13 luglio: visita alla Foiba di Basovizza dei due presidenti italiano e sloveno
In futuro ridare sostegno alla ricerca storico-scientifica con il coinvolgimento delle associazioni e dei centri di ricerca degli esuli giuliano-dalmati
La Comunità degli esuli giuliano-dalmati deve tornare ed essere considerata soggetto e non oggetto della Storia e delle scelte politiche. Dare perciò corso, sostenendo da subito, gli studi storici qualificati su argomenti delicati e divisivi riguardanti le vittime italiane durante e dopo il secondo conflitto mondiale.
La questione della vittime durante e soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale riguarda non solo Italia e Slovenia ma anche Italia e Croazia.
Con la Croazia sono state realizzate iniziative molto importanti in passato e anche di recente per quanto riguarda le sepolture di guerra.
Alcuni importanti contributi nel tempo delle associazioni degli Esuli sulle questione delle vittime e delle perdite umane
In passato ci fu l’impegno del Senatore Lucio Toth (presidente nazionale ANVGD) alla partecipazione ai lavori nella Commissione mista italo- slovena sui vari temi del Confine orientale.
Fu prodotto da tale Commissione un documento (nel 2000) che fu definito dal prof. Roberto Spazzali «un punto di partenza con qualche ombra».
Da allora, pur avendo la Slovenia consegnato al Sindaco di Gorizia anni fa un elenco di oltre mille italiani deportati dopo il maggio 1945 dai partigiani jugoslavi, ben poco è stato fatto.
Vanno ricordati gli studi editi nel corso del tempo sulle vittime italiane da parte del centro studi ANVGD “Padre Flaminio Rocchi”.
FIUME – Il Patrocinio dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero per i Beni Culturali alla ricerca italo-croata sulle vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni dal 1939 al 1947.
L’esperienza della Società di Studi Fiumani in questo campo è notevole per la qualità delle ricerche. Nel 1998 fu instaurata una collaborazione tra la Società di Studi Fiumani e l’Istituto Croato per la Storia di Zagabria che ha poi dato vita al volume bilingue Le vittime di nazionalità Italiana a Fiume e dintorni 1939-1947, edito nel 2002. Opera presentata a Roma, Zagabria, Fiume, Trieste e Bologna. Inoltre il recupero recente dei caduti dalla fossa di Castua è stata una operazione possibile grazie alla ricerca svolta dalla Società di Studi Fiumani. La partecipazione da 15 anni del Dott. Marino Micich, designato da FederEsuli nel 2005, quale membro della commissione governativa per la concessione di un onorificenza ai parenti delle vittime ai sensi della l. 92/2004.
Pubblicato a suo tempo ma da aggiornare l’Albo d’Oro dei caduti in Venezia Giulia e Dalmazia a cura di Luigi Papo (edito da Unione degli Istriani), fonte necessaria per ogni ricerca sulle vittime e perdite umane italiane della frontiera orientale dal 1940 al 1947.
Valorizzare gli archivi e i documenti dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e della Lega Nazionale sulle questione degli scomparsi nelle foibe e nei campi di concentramento.
Mostre e documentazione relativi a foibe e campi di concentramento jugoslavi ad opera dell’IRCI di Trieste.
Riprendere le iniziative volte alla riesumazione dei resti di vittime italiane in Istria, Fiume e Dalmazia sostenute da Federesuli. Ricordo i casi realizzati con la piena collaborazione della controparte croata riesumazione dei caduti italiani dalla Fossa di Castua e della fossa di Ossero (nel 2019).
Proposte di posizionare dei cippi commemorativi sulle tante foibe, luogo di morte, esistenti nel territorio istriano, fiumano e dalmata.
Compartecipazione a iniziative universitarie sul tema delle vittime dell’esodo : Università “Nicolò Cusano” e Società di Studi Fiumani hanno promosso il “Master sull’Esodo e le foibe: un patrimonio culturale da non dimenticare” promosso nel 2020. Altre iniziative nel recente passato sono state promosse da Coordinamento Adriatico con ricercatori universitari di livello.
In questo momento storico ricordare il lavoro svolto in materia delle vittime dalle varie associazioni e istituzioni degli esuli giuliano-dalmati è quanto mai necessario.
dott. Marino Micich
Direttore Archivio Museo storico di Fiume