Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
July 27th, 2024
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Pago/Pag

Pago Cattedrale

Dieci minuti di viaggio in traghetto separano Prizna da Zigljen, la terraferma dall’isola di Pago. Intorno solo nuda pietra. La strada asfaltata è l’unico segno di una vita che da qualche parte attende, attrae e incuriosisce. L’isola, amministrativamente, è divisa tra due contee: di Segna a nord e di Zara a sud.
La costa orientale è alta e ripida, anche per questo gli insediamenti si sono sviluppati sul lato sud-occidentale dove tutto diventa più dolce e le rive digradanti verso il mare interno sono racchiuse tra rade ed insenature.
Qui sorge la città di Pago. È situata all’interno della baia omonima laddove il vento si placa dando spazio a una lingua di terra coltivata, e a campi geometrici per la produzione del sale. Quando agli inizi del Quattrocento, l’isola sottoscrisse la propria dedizione a Venezia, la Serenissima che non poteva ignorare il potere del sale, ordinò che venisse costruita una città fortificata e ne affidò, con tutta probabilità, la realizzazione a quel Giorgio Orsini detto il Dalmatico (Juraj Dalmatinac), grande artista, che ha firmato le più importanti opere del rinascimento in Dalmazia. Egli concepì una città ordinata con le vie intersecanti e belle chiese e palazzi armoniosi.
Parte delle mura si conservano ancora e la torre civica è ciò che rimane delle nove torri che circondavano l’abitato. L’isola, con i suoi 290 chilometri quadrati conta 9000 abitanti dei quali 2500 insediati nella località di Pago.
La costruzione della città, ebbe inizio nel 1443 con una regolare disposizione delle vie, una strada maestra che si sviluppa in senso longitudinale ispirata all’urbanistica d’epoca romana, una piazza principale, con un gusto tutto rinascimentale nelle decorazioni, nella facciata della chiesa Parrocchiale. Dalla lunetta, sopra il portale, la Madonna protegge i fedeli. Sulla piazza principale due palazzi importanti: Palazzo Ducale, che era sede del governatore veneziano, e il palazzo vescovile che domina un angolo della piazza con la sua eleganza ed i fregi di pregevole fattura.

I biscotti delle benedettine

La città, nel passato, contava alcuni conventi che la storia ha cancellato. Non quello benedettino le cui suore continuano ad essere un importante punto di riferimento per la località, parlano l’italiano e raccontano volentieri della loro attività di cura ed assistenza. Nella grande ed attrezzata cucina viene preparato un pane dolce che, biscottato, si conserva a lungo. Dicono sia un toccasana per chi ha problemi di stomaco e di umore. La ricetta è un segreto, ma le suore sono comunque disposte a parlarne, anche in italiano.

I preziosi merletti

Si esegue con l’ago e filo bianco su un disegno che è frutto della fantasia di ogni singola ricamatrice. Stiamo parlando del famoso merletto di Pago. Furono le suore benedettine a fondare la prima scuola di manufatti che conta oggi una ventina di iscritte di tutte le età. Ci vuole un anno di paziente lavoro per acquistare una certa autonomia. Alla fine il risultato è un ricamo finissimo di preziose trasparenze che andavano ad impreziosire il corredo delle giovani spose e continuano a coprire gli altari della chiesa.
Li ritroviamo anche sui copricapo e le camicette dei costumi femminili tradizionali che vengono indossati soprattutto d’estate durante gli spettacoli folcloristici nelle piazze e in riva al mare.

Una baia per i velisti

Pago non è ancora in grado di fornire riparo ai diportisti che vogliano sostare all’interno della baia ma è un progetto che occupa da tempo le autorità locali. Qualche anno fa è nato un Club nautico che organizza regate di barche a vela nella baia. La costa con le sue spiagge sabbiose cattura l’attenzione svelando nuove meraviglie. La sorpresa più grande? L’isola è piena di sorgenti d’acqua. Basta scavare lungo le spiagge per trovarne con grande facilità, fresca, pulita dopo un viaggio sotterraneo in un sistema di complicata idrografia che la collega con la catena montuosa del Velebiti.
In fondo alla baia, altre località turistiche di Barbati e Caska. Quest’ultima anche importante sito archeologico.

Sistemazioni per le vacanze

La vita estiva di Pago si concentra sul molo dove si possono affittare direttamente dai pescatori piccole barche a motore indispensabili per raggiungere le spiagge più isolate dell’isola. Quella di Pago città è molto ampia (e sabbiosa) ma sempre affollatissima. Sul molo c’è il ristorante Smokva, con i tavoli all’aperto sul mare, sempre strapieno in alta stagione. A pochi passi è la modesta pensione Jadran) e l’unico hotel di Pago, il Pagus dall’anonimo aspetto di un condominio e con una spiaggia praticamente inesistente. Tra i ristoranti della città, merita una segnalazionela Konoba Bodulo. Appena fuori dal centro si è già tra le pietraie. La nuova Pago si è sviluppata in zona Vodice, a ovest del nucleo storico. Qui si trovano molti appartamenti in affitto. In questa parte della città si trova anche l’hotel privato Biser, con ristorante.

