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November 22nd, 2024
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01 1206 Trieste

Le celebrazioni del 12 giugno a Trieste, Gorizia e Monfalcone

Si sono svolte oggi a Trieste, Gorizia e Monfalcone celebrazioni ufficiali per la ricorrenza solenne del 12 giugno, neoistituita dalle rispettive amministrazioni comunali per commemorare il giorno del 1945 in cui terminò l’occupazione delle truppe partigiane jugoslave, che per quaranta giorni compirono deportazioni, uccisioni nelle foibe e persecuzioni non solo di ex fascisti, ma perfino di elementi patriottici antifascisti locali contrari all’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia comunista di Tito.

L’iniziativa è partita dal Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, la cui Giunta ha approvato la sua proposta di istituire la “Giornata della Liberazione della Città di Trieste dall’occupazione jugoslava”. L’ingresso delle truppe jugoslave a Trieste, Gorizia, Fiume ed in Istria a inizio maggio del 1945 portò a compimento la trasformazione di una lotta di liberazione nazionale in un progetto espansionista che travalicava i confini internazionalmente riconosciuti della Jugoslavia prebellica. Ecco perché il 12 giugno 1945 può essere considerato come una liberazione per Trieste e Gorizia rispetto alla presenza violenta e seminatrice di lutti dei partigiani di Josip Broz “Tito”. Il 16 anche Pola visse una momentanea liberazione, ma per il resto dell’Istria e per Fiume proseguì sotto l’apparenza formale dell’amministrazione militare jugoslava il processo di assorbimento nel nascente regime comunista di Tito e di annichilimento della comunità italiana autoctona.

12giugnoTriesteAlzabandiera

La cerimonia triestina è stata caratterizzata da un suggestivo alzabandiera in Piazza dell’Unità d’Italia, al quale hanno presenziato autorità locali e rappresentanti delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, tra cui una delegazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Il presidente nazionale e del comitato provinciale di Trieste, Renzo Codarin, ha sottolineato l’importanza di questa celebrazione, attraverso la quale ricordare «le sofferenze patite non solo dai triestini nei Quaranta giorni di occupazione jugoslava, ma anche dagli esuli che oggi risiedono nel capoluogo giuliano avendo dovuto abbandonare causa le persecuzioni del regime titoista le terre dell’Adriatico orientale in cui vivevano radicati da secoli».

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Il Sindaco Rodolfo Ziberna ha celebrato, alla presenza fra gli altri di alcuni dirigenti del Comitato provinciale dell’A.N.V.G.D. e della Lega Nazionale di Gorizia, la Liberazione del capoluogo isontino ricordando la tragedia degli oltre 650 concittadini «deportati a guerra finita per la sola “colpa” di essere fieramente italiani e di poter rappresentare un pericolo per la realizzazione delle velleità annessionistiche di Tito».

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Il primo cittadino di Gorizia ha specificato: «Ci riconosciamo naturalmente nella ricorrenza nazionale del 25 aprile, condanniamo le prevaricazioni patite dalla locale comunità slovena in epoca fascista, ma ci teniamo a commemorare il 12 giugno quella che fu a tutti gli effetti la fine della Seconda guerra mondiale per Gorizia».

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La delegazione A.N.V.G.D. di Monfalcone ha partecipato, nel rispetto delle vigenti disposizioni di sicurezza, all’inaugurazione della targa voluta dal Sindaco Anna Cisint, la quale ha affermato che si tratta di «un richiamo al valore dell’identità italiana di Monfalcone, manifestata dalla popolazione nei momenti più difficili del passato Novecento e per la quale in tanti si sono sacrificati. La città è chiamata a stringersi nell’omaggio alle vittime di un periodo, breve, ma gravido di soprusi e di persone scomparse per tener vivo l’orgoglio dell’italianità e dell’amore alla patria delle nostre genti».

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«Non si è trattato solamente di una celebrazione di carattere locale – dichiara, infine, la vicepresidente nazionale e presidente del comitato di Roma dell’A.N.V.G.D. Donatella Schürzel – ma di una ricorrenza che impone una riflessione di carattere nazionale in merito alle conseguenze della fine della Seconda guerra mondiale al confine orientale italiano. Istituire la ricorrenza del 12 giugno è stato opportuno e soprattutto giusto. Un atto di giustizia per le tragiche vicende che hanno sconvolto la vita anche delle centinaia di istriani, fiumani e dalmati che dovettero ricostruire la propria esistenza a Roma, così come in tante altre località italiane o addirittura in altri continenti»

Lorenzo Salimbeni