In vendita a 900 euro le case degli esuli istriani
Il Consiglio pronto a varare la cessione a prezzi simbolici.
Comprare un appartamento a 900 euro. La prossima settimana in Consiglio comunale si voterà per permettere ad alcuni inquilini che abitano nelle case Atc di zona Lucento e delle Vallette di fare questo tipo di acquisto. La prospettiva potrebbe sembrare più che allettante se quella cifra così insolitamente bassa non nascondesse la storia di dolore di una comunità costretta a fuggire dalle proprie case per approdare in città sconosciute, dove avrebbe vissuto anni all’interno dei campi profughi. La storia che sembra di stringente attualità, infatti, si riferisce all’esodo delle comunità di Istria, Fiume e Dalmazia, costrette a fuggire dopo l’arrivo al potere del Maresciallo Tito. Erano appena iniziati gli anni 50 quando i primi profughi arrivavano a Torino: dopo un lungo periodo passato in strutture di accoglienza erano arrivati anche i primi alloggi di edilizia popolare in cui erano stati smistati. Ora, dopo tanti anni e dopo altre due leggi che hanno consentito l’acquisto di queste abitazioni a prezzi calmierati (al 50% del costo di costruzione), in Comune darà il via libera per permettere all’ultima fetta di esuli di comprare la casa in cui sono vissuti per tanti anni. «Un alloggio di 40 metri quadri non ci ripaga di quello che abbiamo lasciato nella nostra terra ma non ci lamentiamo – afferma Antonio Vatta, una delle guide storiche della comunità – Ma va bene così perché abbiamo imparato ad accettare quello che ci è successo».
LA LEGGE REGIONALE
«È un passaggio obbligato perché previsto da una legge», spiega l’assessora Sonia Schellino. Una legge regionale del 2011 che ne segue a un’altra datata 1993 e che doveva permettere alle 540 famiglie di esuli arrivati in città di poter acquistare le case che gli erano state affidate. Gli appartamenti in questione sono sparsi sul territorio: 450 tra via Parenzo e corso Cincinnato, altre 100 alle Vallette e ancora altre a Falchera. Se i vecchi provvedimenti hanno permesso di iniziare a vendere gli alloggi di proprietà dell’Atc all’inizio dell’anno scorso, per quelli di proprietà del Comune di Torino si è dovuto attendere quest’ultimo passaggio. «Ci sono stati problemi nel capire di chi fossero i terreni su cui erano costruiti e questo ha rallentato tutto – spiega Vatta – Abbiamo combattuto tanto per avere queste leggi ma la burocrazia ci ha spesso ostacolato». Vatta è arrivato a Torino nel 1951. Era scappato da Zara nel 1944, imbarcandosi su una nave da guerra tedesca che lo avrebbe portato a Trieste. «Dal ’44 al ’56 sono stato un profugo nei campi di raccolta – spiega – A Torino tanti di noi erano alloggiati nelle casermette di Borgo San Paolo. Poi, un po’ per volta, all’inizio degli Anni 60 ci hanno dato le case popolari».
I PROFUGHI
«In realtà questa soluzione non ha soddisfatto completamente i profughi» racconta Luciano Valente. «Se davvero la soluzione si avvicina sarebbe la vittoria di una battaglia portata avanti per troppi anni con la comunità degli esuli giuliano-dalmati» commenta Maurizio Marrone.
La Stampa, 30 dicembre 2016