Fiume. Esuli e rimasti riuniti nella ricorrenza patronale
Tantissimi connazionali fiumani, rimasti ed esuli, si sono ritrovati in Cattedrale per assistere alla messa in lingua italiana dedicata alla solennità dei Santi patroni Vito, Modesto e Crescenzia. Una festa religiosa da sempre particolarmente sentita da tutta la comunità fiumana, riunitasi ancora una volta per onorare i Santi protettori della Città. La funzione religiosa è stata officiata da mons. Eugenio Ravignani, vescovo emerito di Trieste, amico di lunga data dei fedeli fiumani, che da anni fa ritorno nel capoluogo quarnerino in occasione di questa grande solennità, affiancato da altri sacerdoti. Con l’avvicinarsi dell’Anno del Giubileo della Misericordia, nella sua omelia l’alto prelato ha voluto sottolineare l’importanza della famiglia. Durante la messa monsignor Eugenio Ravignani ha voluto ricordare anche il 90º anniversario dalla fondazione della Diocesi fiumana e dell’insediamento del primo vescovo, il 45º anniversario dall’istituzione dell’Arcidiocesi fiumana e il 15º anniversario dell’insediamento di monsignor Ivan Devčić ad arcivescovo dei Fiume, definendolo “non solo un fratello nella fede, ma un amico umile e sincero che, congiuntamente con i sacerdoti, annuncia la voce di Dio, per far crescere la comunità nella carità e nell’umiltà”.
Alla messa erano presenti anche il Console generale d’Italia Renato Cianfarani, Roberto Palisca, presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Orietta Marot, presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, i rappresentanti del Libero Comune di Fiume in Esilio, ossia il sindaco Guido Brazzoduro, la sua vice Laura Calci e il Segretario dell’Associazione, Mario Stalzer, Elda Sorci della Lega nazionale di Trieste, il presidente della Consulta ligure dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Fulvio Mohoratz, una comitiva di esuli giunti dalla Liguria e tanti fiumani ritornati nella loro città natale da ogni dove, alcuni anche dalla lontana Australia. Al termine della messa, Maria Grazia Frank e Guido Brazzoduro a nome dei fedeli fiumani, esuli e rimasti, hanno ringraziato le autorità ecclesiastiche. Guido Brazzoduro ha detto inoltre: “Come fedeli fiumani tutti insieme, quelli residenti e quelli andati via, ci facciamo un reciproco augurio perché San Vito accolga in cielo soprattutto coloro che ci hanno lasciato quest’anno. Vorrei ricordare tra tutti padre Sergio Katunarich, che era qui tra noi spesso e che avrebbe compiuto proprio in questi giorni il 92.esimo compleanno ma che è scomparso poche settimane fa. Ricordiamolo tutti nelle nostre preghiere e ricordiamoci reciprocamente”.
Al termine della funzione l’arcivescovo Devčić ha salutato i presenti in lingua italiana ed ha espresso l’augurio più sincero a tutti i fiumani giunti da lontano di celebrare nella loro città natale la festa di San Vito. “Con il cuore aperto ringrazio monsignor Ravignani per aver accettato l’invito a celebrare la messa per tutti noi. Il 2016 sarà interamente dedicato alla pastorale della famiglia e spero che ci rivedremo qui anche l’anno prossimo”. Le parole di mons. Devčić sono state accompagnate da uno scrosciante e spontaneo applauso.
I canti liturgici sono stati eseguiti impeccabilmente dal Coro Fedeli Fiumani che ha interpretato, tra l’altro, la Messa breve di Charles Gounod, Exultate Justi in Domini di Ludovico Grossi da Viadana, T’adoriam ostia divina con l’arrangiamento di Draško Baugarten, Cantate domini di Valentino Miseraux Gran, Inno alla croce con l’accompagnamento di Draško Baumgarten al pianoforte. Immancabile, in chiusura della commovente funzione religiosa, l’esecuzione dell’inno “Noi vogliam Dio” con la folla di fedeli che si è unita al canto dei bravissimi coristi diretti dalla Maestra Luciana Scrobogna Malner. In serata si è svolta la tradizionale processione in onore dei Santi patroni, dalla Cattedrale di San Vito per le vie del centro città fino a Piazza della Risoluzione fiumana. La processione è stata guidata dall’arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Puljić, dall’arcivescovo di Fiume, monsignor Ivan Devčić, dai vescovi e da tanti sacerdoti.
«La Voce del Popolo», 16/06/15