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Qui dove siamo nati saremo sempre di casa

“È una grande gioia potere essere qui e celebrare la Santa messa in onore di San Vito”. Con queste parole Mons. Christopher Zielinski, benedettino che ha avuto posizioni di particolare rilievo in Vaticano, ha iniziato l’omelia della tradizionale Santa messa in lingua italiana celebrata in onore del Santo protettore della città. In una Cattedrale gremita di fiumani la messa è stata officiata con molti riferimenti alla tradizione di queste terre e alla necessità di unire le culture di chi ha vissuto in questi luoghi. Ciò di cui ha parlato Mons. Zielinski lo si è potuto notare prima e dopo la messa, quando nella piazza davanti alla Cattedrale esuli e rimasti hanno chiacchierato a lungo. A loro si sono uniti anche i fiumani di nazionalità croata, che giunti dinanzi alla chiesa prima dell’inizio della messa delle ore 11, hanno partecipato volentieri alla fase finale del rito liturgico in lingua italiana. L’atmosfera di pace e fraternità è stata avvertita da tutti, anche grazie al contributo del Coro Fedeli Fiumani, che ha accompagnato la messa dandole tono ancora più solenne con i suoi canti che hanno fatto da contorno alle parole di Mons. Zielinski, il quale ha detto tra l’altro: “L’italiano sa benissimo che la vita non è tale senza passione. Perché è essa a smuovere gli animi e a fare agire le persone affinché aiutino il prossimo. Ho trascorso molti anni in Italia e l’ho amata proprio per il calore del suo popolo. Ora che sono venuto qui mi sto innamorando anche della Croazia e di questa bellissima città ka cui storia è notevole”.
“Essa va ricostruita nella sua interezza, sin dai tempi della Roma antica, in quanto quella tradizione e quella cultura sono ancora presenti nei vostri cuori e con un filo d’oro vi unisce a Gesù Cristo”, ha detto ancora Zielinski rivolgendosi ai fedeli.

Al termine della funzione l’arcivescovo di Fiume, Mons. Ivan Devčić ha voluto portare i propri saluti a tutti i presenti, e in particolare ai connazionali giunti dall’estero. Le sue parole sono state particolarmente apprezzate dai fedeli e premiate con un fragoroso applauso. Il suo pensiero si può riassumere nell’affermazione finale: “Dove siamo nati saremo sempre di casa. Voi che tornate nelle vostre terre siete i benvenuti”.
Al rito religioso erano presenti anche il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri,la presidente della Comunità degli Italiani Orietta Marot, il presidente del Comitato esecutivo del sodalizio, Marin Corva e numerosi rappresentanti delle Associazioni degli esuli.

Fonte: La voce del popolo – 16/06/2018