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November 25th, 2024
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Valentina, Toto e la sfida per la ricchezza di Venezia

All`ingresso del museo al posto delle vecchie cuffiette ogni visitatore riceverà un tablet. Potrà così, scaricando un`applicaziòne gratuita, costruirsi – a seconda dell`età, della preparazione e degli interessi – un percorso di visita personalizzato per conoscere al meglio la storia degli artisti, dei dipinti e i legami delle opere con il territorio. E ancora. Nelle sale ci saranno totem interattivi e un sistema d`emettitori bluetooh 4.0 che, localizzando i visitatori all`interno del museo, proporranno approfondimenti per ogni opera; grazie a un braccialetto digitale chi, per esempio, sarà interessato alla vita di un pittore digitando un codice potrà durante la visita ordinare libri e cataloghi ché troverà belli impacchettati al bookshop e potrà poi salvare su un`area cloud emozioni ed esperienze vissute al museo trasformato così da luogo finito a luogo infinito.

Quanto alla didattica ci sarà una «smart classroom» con lavagne digitali e dispositivi mobili per le attività indirizzate agli studenti. Il megaprogetto dell`allestimento delle prime 5 sale delle Nuove Gallerie dell`Accademia a Venezia si presenta come una rivoluzione digitale al servizio del nostro immenso ma non sempre valorizzato patrimonio artistico e culturale.

Roma, 11 dicembre. «Sarà il museo d`arte antica più proiettato nel futuro d`Italia», copyright del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che ha presentato il progetto con tra gli altri Giovanna Damiani, soprintendente del polo museale di Venezia. Oltre ad ampliare la superficie espositiva da 5 a 10 mila mq facendo così uscire dai depositi tanti capolavori – dalle pale d`altare di Luca Giordano e Pietro da Cortona a opere di Tiepolo, Hayez, Pietro Longhi – e aumentare i visitatori da 300 mila a 900 mila l`anno, le Nuove Gallerie si apriranno grazie agli strumenti multimediali ai disabili – ciechi o non udenti – che sono troppo spesso impossibilitati a visitare una collezione museale. Venezia, Italia. Interessante operazione e assai interessanti i protagonisti di questa bella notizia che arriva dopo un anno tormentato da scandali e arresti in laguna. Tutto nasce infatti dall`accordo tra il colosso sudcoreano Samsung che porterà a Venezia una tecnologia già sperimentata al British Museum (si parla di 600 mila euro d`investimento) e alla Fondazione Venetian Heritage, un`organizzazione americana non profit che fa parte del programma Unesco-Comitati Privati per la Salvaguardia di Venezia. Fondata dal mecenate Lawrence D. Lovett, in 15 anni la onlus, che ha sedi a New York e Venezia, ha finanziato moltissimi restauri nei territori che furono della Serenissima.

Un solo esempio: in Croazia, a Curzola, cittadina per 7 secoli veneziana, il restauro della magnifica Cattedrale di San Marco (400 mila euro, tra gli sponsor JTI, multinazionale giapponese, ma anche una signora americana d`origine croata). Proprio a Curzola, un anno fa, per festeggiare la riuscita del progetto c`è stata la prima uscita ufficiale della nuova presidente di Venetian Heritage, Valentina Nasi Marini Clarelli, una bionda lady piemontese. «Tutto è nato per caso. Lovett mi chiese di entrare nel consiglio e, dopo poco tempo, di sostituirlo. A 87 anni preferiva fare il presidente onorario. I miei figli gemelli ormai sono all`estero, all`università. Mi è sembrato giusto mettermi a disposizione di una città amata da tutto il mondo. Per Venezia nessuno si tira indietro», dice la neopresidente. Ma gli scandali non fanno fuggire i capitali stranieri? «Per fortuna si fidano di noi. Sono stati quelli di Samsung a contattarci», racconta Toto Bergamo Rossi, direttore-anima della onlus. «”Con Venetian Heritage, mi hanno detto, sappiamo che non avremo brutte sorprese”». Prossima sfida di Valentina e Toto? Per il 500° anniversario del ghetto di Venezia (1516) restaurare ben 3 sinagoghe e il museo. Annunciata a New York a novembre, l`operazione è da 12 milioni di dollari. Sorride la serenissima Valentina: «Abbiamo già il sostegno di mecenati come Diane von Fuerstenberg e Joseph Stili, E` davvero una fantastica occasione per salvare dal degrado il più antico ghetto del mondo».

Chiara Beria di Argentine, «La Stampa», 20/12/14