Capoluogo di una vasta contea, Zara oggi conta 90.000 abitanti. Costruita su una penisola, è una nave che viene dal mare e vive di mare.
Vi sono attraccati a grappolo battelli, navi, traghetti di linea, cargo commerciali, motoscafi e yacht. Un ponte, solo pedonale, collega il nuovo quartiere commerciale con il centro storico racchiuso da possenti mura.
Zara, alla caduta della Serenissima, divenne napoleonica e poi asburgica fino alla fine della Prima Guerra mondiale quando passò all’Italia con alcune isole. Era città ricca perché porto franco sino alla Seconda guerra mondiale, centro di smistamento delle merci, vivace, piena di navi e marinai e commercianti. La città dalle porte senza serrature. L’”orologiaio – scrive Fulvio Anzellotti nel suo libro dedicato a Zara – chiudeva la porta col metro perché il vento non la spalancasse”.
Il canale che la divide dalle prime isole del suo arcipelago, è un andirivieni di imbarcazioni che assicurano i collegamenti durante tutto l’anno. I traghetti fanno la spola con le isole provviste di strade, le motonavi raggiungono quelle più selvagge non ancora invase dalle quattroruote.
Il canale è la via dei pescatori e dei diportisti in un continuo intreccio reso sempre nuovo dalle stagioni, dal vento e dalle condizioni del tempo.
La Piazza che s’apre sulle rive di Zara è quella del Foro. Negli anni Trenta, demoliti alcuni caseggiati, è venuto alla luce il lastricato originale della città romana, le colonne ornamentali, una delle quali, nel Medioevo aveva funzione di berlina.
Il resto l’hanno fatto le bombe durante la Seconda guerra mondiale. Rimosse le macerie, venne scoperta la parte centrale. Fu così possibile definire le reali dimensioni del Foro del I secolo a.C. E sul Foro domina la chiesa di S. Donato, emblema della città. La costruzione, per la sua forma circolare, fa parte delle chiese d’epoca bizantina: tuttavia, per la sua monumentalità un po’ rozza, la sua insolita forma cilindrica e il doppio spazio interno, eccelle per la sua unicità. Prende il nome dal vescovo zaratino che la fece costruire nel IX secolo. La superficie esterna del muro è ornata da lesene e finestre. Gran parte del materiale usato per la sua costruzione proviene dal Foro distrutto. Ma sull’ampio spazio della piazza s’affaccia anche un’altra chiesa, quella di Santa Maria. Appartiene al convento delle benedettine, fondato da una nobildonna zaratina negli anni Mille, che dal 1976 è sede di una preziosa mostra d’arte sacra. Nella parte esterna del campanile, all’altezza del primo piano, uno scritto ricorda che la sua costruzione venne finanziata da Colomanno, re d’Ungheria, Dalmazia e Croazia.
Si staglia sullo sfondo della piazza il campanile della cattedrale di S. Anastasia, realizzato in fasi diverse, fino al primo piano nel XV secolo e terminato nel 1894 su progetto di un architetto inglese. Colpisce all’interno della chiesa omonima la maestosità della navata centrale sulla quale s’affaccia uno splendido matroneo. Nella sacrestia, durante i restauri del 1970, sono stati scoperti due reperti importanti. I resti della cappella paleocristiana di S. Barbara inglobata dalla cattedrale e, nello stesso perimetro un mosaico del V secolo con due cervi all’abbeveraggio.
La cattedrale di Zara e la più grande della Dalmazia. La facciata romanica si sviluppa con gallerie decorative ed archi ciechi.
Spiccano i due rosoni, il maggiore del XIII secolo e quello più piccolo, di stile gotico, inserito più tardi. I portali laterali, romanici, presentano nella lunetta il mistero dell’agnello.
Quello centrale rivela influssi decorativi classici. In fondo alla Calle Larga si trova la chiesa della Madonna della Salute.
Piazze da vivere
Nonostante la città si sia ampliata con quartieri nuovi in periferia, la penisola e il centro entro le mura rimangono luogo d’incontro.
A Zara si vive nelle strade e nelle piazze.
Al mattino sono il mercato e gli uffici ad animarla. Si svuota all’ora di pranzo per riprendere il suo aspetto chiassoso dopo le quattro del pomeriggio e fino a sera. Prima di andare a cena, per gli uomini è d’obbligo una passeggiata in Calle Larga e lungo le rive per rivedere gli amici e controllare il tempo che farà. I giovani si ritrovano nei bar all’aperto o portano in giro, dall’alto dei loro centimetri, una bellezza mediterranea che non passa inosservata.
Altri monumenti
Alcune porte mettono in comunicazione il centro antico con l’esterno. Una di queste è la Porta Marina, costruita nel 1573, dopo la battaglia di Lepanto, con i simboli che ricordano i sei secoli di presenza veneziana in questa città.
