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XmasOssero

Identificare grazie al DNA le vittime di Tito

Inchiesta di Panorama sulle foibe in Slovenia e raccolta fondi per l’identificazione dei resti dei marò trucidati ad Ossero nel 1945. 

di Fausto Biloslavo – 20/12/2020
Fonte: Panorama

I 22 marò della X Mas e 6 militi italiani del battaglione Tramontana di Cherso hanno combattuto senza speranze contro l’avanzata dei partigiani di Tito nelle isole del Quarnero. Un loro compagno (Mario Sartori di Genova) si è suicidato dopo l‘ultima battaglia, per non cadere prigioniero, a Neresine il 20 aprile 1945. I 27 sopravvissuti, dopo la resa, sono stati torturati e condotti a Ossero scalzi e seminudi. Il 21 aprile hanno dovuto scavarsi la fossa dietro il muro nord del cimitero. Poi sono sono stati fucilati,
nonostante fossero prigionieri di guerra, e sepolti nelle due fosse comuni.
Solo il 9 maggio 2019, ben 74 anni dopo, sono stati riesumati i resti dei marò della X Mas e dei volontari della Tramontana di Cherso. Alcuni avevano sul cranio il foro del proiettile dell’esecuzione. “Adesso riposano nel sacrario dei caduti d’Oltremare di Bari- spiegano Licia Giadrossi e Federico Scopinich a Panorama – ma vorremmo dare un nome e cognome ai resti”. L’iniziativa è della Comunità italiana degli esuli di Lussino che ha sede a Trieste. “Grazie alle ricerche di alcuni soci e all’elenco dei prigionieri trucidati abbiamo rintracciato una decina di parenti sparsi per l’Italia disponibili al riconoscimento attraverso il Dna” spiega Giadrossi. Per questo motivo gli esuli hanno contattato Paolo Fattorini, l’esperto dell’identificazione genetica dell’Università di Trieste. Il problema sono i costi: “La nostra associazione è piccola e ha poche risorse”. Fattorini sta valutando la richiesta, ma fa notare che “solo di reagenti ci vogliono 100 € per vittima e si può arrivare anche a 500 € per tutta la procedura. Poi andrebbe aggiunto il costo del personale e l’utilizzo delle strumentazioni”.
I marò e i militi avevano aderito alla Repubblica sociale, la parte dei vinti, con l’idea impossibile di difendere un lembo d’Italia, ma non esiste giustificazione per le torture, l’esecuzione e le fosse comuni che dovevano farli dimenticare per sempre, se non le barbarie di chi non rispetta i prigionieri di guerra. Un buon motivo, 75 anni dopo, per dare un nome e un cognome ai resti ignoti che riposano nel sacrario di Bari lanciando una raccolta fondi sul sito di Panorama. E permettere ai familiari di avere una tomba vera dopo deporre un fiore e piangere i loro cari riemersi dall’oblio ideologico del passato, giusto o sbagliata che fosse la loro scelta.

Se pensate sia giusto aderite e fate girare.

Comunità di Lussinpiccolo – Trieste
Fondo Ossero: IBAN  IT45P0103002230000003586982 c/o Monte dei Paschi di Siena
Causale: “Per l’identificazione dei marò di Ossero”.