Da Trieste un ponte di fratellanza
In Montenegro lo studio dell’italiano è previsto dai programmi didattici nazionali: è una lingua straniera, ma sentita come patrimonio proprio». Fabrizio Somma, 52 anni, è presidente dell’Università Popolare di Trieste (Upt), ente morale nato 115 anni fa (non a caso sotto l’Austria-Ungheria) «per difendere, sostenere e incrementare la cultura italiana».
Oggi non tira più alia di irredentismo, ma si deve proprio all’lJpt se l’irripetibile patrimonio umano, storico e artistico delle nostre comunità nella Penisola Balcanica non è solo un ricordo ma una realtà vitale. «Operiamo grazie al finanziamento del ministero degli Esteri italiano e della Regione Friuli-Venezia Giulia – spiega Somma- A Cattaro organizziamo progetti di formazione per introdurre gli studenti nel mondo del lavoro, curiamo importanti mostre d’arte, collaboriamo con le scuole musicali, soprattutto finanziamo i corsi di lingua italiana». Fino ad oggi bisognava sostenere 1 ’esame finale nelle “Società Dante Alighieri”, come avviene in tutto il mondo, «ora, invece, in Montenegro gli attestati saranno riconosciuti direttamente, grazie a un accordo con le università di Pisa e di Perugia», annuncia Somma. « il tutto con l’entusiasmo, non scontato, dei presidi montenegrini, che considerano l’italiano un valore aggiunto: 120 i ragazzi del liceo statale che hanno aderito».
Prove pratiche di un’Europa che è convivenza tra minoranze e laboratorio di relazioni. «Dai primi contatti avvenuti nel 2004 con gli italiani di Cattaro – ricorda Alessandro Perelli, Servizio relazioni internazionali della Regione Friuli-Venezia Giulia – abbiamo fatto diventare questa Comunità soggetto attivo in vari ambiziosi progetti, come il ripristino dell’arte antica (da noi quasi scomparsa) del merletto, riportata in vita proprio dalle donne di Cattaro». Due i progetti di cooperazione appena co- finanziali dal Friuli-Venezia Giulia: la realizzazione di dieci cooperative sociali per l’inclusione sociale di persone disabili, e lo scambio di esperienze tra i Dipartimenti di salute mentale di Trieste e Udine e l’ospedale psichiatrico di Cattaro, che tuttora tratta i suoi 240 pazienti secondo logiche superate da trent’anni. Di forte impatto a tal riguardo la piece teatrale “Eslravaganza” di Dacia Maraini, portala in scena al teatro di Cattaro proprio dalla triestina “Accademia della Follia” di Claudio Misculin, composta tutta da pazienti psichiatrici.
In questi giorni, poi, ha preso il via un corso di formazione sul la logistica portuale, materia fondamentale in un Paese appena nato e che vede una crescita esponenziale grazie ai suoi porti. A colmare il «baratro» tra mondo della scuola e del lavoro ci pensa Claudio Crini, 50 anni di esperienza, già dirigente della compagnia di navigazione Lloyd Triestino: «1 giovani, qui come in Italia, hanno sempre una glande volontà di rendersi operativi dopo gli studi, ma l’inserimento non è facile. Tengo una full immersion per formare operatori dei trasporti portuali, rivolta a diplomati e universitari: la parte teorica tratta il mercato mondiale e la logistica intermodale, camion, navi, ferrovie… la parte pratica li rende subito in grado di lavorare. Il Montenegro è la porta dei Balcani e i suoi porli potranno rivelarsi una risorsa enorme anche per l’Italia». Nel 2008 il piccolo Paese ha presentato domanda di ingresso in Europa e da allora ha fatto passi da gigante, raggiungendo già 16 dei 32 parametri richiesti.
Lucia Bellaspiga, «Avvenire», 14/05/15