Grazie Miur! Chi semina raccoglie
Finalmente la scuola italiana ha preso coscienza della universalità umana del tema dei confini e delle appartenenze, spesso confliggenti, del mondo contemporaneo.
Scegliendo come traccia per il tema di Italiano lo splendido brano di Claudio Magris “Non c’è viaggio senza che si attraversino frontiere…” – nel quale si ricorda espressamente l’esodo degli italiani dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia al termine delle II guerra mondiale, vissuto come esperienza diretta dallo scrittore triestino e dalla moglie fiumana Marisa Madieri – il MIUR ha voluto sottolineare l’estrema attualità del dramma degli esodi e delle frontiere, che spesso sono costati “sacrifici di sangue”, come un viaggio attraverso la storia e la nostra sensibilità di uomini e di donne capaci di superare i traumi del passato scoprendo le verità più profonde che dietro quei traumi si nascondono.
Per la seconda volta in pochi anni torna sui banchi della maturità il confine orientale italiano.
Una dimostrazione solare di quanto da dieci anni le associazioni degli esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia vanno affermando: che la loro vicenda non è un cantuccio marginale della storia italiana del Novecento, ma un punto-cardine della drammaticità dell’uomo moderno.
Una volta ancora la nostra letteratura di frontiera dimostra la sua grande valenza estetica, culturale ed umana, che sa guardare al di là dei confini.
Come lo stesso MIUR aveva ben compreso nell’organizzare pre tre anni consecutivi, sotto il Patronato del Presidente della Repubblica, i Seminari nazionali per docenti a Roma e a Trieste sul tema dl confine orientale.
La maggior parte dei giovani ha affrontato la traccia di Magris confermando come i problemi posti con intelligenza e lungimiranza interessano anche quella platea di studenti ai quali di quei fatti non è stato raccontato mai nulla! Chi semina…raccoglie.
Renzo Codarin e Lucio Toth
(presidente e vicepresidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati) Trieste, 21 giugno 2013
L’Osservatore Adriatico
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