Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
November 25th, 2024
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L’amore per la terra natale: Dalmazia ti chiami

di Lucio Toth

L’amore per la terra natale è così forte che con gli anni scopre radici così profonde nel nostro Io e nella nostra memoria da vincere le barriere del tempo E’ la nostra terra, comunque e sempre. E per sempre. Chiunque la abiti oggi.
Lo sanno i profughi armeni, i profughi greci, tedeschi, russi o di qualsiasi altro luogo il Novecento abbia devastato, con la violenza primitiva e inconsapevole della modernità o con quella voluta e perseguita da élite politiche convinte di rappresentare il bene comune dei loro popoli.
Perché l’amore per la terra dove si è nati, o vissuti nei primi anni, come ogni amore, tutto comprende, tutto perdona.
Perfino chi quella terra ci ha tolto. Anche perché con gli anni si impara che non sono i conterranei di altra lingua che te l’hanno strappata, ma ideologie astratte che come demoni si sono impossessate delle menti degli uomini, spingendoli ad odiarsi e perseguitarsi come nemici mortali.
L’amore tutto abbraccia, come il nostro mare con i suoi seni e le sue isole glabre o coperte di pinete. E piano piano ti fa crescere dentro un sentimento di empatia e di fratellanza, la consapevolezza di un destino comune, di cui occorre riappropriarsi per non perdere se stessi.
Come non è nell’oblio o nel frastuono di un mondo anonimo e senz’anima che salvi la tua identità, così non nell’odio che la coltivi e la rafforzi.
E l’amore per la terra natale, con chi ci vive e con chi ci hai vissuto per secoli – di cui porti il segno nel tuo sangue stesso – abbassa le montagne che separano lingue e culture, facendoti capire che anche la lingua dell’altro in qualche modo è tua e fa parte del tuo essere di oggi, come lo sarà la tua lingua per i tuoi conterranei di domani, a dispetto di chi ha voluto cancellare ogni traccia della sua esistenza.
Battaglia vana della menzogna contro la verità e la realtà delle cose. L’essenza di ogni realtà è fuori del tempo e per questo su ogni tempo trionfa, come un presente eterno che è il respiro del mondo.
Bisogna uscire dalla prigione dei nostri risentimenti, che ci fa sprofondare nell’abisso del passato, avvolti nel vortice delle contingenze, privandoci della più vera libertà dell’uomo, quella di sapere amare.

L’Osservatore Adriatico