioni, che celebra, tra prosa, poesia e arti visive in una felice unione con passeggiate e paesaggi, sia i 150 anni dalla morte di Tommaseo (1874-2024) che i 650 anni dalla morte di Petrarca (1374-2024). Il volume contiene il carme rimasto incompleto del linguista, scrittore e patriota italiano “Dulcia fert animus” (1819) inedita fino alla presente pubblicazione e un secondo, “Taurilliae descriptio”, pubblicato da Barbieri in appendice alla sua opera “Veglie tauriliane” (1821), la versione italiana di quest’ultima a cura di Innocenzo Turrini, i testi “Arquà” (1845) e “Carducci ad Arquà nel 1874, nel sesto anniversario della morte di Petrarca”, curati e commentati dalla prof.ssa Patrizia Paradisi, nonché “Sei passeggiate letterarie a Torreglia” e “Tre Tour ad Arquà Petrarca”, proposti da Baldin e Osto. A detta di quest’ultimo, lo stesso è dedicato “a tutti gli esuli istriano-giuliano-dalmati, in particolare a quelli tragicamente scomparsi”. La prefazione porta la firma del docente Piero Luxardo, già docente presso l’Università degli studi di Padova e le 60 immagini (foto e acquerelli) quelle del fotografo Gianluca Canello, dell’artista autodidatta Angelo Marcolin e dal maestro d’arte Raffaello Peotta. I brani pianistici offerti all’ascolto dei lettori sono stati composti dal musicista Andrea Pavanello.
Poemetti che celebrano i Colli Euganei
Niccolò Tommaseo nacque nel 1802 a Sebenico in Dalmazia e morì a Firenze nel 1874. Dopo i primi studi presso il Seminario di Spalato, si iscrisse all’Università di Padova dove si laureò in giurisprudenza nel 1822. Come accennato, nel 1819, giovanissimo studente a Padova, si recò nel paese di Torreglia sui Colli Euganei, in visita al professore Giuseppe Barbieri, il quale visse fino alla morte in una villa a Torreglia, tuttora esistente, ed è sepolto nella Chiesa di San Sabino, sul Colle della Mira. Dopo l’incontro sugli Euganei, il geniale adolescente compose i due succitati poemetti dedicati alla bella cittadina. Vent’anni dopo, nel 1845, Tommaseo ritornò sui Colli Euganei e dedicò al borgo di Arquà una intensa prosa, accompagnando il lettore nell’ultima dimora di Francesco Petrarca ed evocandone lo spirito, la biografia, la poesia. Assiduo sperimentatore di nuove forme, proprio nello sfoggio di perizia tecnica è stato rintracciato uno dei suoi limiti; ma nei momenti migliori il suo stile è di una rara forza e sobrietà, e certo egli occupa un posto importante nella letteratura italiana dell’Ottocento. L’opera sua più emblematica è “Fede e bellezza”: in essa l’ondeggiare fra sensualità e moralismo ha fatto parlare di precorrimenti del decadentismo.
Gli autori
Claudia Baldin è laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università degli Studi di Padova. Accompagnatore e guida turistica per Padova, Vicenza e Ville Venete, per quindici anni si è occupata della tutela e rappresentanza delle imprese presso Assoturismo Confesercenti Padova. Patrizia Paradisi vanta invece una laurea in lettere classiche all’Università di Bologna, ha insegnato per molti anni latino e greco nel Liceo “Muratori” di Modena e si è occupata della ricezione e della traduzione dei classici latini in età moderna, focalizzando i suoi interessi sulla poesia neolatina in Italia fra Otto e Novecento e sull’onomastica letteraria. Giulio Osto è presbitero della diocesi di Padova e docente di teologia del Triveneto e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Ha pubblicato numerose monografie e articoli su svariate tematiche.
Ornella Sciucca
Fonte: La Voce del Popolo – 18/05/2024