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November 22nd, 2024
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Il 13 luglio a Trieste, una giornata dai due risvolti

Alla luce di alcune interpretazioni fuorvianti che sono state fornite in merito ad una risposta retorica fornita del Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Cav. Renzo Codarin, durante un’intervista, si ribadisce che l’A.N.V.G.D., coerentemente alle svariate comunicazioni diramate e pubblicate alla vigilia della giornata triestina del 13 luglio, distingue due parti della visita congiunta dei Presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor.

«L’importanza dell’aspetto storico – ha specificato Codarin – che riveste la visita del Capo dello Stato sloveno al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza va ben al di là di quelle che possono essere contrapposizioni di sorta. Essa corrisponde a quello che era l’auspicio della nostra associazione al tempo del Concerto dei tre Presidenti (italiano, sloveno e croato), svoltosi in Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste nel 2010. La visita di un Presidente sloveno alla Foiba di Basovizza, assurta a simbolo del calvario delle genti giuliane, fiumane e dalmate, è un evento storico e deve rimanere tale. Auspichiamo a questo punto che, quanto prima, tale passo venga compiuto anche dal presidente della Repubblica di Croazia».

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Parimenti importante è stato l’incontro nel palazzo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, durante il quale il Presidente Mattarella davanti a tre ministri ha assicurato il riavvio dell’iter istituzionale più volte richiesto anche per iscritto, compresa quest’ultima occasione, che deve portare alla soluzione delle questioni inerenti la diaspora giuliano-dalmata ancora pendenti: beni abbandonati, risarcimento da parte di Slovenia e Croazia, indennizzo da parte dello Stato italiano e tutela della (oggi) minoranza italiana nell’Adriatico orientale, della sua cultura e del bilinguismo.

«Dopo essere stati alla Foiba, i due Presidenti hanno svolto altre cerimonie – spiega il Presidente nazionale dell’A.N.V.G.D. – alle quali non abbiamo inteso partecipare e cui conseguentemente non siamo stati invitati. Ribadiamo pertanto che non concordiamo con la storiografia che dipinge i fucilati dell’Organizzazione Rivoluzionaria T.I.G.R. come quattro caduti dell’antifascismo, bensì li riteniamo terroristi che negli anni Venti auspicavano l’annessione con ogni mezzo al Regno di Jugoslavia di Trieste, Gorizia, Fiume, Zara ed Istria, ricongiunte in maniera internazionalmente riconosciuta all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale».

Prosegue Codarin: «La cessione del Balkan ad una fondazione costituita ad hoc è stata presentata con una narrazione in chiave antifascista che ha omesso gli antefatti di quella fatidica giornata culminata con l’incendio del palazzo. A partire dall’uccisione di due marinai italiani a Spalato e senza contestualizzare gli opposti nazionalismi che l’Impero asburgico fomentò e non pacificò in queste terre a partire da fine Ottocento: cinque anni prima del Balkan furono incendiati luoghi simbolo dell’italianità autoctona come la Società Ginnastica Triestina, la redazione del Piccolo e la sede della Lega Nazionale. Non possiamo, infine, che dirci esterrefatti – conclude il rappresentante degli esuli – della benemerenza ricevuta da  Boris Pahor. Egli ha parlato della vicenda delle foibe pure il 13 luglio stesso con termini indegni e degni di quel giustificazionismo che il Presidente Mattarella ha condannato anche in occasione del Giorno del Ricordo, senza dimenticare alcune sue uscite di stampo nazionalista che nell’Unione Europea non hanno ragion d’essere, con particolare riferimento alla contestazione dell’elezione di un sindaco di origine africana a Pirano. Già ci stiamo attivando affinché si presentino mozioni parlamentari su questo increscioso riconoscimento».

In merito alla copertura mediatica di tale giornata, alla luce di alcune affermazioni erronee che sono state pronunciate, l’A.N.V.G.D., in qualità più antica e rappresentativa tra le associazioni della diaspora adriatica (fondata nel 1947, oggi conta 34 Comitati provinciali e 25 Delegazioni territoriali), ritiene, infine, doveroso interessare la RAI affinché in analoghe prossime situazioni durante il commento vengano coinvolti anche rappresentanti dell’associazionismo degli esuli.

Lorenzo Salimbeni