Serenissima: Anno Zero
“Serenissima: Anno Zero” consiste in quattro volumi di Federico Moro (studioso e scrittore veneziano), in uscita a partire da oggi, sabato 20 marzo, per quattro settimane consecutive, in abbinata con il quotidiano Il Gazzettino grazie all’Editore LEG di Gorizia.
Una storia da conoscere e una tesi rivoluzionaria: le origini di Venezia viste sotto un’angolazione del tutto nuova, che diventa spiegazione per la straordinaria avventura civile, politica e culturale della futura Serenissima. Lo stato rimasto indipendente per più tempo al mondo, il quale proprio per questo rappresenta ancora una perenne lezione per chiunque.
Primo volume: L’alba di un nuovo giorno, 402-421
Ogni inizio ha le radici in una fine. Vale per i singoli e le collettività organizzate, sino alle più complesse finora elaborate dagli esseri umani: gli Stati. Venezia nasce dalla dissoluzione di Roma e trae vita dall’incapacità dei successori dell’impero di assumere il controllo della costa veneta. Questo spazio viene occupato da quanti abitavano città e campagne della terraferma. Costruiscono una propria organizzazione, per rispondere alle esigenze e alle sfide generate da una scelta rivoluzionaria: diventare anfibi, barattando la terra con il mare. Una scommessa per vincere la quale occorrono un popolo e una cultura nuovi. Nasce una nazione, che costruisce una città e crea una repubblica. Queste pagine ne raccontano l’alba.
Secondo volume: Avamposto del futuro, 423-554
Il dissolversi della parte occidentale dell’impero di Roma, che non riesce a uscire dalla spirale di guerre civili in cui si dibatte da tempo, coincide con l’affermarsi di necessari contropoteri territoriali locali. Il fenomeno non può venir contrastato dagli eredi dello stato romano, i cosiddetti regni romano-barbarici, per intrinseca debolezza e deficit culturale, in materia di arte di governo, delle aristocrazie guerriere al loro vertice. La costa veneta accentua il separatismo, sempre più attraente per quanti scelgono un’altra vita rispetto alla travagliata esistenza sulla Terraferma. Si rinforza anche la dimensione militare, grazie a una superiorità marittima alimentata da capacità nautiche scomparse altrove e dal crescente peso demografico. È il secondo, indispensabile, passo verso la nascita di una nuova nazione.
Terzo volume: Alla ricerca di un’identità, 555-697
Nel secolo e mezzo che, secondo il Mito, trascorre tra l’invasione longobarda e l’elezione del primo doge si assiste a un cambiamento radicale nella Penisola. Per la prima volta dall’unificazione romana, l’Italia risulta divisa in realtà diverse e conflittuali. Occorreranno mille e trecento anni perché tale frattura venga ricomposta.
Può prendere così forma la nuova realtà politica dei Veneti della costa. A spingere alla sua definizione è, ancora una volta, la guerra a causa delle ripetute offensive longobarde, che restringono l’area sottratta al controllo dei sovrani di Pavia. Nessun aiuto arriva dall’esterno e l’unica speranza di salvezza, di nuovo, risiede nell’exercitus Venetiarum: fornirà i quadri, l’infrastruttura di base e la cultura del nascente stato marittimo.
Quarto volume: Una nuova nazione, 698-811.
La Venetia Maritima dell’VIII secolo è ormai uno stato formato, con propria dimensione politica e ideologica. La completa indipendenza si misura sulla capacità di elaborare un’autonoma geo-strategia, basata sul disinvolto impiego dei punti di forza disponibili. Esercito e flotta ne rappresentano i cardini oltre a esserne le radici istituzionali. Hanno permesso la nascita di una nuova nazione, comunità dai molti e diversificati apporti che ha prodotto una propria cultura in uno spazio condiviso: la matrice dell’inesauribile vocazione imperialista presente nel carattere nazionale dei Veneziani, che trova ulteriore alimento nella consapevole scelta marittima. Venezia non nasce romana, neppure bizantina, longobarda o franca, bensì veneziana. Lo stato prima, la città poi vennero fondati dai soldati e i marinai che impedirono a chiunque d’impadronirsi della linea di costa da Chioggia a Grado. Conservandola libera per oltre tredici secoli.