Sul porticciolo di Fossa s’apre, invece, quello che è considerato uno dei monumenti più belli legati alla presenza di Venezia a Zara e in Dalmazia: la Porta di Terraferma del 1543, progettata da Michele Sanmicheli, noto architetto veneziano. Splendidamente decorata, era la porta più importante della città. Sulla pietra principale dell’arco centrale è stata scolpita la figura di San Grisogono a cavallo, che è ancor oggi lo stemma comunale.
Proseguendo si arriva alla Torre del Capitano che sovrasta la piazza con i cinque pozzi che permettevano alla città di resistere agli assedi. Durante l’estate, in questo spazio si organizzano spettacoli teatrali e concerti.
Da qui si accede al parco realizzato nella metà del XIX secolo dal generale Welden, botanico appassionato, che ha raccolto lungo i bastioni Grimani piante rare creando così il primo parco di questo genere in Dalmazia.
La cittÀ porto franco
È dedicata a S. Grisogono anche la chiesa del convento benedettino: una costruzione romanica monumentale dalle proporzioni armoniose ornata da decorazioni sobrie e raffinate. Anche questa risale agli anni Mille. S. Grisogono è uno dei santi protettori della città con S. Anastasia, S. Zoilo e S. Simeone.
Arriviamo nella piazza principale della città, centro del potere e della vita politica sin dal Medioevo quando veniva chiamata Platea Magna. Dalla Loggia, sin dal 1200, venivano letti editti, sentenze, decisioni e si stipulavano importanti contratti.
Il Municipio è una costruzione del 1930. A chiudere un lato della piazza è Casa Ghirardini con un bel balcone gotico-rinascimentale e altre decorazioni attribuite a Niccolò Fiorentino.
A nordovest della penisola zaratina desta interesse San Francesco. La chiesa, con annesso il convento francescano, è la più antica chiesa gotica dalmata. E’ stata costruita nella seconda metà del XIII secolo e fu consacrata nel 1280.
La facciata principale è disadorna. Sull’alta superficie litica spicca una lunga e stretta bifora di grande eleganza. Di fronte a San Francesco la chiesa di San Nicola e il palazzo ottocentesco sede degli uffici della Contea di Zara.
Il nucleo storico, è collegato alla città nuova da un ponte pedonale da dove, ogni mattina, la folla si riversa verso le antiche porte per fare la spesa al mercato.
Dall’altra parte della riva, il grande edificio della distilleria che fu della famiglia Luxardo, che qui produceva il famoso maraschino. Per Zara, la seconda guerra mondiale, non ha significato solo la distruzione della città con bombardamenti a tappeto, ma anche l’esodo della sua popolazione italiana, ovvero la cancellazione di una enclave italiana in Dalmazia, di quella che era un’oasi rimasta intatta dopo la prima guerra mondiale. Zara era anche la destinazione, tra le due guerre, dei rampolli delle famiglie più in vista della Dalmazia, che li mandavano a Zara per farli frequentare le scuole italiane: Luxardo, Cattalini, Missoni, e tanti altri che hanno imposto la propria cultura altrove, nel mondo.
Spiagge, alberghi, sci nautico e pallavolo
A circa cinque chilometri dal centro, in direzione nord, su Punta Mica o zona di Borik (pineta, in croato) ci sono gli hotel in “stile balneare” di Zara.
Si tratta di un complesso di sei alberghi di medio livello, tra i quali il Novi Park e il Barbara, immersi in un’area verdissima e piena di fiori.
Fa parte del complesso un’area ricreativa sportiva con campi da tennis e minigolf e una bella baia alberata a due passi dal porto turistico.
Ma le spiagge migliori sono presso il complesso turistico di Zaton, a 16 km da Zara, sulla strada in direzione del piccolo e storico centro di Nona (Nin). Tutto l’insediamento si trova in una folta pineta. La spiaggia di sabbia e ghiaia è lunga quasi due chilometri.
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Numeri utili
Comunità turistica della Contea di Zara:
tel. 00386 23 212412-212222 – fax 00386 23 211781
Comunità turistica della città di Zara:
tel. 00386 23 315107-315316 – fax 00386 23 265247
Parco nazionale Paklenica:
tel. 00386 23 369155 – fax 00386 23 369202
Parco naturale del lago di Vrana:
tel. 00386 23 383181 – fax 00386 23 386453
I Marina:
Borik (Zara) – tel. 00386 23 333036
Zara Città – tel. 00386 23 332700
Sukosan – tel. 00386 23 393731
Veli Iz – tel. 00386 23 88486
Konrati Zaravecchia (Biograd) – tel. 00386 23 383800 – fax 00386 23 384500