La Dalmazia dal punto di vista geografico si estende lungo la fascia costiera orientale configurazione geo-politica attuale in Adriatico orientale (1991)del Mare Adriatico.
Più precisamente la Dalmazia comincia a nord dalla zona meridionale del Golfo del Quarnaro e finisce a sud alla veduta panoramica di Zarafoce del fiume Bojana, che divide l’attuale Montenegro dall’Albania.
Ad oriente la regione dalmata è limitata quasi ovunque da una grande piega montuosa di calcare cristallino che non supera i 2.000 metri: le Alpi Bebie o Velebiti e le Alpi Dinariche.
L’unica striscia di terra pianeggiante cha va da Zara a Spalato, comprende rari corsi la riva di Spalato veduta panoramica di Spalatod’acqua qualche interruzione montuosa e, per circa metà della sua superficie, appare arida e scarna di vegetazione.
L’Adriatico costituisce l’altro limite della Dalmazia la cui costa, dai fondali azzurri e profondi, è costellata da innumerevoli isole e scogli.
L’accademico ed eminente geografo Giotto Dainelli nel 1930 rilevava, in una delle sue opere dedicate all’altra sponda Adriatica, che la Dalmazia nei suoi confini amministrativi jugoslavi (la Dalmazia, a parte l’isola di Lagosta e Zara politicamente passati all’ Italia per effetto del Trattato di Rapallo del 1920, apparteneva in larghissima parte al regno jugoslavo) raggiungeva una superficie complessiva di 12.835 Kmq., dei quali 10.448 inerenti alla striscia di terraferma e 2.387 alle isole, mentre la Dalmazia naturale, nel suo complesso geofisico, arrivava a circa 17.800 Kmq.
Le isole maggiori della Dalmazia settentrionale sono: quelle di Cherso (in croato Cres), Veglia ( Krk), Arbe (Rab) e Pago (Pag).
Le isole maggiori della Dalmazia centromeridionale sono: l’Isola Lunga (Dugi Otok), Morter (Murter), Lesina (Hvar), Brazza (Brač), Curzola (Korčula), Lissa (Vis) e Lagosta (Lastovo).
Va senz’altro distinta dalla Dalmazia il Litorale Croato con capoluogo Segna (Senj) che nei secoli ha conosciuto una storia, dopo la caduta di Roma, legata strettamente alle vicende ungaro-croate.
La costa dalmata ha in comune con la costa istriana una struttura rocciosa prevalentemente calcarea e frastagliata, presenta numerose baie e insenature a volte assai profonde, che fanno sorgere spontaneo il paragone con i fiordi scandinavi.
Si tratta dei cosiddetti “valloni” o “valli”, tra i più profondi si ricordano il fiordo alla foce cascate del fiume Cercadel fiume Cherca (Krka) presso Sebenico o quello delle pittoresche Bocche di Cattaro.
Assai affascinante e suggestivo è il lungo Canale della Morlacca che divide la costa alta e dirupata dominata dai monti Velebit dalla costa dell’isola di Pago arida e pietrosa ma molto suggestiva.
In stretta dipendenza con la natura geologica e anche l’idrografia della Dalmazia.
I calcari delle rocce in Dalmazia sono in realtà permeabilissimi a causa Cattarodelle numerose spaccature e fessure presenti nella loro massa.
Queste tipiche fenditure dei calcari provocano una rapida assimilazione delle piogge, che non si fermano in superficie ma vanno nel sottosuolo.
La Dalmazia, perciò, come ogni altra regione carsica della sponda orientale dell’Adriatico è un tipico territorio in cui mappa delle Bocche di Cattarol’idrografia di superficie è sostituita da quella sotterranea.
Pochi sono i fiumi di una certa lunghezza.
Il solo grande fiume che sbocca al mare è la Narenta (in croato Neretva), ma che nasce dai monti erzegovesi. Gli unici fiumi veramente dalmati sono soltanto tre: la Cettina (anticamente Tilurius), lo Zermagna (Tedanius) e il Cherca (Titius).
Tutti e tre nascono nell’entroterra montuoso di Sebenico, dove la fascia dell’entroterra dalmata segna la sua massima ampiezza.
I laghi in Dalmazia sono scarsi, piccoli e privi di emissario. Il lago di Aurana (Vrana) e di Imotschi sono i più importanti.
La Dalmazia ha un tipico clima mediterraneo, con scarse piogge estive.
Ragusa L’estate è calda e ventilata mentre l’inverno lungo la costa è piuttosto mite nella parte centro-meridionale, più freddo e piovoso nella zona montuosa.
Il regime dei venti è molto vario, dalla primavera all’autunno prevalgono i venti di nord-ovest e il maestrale si alterna con la bora (vento di tramontana).
Dal tardo autunno, quando il retroterra settentrionale si raffredda più intensamente rispetto la zona costiera, prevale la bora che soffia a folate talvolta impetuose, mentre nella parte più meridionale soffia lo scirocco, vento caldo e umido di sud-est.
La neve e il gelo lungo la costa dalmatasono una rarità.
Ad un clima tipicamente mediterraneo corrisponde in Dalmazia la caratteristica flora paesaggio rurale dalmatamediterranea.
Nelle isole e lungo la costa, per un ampiezza che non supera generalmente i dieci chilometri, si stende la tipica macchia mediterranea, consistente in un basso bosco, ora fitto ora frazionato con arbusti sempreverdi, erica arborescente, rosmarino, salvia, mirti e ginepri, oleandri e melograni.
Molto frequenti sono anche i boschetti di pini (pinus nigra isoletta di Santo Stefanoo pinus halepensis), che assieme agli alberi di cipressi e di lecci si alternano al resto della vegetazione arborea.
Nella zona montuosaprevalgono i boschi di querce e di faggi (fagus selvatica).
Tra le colture più utili vi è l’olivo, la vite, le piante da frutto come il pesco, il fico, il carrubo e il marasco; quest’ultima varietà arborea, simile al visciolo, produce le marasche, piccole ciliegie a polpa acidula.
Dopo aver brevemente accennato a queste caratteristiche naturali e geofisiche della Dalmazia apparirà chiaro come tale terra abbia notevoli somiglianze con molte regioni italiane meridionali come la Puglia o la Sardegna.