Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
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Silvio Cattalini, figura indimenticabile della diaspora giuliano-dalmata

“Ora è volato nella sua Zara…” Così mi ha annunciato la morte di Silvio Cattalini l’amico Rudi Ziberna nella notte fra il 28 febbraio e il 1° marzo. Un colpo per tutti noi, “veci” dell’ultima generazione di esuli nati nelle nostre città ancora italiane.

Ma ci ha lasciato Silvio un esempio di serena e combattiva tenacia, una fiaccola accesa da portare con orgoglio nel buio di una memoria che ci veniva disconosciuta.

Una memoria al cui recupero Cattalini ha dato un contributo decisivo. Sulle orme del padre Toto, barcagnusso patocco, costruttore di maone e brazzere, di armi da regata, di barche da diporto per solcare le onde delle nostre isole, Silvio ne ereditò l’amore per la ricerca storica su eventi che aveva vissuto in diretta nei giorni più tragici della nostra vicenda di istriani, fiumani e dalmati.

I convegni di studio da lui organizzati con il comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e altri comitati in tutta Italia nei decenni fra il 1990 e il 2010 – e ancora dopo quando la sua fibra cominciava a denunciare i primi cedimenti dell’età – instancabile sempre e inventore di tematiche che spaziavano su tutta la storia degli italiani dell’Adriatico orientale, sono stati decisivi, con gli atti che con umile pazienza ricostruiva, per far conoscere e diffondere la realtà umana di una gente che ha dato all’Italia nei secoli artisti e scienziati, letterati e uomini d’azione che ne hanno definito l’identità nazionale, dai due Laurana all’Orsini, a Francesco Patrizi, al Tommaseo.

Era forte di carattere come le rocce della sua Dalmazia e schietto di linguaggio, quando voleva denunciare, senza arroganza, quelle che lui riteneva debolezze e contraddizioni delle nostre associazioni di esuli.

E tra quelle isole, quelle scogliere, quei valloni avvolti da boschi di  pini, tornava ogni estate per pescare spari e branzini e nuotare nel suo mare, quasi gli comunicasse ogni volta il ritmo vitale dell’infanzia e dell’adolescenza, come tutti noi sentiamo quando ci immergiamo in quelle acque limpide e sincere che ci hanno insegnato il coraggio e l’orgoglio di dalmati, la sicurezza nell’affrontare le avversità, la poesia ritrovata di un tramonto tra gli scogli del Quarnaro e l’arcipelago di Zara.

Addio, Silvio.

Lucio TothPresidente onorario Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, 4 marzo 2017