Le saline

Dai tempi antichi e fino ai primi decenni del 1900 le saline hanno costituito fonte di ricchezza per Pago e le sue genti. Sono stati i salinari di quest’isola a portare in tutto l’Adriatico la cultura della preparazione del fondo dei cavedini. I campi d’acqua, nei quali matura la salamoia, hanno un fondo di microorganismi che separano il sale cristalizzato dalla terra sottostante. Si ottiene così un prodotto bianco e pulito ricco di iodio e di sali minerali.

Pecorino profumato e morbido

Il belare delle pecore accompagna il viaggio all’interno dell’isola. Sono di taglia piccola, perfettamente mimetizzate con le pietraie tra le quali brucano l’erba e leccano il sale depositato dal vento. L’allevamento è qui una risorsa importante. I pastori tengono solo una parte delle pecore di loro proprietà nei poderi vicini ai campi ed ai centri abitati, il resto del gregge pascola selvaggio sulle montagne e le pietraie, dove affrontano inverni ed estati allo stato brado. Il latte viene usato perlopiù per la produzione del formaggio pecorino, morbido e saporito senza essere piccante. Il profumo inconfondibile e la qualità sono dati dal tipo di pascolo: soprattutto piante aromatiche e tanta, tantissima salvia.

Un ponte per Zara

L’isola, si congiunge alla terraferma in direzione di Zara con un ponte di 370 metri di lunghezza che da trent’anni ha cambiato i ritmi di vita. Qui dove tutto era attesa: dei collegamenti, del mutare del tempo, dei capricci del vento e del mare, ora, un punto fermo rasserena. Il ponte permette di muoversi in ogni momento e con qualsiasi tempo. Non ha cambiato l’indole degli isolani ma ha aiutato i giovani a rimanere a vivere sull’isola pur lavorando a Zara o in altre località vicine.

Le spiagge a ovest

Cambiamo sponda, puntando verso ovest, si raggiunge Povljana. Quattrocento abitanti, anche questa località è cresciuta col turismo con case nuove, cantine attorno ad un nucleo cancellato dalle ristrutturazioni. In riva al mare l’antica chiesa di San Nicola, il santo dei marinai, recentemente restaurata. Tetto in pietra e campanile a vela che guarda su una spiaggia di sabbia pesante così come ce ne sono tante su questa costa dell’isola che s’affaccia su una baia verde per i recenti rimboschimenti. Lungo la costa s’apre una piccola laguna, a testimoniare la genesi delle saline. Una ricca flora circonda lo specchio d’acqua dolce che comunica col mare attraverso stretti canali. Qui un fango color cioccolato fondente rappresenta un toccasana per tante malattie. La gente, da sempre, viene a raccoglierlo per cospargere le parti doloranti o curare le malattie della pelle.

Gli altri centri dell’isola

L’altro centro turistico dell’isola è Novaglia (Novalja), un abitato situato nella parte settentrionale dove il rimboschimento ha dato ottimi risultati. Gli alberi proiettano la loro ombra su alcune delle spiagge sabbiose. Il centro è un piccolo nucleo di edifici concentrati attorno a piazza della Loggia che guarda il mare.
Il miglior albergo è il Liburnija, proprio in centro, con ristorante, casinò e una spiaggia di sabbia. A Punta Loni (Lun), sulla punta estrema nord dell’isola, che i veneziani chiamarono “Pantalon”, ci sono appartate baie punteggiate da radi ulivi. Mandre è un porticciolo in un inaspettato boschetto di pini e lecci con un mare limpidissimo. A Metaina si mangia pesce alla griglia catturato il giorno stesso. Vlacici è un abitato sparso, lontano dal mare, adagiato su un raro tratto di pianura.

Il parco dei Velebiti

La costa dell’Adriatico Orientale è una stretta fascia ai piedi dei corrugamenti alpini: i Velebiti a nord, le Alpi Dinariche a sud. Per secoli questa barriera ha diviso geograficamente ma anche storicamente e culturalmente il mare dal continente ed ha conservato inalterate le sue caratteristiche naturali.

Numeri utili

Comunità turistica della Contea di Segna:
tel./fax 00386 53 574687
Comunità turistica di Segna:
tel. 00386 53 881068 – fax 00386 53 881219
Comunità turistica dei Laghi di Plitvice:
tel./fax 00386 53 776798
Comunità turistica dell’isola di Pago:
tel. 00386 23 611286 – fax 00386 23 611301
Marina di Simuni (Pago):
tel. 00386 23 698020 – fax 00386 23 698025