Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
July 16th, 2024
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Trieste ha commemorato Vergarolla

Martedì 18 agosto anche Trieste ha commemorato quel che successe a Vergarolla il 18 agosto 1946.

Una delegazione del comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha presenziato alla deposizione di una corona di fiori sul cippo sito sul colle di San Giusto assieme alle associazioni combattentistiche e d’arma e ad altre sigle patriottiche e della diaspora adriatica. In pieno rispetto delle norme sanitarie anti-Covid19 il Presidente della Federazione Grigioverde Diego Guerin ha proferito un’allocuzione in ricordo delle vittime a seguito di una breve messa con la conseguente benedizione della stele ad opera di don Francesco.

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Presso il monumento che ricorda coloro che quel giorno morirono a causa della deflagrazione di mine antisbarco deposte sull’arenile si sono stretti nel ricordo i labari per la strage italiana con il più alto numero di morti dal secondo dopoguerra. Degna di nota la presenza di una rappresentanza della società Pietas Juilia, per la cui manifestazione sportiva indetta 74 anni fa sulla spiaggia di Vergarolla accorsero centinaia di persone. Sulla probabile natura terroristica della strage ad opera del Dipartimento di protezione del Popolo (OZNA) le associazioni degli esuli hanno recentemente chiesto di nuovo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di istituire una commissione per definire una volta per tutte quali ne siano i responsabili. Nel corso degli ultimi anni sono stati desecretati importanti documenti inglesi, ai quali apparteneva l’amministrazione temporanea della zona di Pola, dai quali emerge la precisa volontà di creare, a guerra finita, tutti i presupposti affinché la popolazione italiana fosse costretta a lasciare la propria terra. La declinazione di tale intento si ascriverebbe coerentemente nel contesto più ampio del confine orientale dove, dopo il 1945, la popolazione italiana subì una vera e propria “pulizia etnica”.

Andrea Altin 

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