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November 27th, 2024
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Pola, vandali in azione al cimitero della Marina

Infrante coperture di tombe, sradicati numerosi elementi in pietra, girate le teste delle statue. Il direttore: bravata di cattivo gusto, ma non manca nulla.

I vandali sono tornati a infierire sul Cimitero della Marina – dal 1960 camposanto memoriale – creando disordine e confusione anche se senza causare troppi danni materiali, stando almeno a Darko Burši, direttore dell’azienda municipalizzata che lo gestisce. Gli addetti alla manutenzione entrati di mattina hanno trovato vasi e lumini spostati, alcune lastre in pietra di copertura delle tombe infrante, numerosi elementi in pietra sradicati, le teste delle statue girate, i fiori buttati all’ingresso del cimitero, e i rubinetti automatici dell’acqua rotti. «Comunque non manca niente – afferma Burši„ – per cui non è opera di ladri ma evidentemente una bravata di cattivo gusto da parte di ragazzacci». In ogni caso è stato richiesto l’intervento della polizia, che ha steso il verbale e ora indagherà per risalire ai colpevoli.

Purtroppo i precedenti non mancano. Tredici anni fa i vandali avevano dato sfogo al loro istinto malato scagliandosi contro 21 croci in pietra collocate sulle tombe. Nel 2013 il camposanto è stato teatro di un furto a scopo di lucro: un uomo di 33 anni, poi individuato dalla polizia nel giro di pochi giorni, aveva rubato dieci targhe in ottone dal Sacrario dei soldati italiani per venderle al ferrovecchio. Un anno prima era stata danneggiata la targa bronzea a ricordo dei marinai caduti nella tragedia del Regio esploratore “Cesare Rossarol”, inabissatosi al largo di Lisignano dopo aver urtato una mina anti-nave.

Il cimitero fu fatto costruire dall’Impero austroungarico nel 1862, con il nome di K.u.K. Marinefriedhof, ovvero Cimitero imperiale e reale della Marina Militare. Si estende su 22mila metri quadrati e fino al 1956 – anno in cui si registrò l’ultima sepoltura – vi hanno trovato riposo fra le 100mila e le 150mila persone (le varie fonti sono discordanti). Tra queste 300 soldati italiani, 12 ammiragli della flotta austroungarica, le vittime dei naufragi della “Viribus unitis” e del “Baron Gautsch”, alcune vittime della strage di Vergarolla. Vi hanno riposato anche le spoglie di Nazario Sauro dalla morte fino al 1947, quando i resti vennero imbarcati sul “Toscana”, il piroscafo degli esuli dall’Istria.

Nel 1990 il cimitero venne salvato dal totale degrado figlio dell’incuria da parte delle autorità jugoslave,

grazie al recupero e restauro finanziato dalla Croce Nera austriaca e dall’associazione tedesca per la manutenzione dei cimiteri di guerra. Dopo ben sette anni di lavori, il camposanto è stato incluso nella lista dei monumenti sotto il patronato della Convenzione dell’Aja.

Il Piccolo, 5 giugno 2016