Seminario nazionale su scuola e confine orientale
Una delle dolenti note nella percezione da parte degli italiani della tragica storia del confine orientale ha da tempo riguardato lo spazio e l’obiettività con cui le tematiche attinenti foibe ed esodo sono state affrontate dai libri di testo scolastici.
ll Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha perciò attivato da alcuni anni un tavolo di confronto con le associazioni riunite nella Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, che ha prodotto significativi risultati. Gran parte del lavoro realizzato da questa assise è consultabile nel sito www.scuolaeconfineorientale.it e inoltre ogni anno viene bandito il concorso nazionale per le scuole Identità e memoria (suddiviso in due sezioni, primarie e secondarie) nonché il seminario di aggiornamento per gli insegnanti Le vicende del confine orientale e il mondo della scuola. Quest’anno concorso e seminario erano dedicati al tema Nasce la Repubblica Italiana senza un confine. Gli elaborati per il concorso possono essere inviati fino al 10 gennaio 2017, laddove l’aggiornamento dei docenti ha avuto luogo lo scorso 6 dicembre proprio presso il MIUR a Roma.
Il Sindaco del Libero Comune di Fiume in Esilio Guido Brazzoduro ha innanzitutto rivolto un messaggio di saluto da parte del mondo dell’associazionismo giuliano-dalmata, laddove il prof. Diego Lazzarich (docente di Storia delle Dottrine Politiche alla Seconda Università di Napoli) ha svolto un inquadramento generale della problematica, inserendo in una rapida ricostruzione degli eventi più importanti del secolo breve nelle terre dell’Adriatico orientale una sezione di vita famigliare, dedicata al nonno pasticcere fiumano esule a Napoli.
La prima relazione è stata quindi tenuta dal prof. Davide Rossi, il quale, insegnando Storia del Diritto all’Università degli Studi di Trieste, si è dedicato alle ricadute del Referendum del 2 giugno 1946 nelle terre contese fra Italia e Jugoslavia: pochi sanno che un decreto legislativo del marzo 1946 sospese nelle province di Bolzano, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Zara il precedente decreto luogotenenziale che convocava i comizi elettorali in tutta Italia; in linea teorica i cittadini italiani qui residenti avrebbero potuto esprimere il loro voto in un secondo momento, cosa che mai avvenne, escludendo centinaia di migliaia di elettori dalla partecipazione al momento fondativo del nuovo assetto istituzionale italiano.
Lorenzo Salimbeni, ricercatore storico che collabora con varie associazioni del settore (Lega Nazionale, Comitato 10 Febbraio, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), ha quindi ripercorso la storia del “confine mobile” dal 1866 (Terza guerra d’indipendenza) al 2013 (adesione della Croazia all’Unione Europea, pur non rientrando ancora nell’area Schengen). Nella sessione pomeridiana i lavori sono stati riaperti dal prof. Raoul Pupo, insegnante di Storia contemporanea dell’ateneo triestino, il quale ha relazionato sul lungo dopoguerra della Venezia Giulia, evidenziando le vicende del settembre 1943 (prima ondata di foibe), la doppia liberazione di Trieste (30 aprile 1945 il CLN, l’indomani i partigiani di Tito con conseguente seconda ondata di stragi) ed i passaggi della diplomazia internazionale sul cui sfondo si è articolato l’esodo giuliano-dalmata. Il dirigente nazionale dell’ANVGD Alessandro Cuk, autore de La questione giuliana nei documentari cinematografici (Alcione, Treviso 2012), ha infine proiettato e commentato spezzoni cinematografici e documentaristici che all’epoca hanno informato l’opinione pubblica italiana sull’Esodo, fornendo pure un’anticipazione di “Rosso Istria”, il film dedicato a Norma Cossetto che verrà distribuito l’anno prossimo).
Lorenzo Salimbeni, L’Arena di Pola, 1 gennaio 1917