Lasciato alle spalle il Canal di Leme, tra cipressi, pini marittimi, mirti e oleandri si giunge fino a Rovigno, 11.200 abitanti, cinta da una corona di isolotti che sembrano proteggerla dalla forza delle onde sospinte dalla bora, il forte vento che soffia lungo tutta la costa istriana. Anche Rovigno ha un’aria fortemente veneziana; il campanile è chiaramente ispirato a quello di San Marco. La Serenissima Repubblica ha qui dominato dalla fine del XIII secolo fino al 1797. Le scritte delle vie e dei negozi sono tutte bilingui, in croato e italiano.
Rovigno era detta “popolana” del mare per la composizione della sua popolazione fatta di piccoli proprietari terrieri e padroni di imbarcazioni ma anche per l’indole ciarliera ed allegra della gente del posto che aveva l’abitudine di risolvere ogni controversia sulla pubblica piazza.
Risale al periodo asburgico la crescita economica della cittadina. Qui venne costruita la manifattura tabacchi, che impiegava soprattutto manodopera femminile, oltre alla fabbrica del pesce, dove veniva lavorato e inscatolato. Si aggiungeva una fabbrica liquori ed altre piccole industrie di grande importanza oltre a due centri scientifici di tutto rispetto, vale a dire un istituto di ricerca e l’ospedale ortopedico. Oggi la cittadina vive di turismo ma anche l’industria ha la sua importanza. L’unica a cedere all’inclemenza del tempo e della storia è stata la fabbrica del pesce che ha chiuso i battenti. La manifattura tabacchi – che continua a mantenere tale nome tra i locali nonostante sia un moderno impianto industriale – è un colosso che dà lavoro a gran parte degli abitanti e sta inglobando anche l’industria alberghiera. Questo nuovo aspetto d’interesse della “manifattura” ha dettato alcune sue scelte, destinate a mutare la funzione e l’aspetto della località stessa: tutto l’impianto verrà trasferito in località Canfanaro e gli edifici d’asburgica memoria trasformati in un prestigioso centro di turismo congressuale.
Un centro italiano di storia e cultura
Rovigno è sede di un importante istituto di cultura italiano che si chiama Centro di ricerche storiche – fondato da Unione Italiana – con una biblioteca di decine di migliaia di titoli sulla storia dell’Adriatico Orientale e, in particolare sulle vicende della Comunità italiana che vive, da sempre, nelle città della costa. Una meta per studiosi, ricercatori e studenti impegnati in tesi di laurea sulla storia veneziana, austriaca, italiana, l’Esodo, le foibe, la comunità dei rimasti, e così via.
L’impronta inconfondibile della “Serenissima”
Rovigno fu costruita dai Romani, con il nome di Ruginium, su un’isola (solo nel 1763 verrà collegata alla terraferma con un istmo artificiale). Ci sono due porti che proteggono la flotta di imbarcazioni e pescherecci. Quello principale rivolto a sud è il porto vecchio, sicuro, protetto. L’altro, detto di Valdibora rivela nell’etimologia del nome la sua pericolosità per le imbarcazioni.Un tempo tutto l’abitato era cinto da una doppia fila di mura in difesa dagli attacchi dei barbari. Resti di mura sono ora visibili sul lungomare Budicin, lungo il lato occidentale della cittadina. Si entra nella città medievale attraverso l’arco dei Balbi, sul quale campeggia un leone marciano. Una pittoresca strada in salita, la Grisia, attraversa la città vecchia intersecando stretteviuzze, scalinate ripide e passaggi seminascosti che accompagnano il visitatore verso la parte alta della città, fino alla cattedrale barocca di Sant’Eufemia che domina imponente tutto il nucleo storico.
Ma la passeggiata verso S. Eufemia può partire anche da Marina ad est, lungo la via Santa Croce legata alla leggenda della santa protettrice di Rovigno.
