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November 21st, 2024
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Irci Illustratori 3

Prorogata la mostra “Illustratori nella Venezia Giulia” all’Irci

La mostra “Illustratori nella Venezia Giulia” allestita dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata presso il Museo istriano di via Torino 8 a Trieste è stata prorogata fino a domenica 8 settembre (apertura giornaliera da lunedì a domenica con orario 10.30-12.30/16.30-18.30).

Il quotidiano della comunità italiana in Istria, Carnaro e Dalmazia La Voce del Popolo ha così descritto questa mostra che sta riscuotendo tanto successo.

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Si tratta di un allestimento che lascia a bocca aperta, con le sue rarità e scelte “scenografiche”. Tra cui un imponente cartellone di Pier Antonio Sencig dedicato al Gran veglione mascherato “Eneo nel regno dei bambini” in programma al Teatro comunale “Giuseppe Verdi” di Fiume il 4 febbraio 1928, con ben due orchestre e tram tutta la notte da e per Cantrida. Altri tempi, se pensiamo alle difficoltà dei servizi pubblici odierni. Che mostra, “Illustratori nella Venezia Giulia”, presso il Civico Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata di Trieste! Cartelloni e manifesti pubblicitari, locandine, inviti e diplomi, copertine e tavole per i libri, strisce satiriche e persino il cartone animato… Un entusiasmante, per certi aspetti nostalgico viaggio, ideato e curato da Piero Delbello, direttore dell’IRCI, attraverso le opere di una cinquantina di autori, tra disegnatori, illustratori, pittori e vignettisti legati a questa regione, perché nati o attivi nell’area fra il Friuli, Trieste, l’Istria, Fiume e la Dalmazia, fra il chiudersi dell’Ottocento e tutta la prima metà del Novecento.

Inaugurata lo scorso 10 maggio dal presidente dell’Istituto, Franco Degrassi, alla presenza del senatore Roberto Menia e dell’assessore regionale Pierpaolo Roberti (Autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione), offre una panoramica generale su una produzione artistica specifica, particolare, abbracciando tutta la regione, dalle origini del manifesto alla seconda metà del XX secolo, con maestri di caratura internazionale, eppure dimenticati, come ha ricordato Degrassi. In passato, l’IRCI aveva puntato i riflettori su alcuni di questi, oggi ripercorre l’opus complessivo, con una selezione di opere, molte mai viste prima, mentre di alcune non si sapeva nemmeno esistessero. Insomma, le “sfiziosità” non mancano (alcune recuperate strada facendo e per questo non entrate nel catalogo), arrivano qualcosina dai fondi dell’IRCI ma nella maggior parte da collezioni private – tra cui della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli (Archive Bologna-New York) –, che l’IRCI è riuscito a farsi prestare per l’occasione.

Foto: IRCI

Un mondo che cambia

“Tanto da vedere, poco da parlare”, ha dichiarato l’assessore Roberti (citando Delbello) introducendo una mostra che “saprà sorprendere, come già avvenuto in altre occasioni”, una proposta culturale “a disposizione di tutti i triestini, dei visitatori provenienti da altre parti e dei turisti, che farà conoscere un po’ di più le nostre terre”, ha aggiunto il rappresentante della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, confermando il proprio supporto all’IRCI. Si tratta di “vere e proprie opere d’arte” che attraverso la pubblicità raccontano, tra l’altro la storia del territorio, delle sue esperienze produttive”, ha concluso Roberti. Per il senatore Menia (Fratelli d’Italia, origini istriane, attività politica da sempre improntata alla valorizzazione del passato, della cultura e delle tradizioni millenarie di questa regione), i lavori ci raccontano un mondo che stava cambiando vorticosamente. Ma non solo: narra anche l’ingegno e il dinamismo delle genti friulane, triestine, istriane, fiumane e dalmate.

