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GoliOtok

Isola Calva. La cultura del ricordo

Nella Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari, il presidente del governo della Repubblica di Croazia, Andrej Plenković, si è recato nell’ex lager.

di Moreno Vranich – 23/08/2020 – Fonte: La Voce del Popolo

Nella Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari, il presidente del governo della Repubblica di Croazia, Andrej Plenković, si è recato sull’Isola Calva (Goli otok), dove ha deposto una corona ai piedi della targa commemorativa posta dal governo in ricordo delle vittime del regime comunista, ma anche più in generale di tutte le vittime dei regimi totalitari e autoritari.
“È importante coltivare la cultura del ricordo, perché senza la verità non ci possono essere né consapevolezza né rispetto per le vittime, come neppure la riconciliazione dei popoli europei, fra cui anche quello croato”, ha sottolineato Plenković nel momento solenne. “Oggi siamo qui per rendere onore alle vittime del regime comunista, che è stato uno dei regimi totalitari che hanno caratterizzato il XX secolo, anche in Croazia”, ha voluto ricordare Plenković il quale ha poi aggiunto come l’Isola Calva sia rimasta un centro di detenzione il cui obiettivo era quello di punire chi vi arrivava, fino agli anni 80’.

A chi ha chiesto al premier il perché di questa visita, considerando che gli ex presidenti del governo erano stati sull’isola molto raramente, Plenković ha risposto dicendo che la visita era un suo desiderio. “Non sono il primo presidente del governo che viene qui, c’è una targa commemorativa posta dall’Esecutivo che ha ormai dieci anni, e l’anno scorso era qui il presidente del Sabor, con varie altre delegazioni che hanno già fatto visita a questo luigo. Quest’anno ho voluto venire personalmente per rendere onore alle vittime”, ha spiegato il premier.

Cerimonie al Mirogoj
E mentre con il presidente del governo sull’Isola Calva c’erano il ministro del Mare, del Traffico e dell’Infrastruttura, Oleg Butković, come pure il consigliere speciale del premier, Zvonko Kusić, a Zagabria, al cimitero Mirogoj, c’era il vicepresidente del governo, nonché ministro dei Difensori, Tomo Meved a rendere omaggio alle vittime dei titalitarismi. In questa sede Medved ha acceso ceri al Muro del dolore e in altri luoghi simbolo. “La nostra storia complessa, come quella di molti popoli europei, è caratterizzata da grandi tragedie. Per questo anche oggi condanniamo tutti i regimi totalitari e rendiamo omaggio alle vittime”, ha dichiarato il ministro.
Crimini da condannare
Kusić, invece, sull’Isola Calva ha parlato di come nessuna tragedia si possa relativizzare e dunque di come un crimine commesso da una parte non possa venir giustificato in nessun modo da crimini precedenti. “Uno dei punti base di questo governo è che nessun diritto umano possa venir messo in dubbio da nessun male. Nessun obiettivo politico può giustificare i crimini che sono stati commessi, è questo il pensiero del Comitato per il confronto con il passato, istituito dal governo”, ha affermato l’accademico.
Per quanto riguarda la condanna dei simboli di questi regimi, Kusić ha spiegato molto semplicemente come nella società ci saranno sempre delle fazioni estreme, sia da una parte che dall’altra, le quali non saranno d’accordo con la proibizione dei simboli che sentono più vicini, mentre saranno estremamente convinti della necessità di proibire i simboli degli altri. “Esiste una proposta di legge la quale definisce molto chiaramente tutto, comprese le dovute eccezioni. Ma considerando anche il fatto che ci sono bambini nati dopo la Guerra patriottica, è importante andare avanti e cercare di ridurre questi antagonismi”, ha affermato Kusić.

Parole che sicuramente indicano la volontà di andare avanti, come il gesto compiuto dal premier, che è stato condiviso anche dal Centro per il confronto con il passato e dall’Ufficio zagabrese della Fondazione Friedrich Ebert, i quali hanno prodotto un comunicato per esprimere soddisfazione per la visita di Plenković all’Isola Calva. “Vogliamo salutare la Sua decisione di visitare l’Isola Calva in occasione della Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari. Al contempo la invitiamo nuovamente a salvaguardare l’Isola Calva e San Gregorio (Sveti Grgur), perché come purtroppo avete avuto modo di vedere, gli immobili sull’isola sono stati lasciati in balia delle intemperie, condannati alla devastazione”, si legge nella lettera aperta.
Messa a Macelj
Un altro appuntamento di grande valore simbolico per ciò che la giornata di ieri rappresenta, si è tenuto a Macelj, sul cui territorio si trovano 130 grotte che sono state trasformate in tombe, dalla più grande delle quali sono state esumate 1.250 vittime del regime comunista, fra le quali anche 21 preti. In questa località il parroco Vlado Mustač ha officiato una messa solenne, mentre Damir Borovčak, vicepresidente dell’associazione Macelj 1945 ha voluto semplicemente ricordare il principio fondamentale sui cui si basa l’associazione: “Odio no, vendetta no, vogliamo soltanto che la verità sia resa pubblica”.
“Nel gennaio di quest’anno in una grotta di 4 per 4,6 metri sono stati trovati i resti di 82 nuove vittime. La notizia è stata pubblicata due volte sulle pagine del Ministero, ma purtroppo non ha riscontrato nemmeno un po’ di attenzione da parte dei media croati”, ha affermato Borovčak, con l’intenzione di far capire come ancora oggi, in realtà, non si conoscano le esatte proporzioni di tutte le tragedie che si sono consumate in questi luoghi.