Per tornare sulle rive percorriamo un’altra via ancora, detta di San Tommaso, la più solitaria nel labirinto delle piazzette e calli. In un sottoportico scorgiamo una madonna nella sua bacheca. Era tradizione di ogni contrada avere una Madonna da venerare, adornandola di gioielli e fiori in occasione delle ricorrenze.
Terminata la “gloria” veneziana, Rovigno divenne città austriaca e rimase parte dell’Impero austro-ungarico fino alla fine della prima Guerra mondiale, salvo una piccola pausa napoleonica agli inizi dell’Ottocento.
L’Austria ha realizzato la città moderna, costruendo sulla terraferma, alcune fabbriche e palazzi importanti: il conservificio del pesce, la manifattura tabacchi, il gasometro, la distilleria, l’ospedale marino, le scuole e l’Istituto di biologia marina dove vennero fatti importanti studi per debellare la malaria e dove si può visitare l’Acquario con fauna e flora tipiche dell’Adriatico.
Rovigno è una città da vivere nel suo complesso, assaporandone gli aspetti storici e godendo delle bellezze naturali che la circondano. In centro è vietata la circolazione delle auto, cosicché la cittadina si trasforma in una grande e piacevolissima isola pedonale che ruota intorno al porto vecchio, gremito in estate da turisti e pescatori locali. Sulla riva c’è l’albergo Adriatic, uno dei primi costruiti a Rovigno in un palazzo del 1912 ma restaurato ripetutamente negli ultimi decenni.
I nuovi alberghi sono stati costruiti lungo la costa, con vista sul mare ed immersi nella pineta, lontani dal centro storico che ha potuto conservare la sua omogeneità. Numerose le trattorie e i ristoranti dove si possono gustare piatti della cucina locale, gestiti anche da connazionali rovignesi dove può capitare di sentir cantare la gente del posto le “bitinade” (canzoni allegre nelle quali le voci sostituiscono gli strumenti musicali) e le “arie da nuoto” (serenate), canti radicati nella cultura della popolazione autoctona.
Ogni anno lungo la stretta ed erta via Grisia, la seconda domenica di agosto, si organizza un’ex Tempore internazionale di pittura e scultura all’aperto. Le opere infatti vengono esposte direttamente sulla via, appese alle facciate della case antiche, tra cortili e portoni. Le prime edizioni della Mostra, avevano visto la partecipazione dei migliori nomi dell’arte del territorio della Mitteleuropa in un confronto che rimane impresso nella memoria della popolazione autoctona ma anche della critica internazionale. Ma come tutte le cose belle, è molto difficile mantenere nel tempo il medesimo entusiasmo e lo stesso slancio: per cui oggi la Grisia è soprattutto una festa di pubblico che si ritrova lungo la via pittoresca sulla quale s’affacciano una miriade di negozi di souvenir.
Ricche di contenuti l’Estate rovignese e le Giornate della Città, prevedono entrambe un nutrito calendario di spettacoli, concerti e mostre. Rappresentazioni si danno al teatro Gandusio, in Valdibora. I concerti più belli si svolgono presso la Chiesa di San Francesco, adiacente al convento. Ma nei mesi estivi ogni piazza è un palcoscenico dove si può assistere ai concerti rock ma anche agli spettacoli folcloristici.
L’arcipelago delle meraviglie
L’arcipelago rovignese si compone di 14 isole, ricoperte da una ricca e variegata vegetazione. Sono tutte disabitate, tranne che d’estate quando sulle due maggiori – Santa Caterina, la più vicina e Sant’Andrea – aprono alberghi e ristoranti e sono raggiungibili con un collegamento frequente di vaporetti.
Numeri utili:
Comunità turistica:
tel. 00386 52 811566 – 813469 – fax: 00386 52 816007 e-mail: tzgrovinj@tzgrovinj.hr.
Scalo marittimo di confine:
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Hotel Eden:
tel. 00386 52 800400 – fax 00386 52 811349
Hotel Park:
tel. 00386 52 811077 – fax 00386 52 816977
Capitaneria di porto:
tel. 00386 52 811132
Marina:
tel./fax 00386 52 813133