Bellezza e innovazione

Scorrono, nei pannelli espositivi dell’IRCI, introdotti dall’Art Nouveau, i principali stili del Novecento, con il suo continuo avvicendarsi e diramarsi di correnti artistiche. Liberty e Modernismo, Espressionismo e Avanguardia, Cubismo e Futurismo, fino ad accenni alla Pop art e altro. La rassegna fa conoscere al grande pubblico una miriade di “firme” meno note eppure validissime e riconosciute nel loro ambiente, dalla cui creatività, fantasia e sperimentazione nacquero lavori che si distinsero per la sorprendente bellezza ed efficacia comunicativa, per la freschezza e l’innovazione, con soluzioni a tratti anche pionieristiche. È un’offerta che arriva a tutti, tanti agli addetti ai lavori quanto ai semplici spettatori. E non chiamatela arte minore o di serie B. I nomi sono tantissimi, ci sono alcuni dei fondatori del genere, ci sono pittori “insospettabili”, di cui non si sapeva che si fossero dedicati con tanto estro e successo anche a questo tipo di arte. Di altri colpisce l’innovazione: come l’inserimento della fotografia in cornici decorate in modo molto raffinato, impensabile per l’epoca..

Foto: IRCI

Da Bauzon e Gigi Vidris…

A partire da Leopoldo Metlicovitz e Marcello Dudovich (di quest’ultimo si propone anche un inedito manifesto per le “Corse al trotto” milanesi degli inizi degli anni ‘20, oltre che un grande bozzetto per la “Rinascente giocattoli”), ma soprattutto dal capostipite del cartellonismo giuliano, Giuseppe Sigon, una figura centrale in seno allo stabilimento cromolitografico alla Modiano di Trieste. Personalità da conoscere e riscoprire, che meriterebbero ciascuna una monografica, un approfondimento a sé. Da Antonio Bauzon, di cui si esibisce un enorme bozzetto per dolciumi, a Guido Grimani, rappresentato da un superbo cartello d’inizio ‘900 per gli eventi musicali triestini, o Ugo Flumiani con il suo diploma decorato a mano negli stilemi del liberty e datato al 1903, o il prolifico e pluripremiato Orfeo Toppi, che come pittore approderà al futurismo ma che presterà matita e colori a giornali satirici e fumettistica. Qui catturano, in modo particolare, le cartoline e i bozzetti per il “Giugno Triestino” e per la “Triestina” calcio (raffigurata, per l’appunto, da una giovane “mula” in divisa alabardata). Restando nell’universo della vignettistica, non potevano mancare il “polesano” Gigi Vidris, l’interprete dell’esodo e dalla grafica pungente (come dimostrano le tavole satiriche su “Candido”) e il triestino Renzo Kollmann, con le sue vignette per “La Cittadella”.

… ad Angelo Battistella

E, ancora, Urbano Corva, Marcello Claris, Ugo Carà, Guido Marussig, Tullio Crali, Alberto Zhelizh, Giovanni Giordani, Antonio Quaiatti, Ernesto Mitri, Mariella Polli, Giorgio Dabovich, Gustavo Petronio – l’innovatore che per primo ragionò sull’animazione, sui cartoni animati, ancor prima di Walt Disney, creando tra l’altro l’omino dell’Arrigoni, ma di cui l’IRCI fa riemerger anche le tavole originali a china dell’inedito Piero Tapa –, Angelo Battistella… Quest’ultimo, rovignese esule – diede linee nuove alle pubblicità delle compagnie di navigazione, a alla Vidal, col pino silvestre –, quasi centenario, è l’unico testimone ancora oggi tra noi di questo “mondo ricco, oggi assai perduto”, come evidenziano gli organizzatori dell’esposizione. L’IRCI si è posto la missione di farlo rivivere. Integra e completa il percorso, uno splendido e corposo catalogo (ha oltre 300 pagine), curato da Piero Delbello, che anche in quest’iniziativa ci ha messo tanta competenza, impegno e passione. Ma, rispetto alle altre, qui c’è forse un po’ più del suo cuore.

Ilaria Rocchi
Fonte: La Voce del Popolo – 11/05/2024