L’impresa di Fiume. Una storia… a strisce
di Ilaria Rocchi – 17/06/2018
La gestazione di questo lavoro a strisce è stata lunga e travagliata, durata oltre tre anni, come ci racconta in una calda giornata di giugno, seduti su una panca in pietra del Palazzo del Governo, sede anche dello staterello dannunziano, uno degli autori, Manlio Bonati. Non è fiumano, non ha discendenze o parentele fiumane. Parmigiano, classe 1952, si è semplicemente innamorato di questa storia, impressionato dai suoi “attori”. In primis Gabriele d’Annunzio, “che non finirà mai di stupirmi. Il Comandante è il protagonista assoluto assieme a Guido Keller e a Fiume. Giovanni Comisso mi attira nella sua grande complessità. Pietro Badoglio non lo stimo e nel testo lo si intuisce benissimo, Ettore Muti mi ricorda terribilmente Dick Fulmine, eroe di carta tra i miei preferiti, sanguigno e coraggioso all’ennesima potenza. Un altro bel personaggio è l’eclettico Antonio Locatelli, pilota della nostra aviazione, scrittore, fotografo, disegnatore, poeta, alpinista, eroe (tre volte medaglia d’oro al valor militare). Figura di alto livello è il sindacalista Alceste De Ambris, che noi di Parma conosciamo bene…”. Bonati, autore di fumetti storici, per questa pubblicazione ha scritto il soggetto e la scene, curato le ricerche storiche iconografiche e fatto da art director. Rigorosamente per adulti, l’opera nasce da un’idea di Carlo Sicuro, ma il vero animatore è appunto Bonati. I disegni sono di Yildirim Örer e Mauro Vecchi.
Preceduta da un’opportuna contestualizzazione dei fatti storici descritti e interpretati in 28 pagine in bianco e nero, e da un’intervista a Bonati, con in appendice la sua bibliografia/biblioteca dannunziana-fiumana, accompagnata da illustrazioni d’epoca e da inediti dei due disegnatori, la narrazione è divisa in quattro capitoli: “la presa di Fiume”, che inquadra l’azione nell’ambito del futurismo e della tesi della vittoria mutilata; “Fiume una libertà mai vista!”, che traccia le caratteristiche della Reggenza italiana del Carnaro, con la sua carta costituzionale, il “porto dell’amore” in cui l’uomo avrebbe potuto dare il meglio di sé; “Fiume, un bel sogno tradito!”, con la fine dell’epopea, il “tradimento” di Mussolini, il Natale di sangue, i cannoneggiamenti dell’Andrea Doria e l’addio alla città, il 18 gennaio 1921; “Da Fiume all’esilio de il Vittoriale”, in cui ricostruisce gli ultimi anni di vita del Poeta Soldato e la trasformazione della villa a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda, in museo-mausoleo di Gabriele d’Annunzio.
Tra le 88 tavole (Örer ha disegnato il primo, il terzo e il quarto, mentre Mauro Vecchi il secondo capitolo), avventurose e divertenti, rivivono personaggi italiani dalle forti personalità: da Gabriele d’Annunzio al nudista-vegetariano-spregiudicato-audace Guido Keller, da Giovanni Comisso al citato Antonio Locatelli; e ancora Ettore Muti, Costanzo Ranci, Tito Testoni, Vittorio Montiglio, Filippo Tommaso Marinetti, Alceste De Ambris, Guglielmo Marconi, e tanti altri “che resero Fiume la città di vita, libera, democratica e meritocratica, come recita la sinossi.
“Il libro non ha velleità politiche – precisa Bonati –, ossia non è di destra e non è di sinistra, L’elegante volume è proposto in due differenti edizioni: quella cartonata, con la copertina disegnata da Gigi Cavenago, e l’edizione variant (è la versione integrale, comprendente anche le tavole censurate dall’editore, quelle in cui viene citato l’uso della cocaina e ritratta la liaison omossessuale tra Giovanni Comisso e Guido Keller), reperibile soltanto a Parma con il titolo modificato di “Fiume. L’epica impresa di Gabriele d’Annunzio e dei suoi Legionari 1919-1920”, a tiratura limitatissima con una sovracopertina suppletiva di Örer.
Fonte: La voce del popolo