Il Giorno del Ricordo richiede rispetto
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa comunicazione del dott. Umberto Zuballi (per anni Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale del Friuli Venezia Giulia), inviata alla redazione del Fatto Quotidiano in merito alla questione Montanari, ma non pubblicata.
Da vecchio istriano non posso tacere a fronte dell’attuale, triste polemica sulle foibe. Innanzi tutto, non ha senso confrontare o contrapporre la giornata del Ricordo a quella della Memoria, o addirittura al 25 aprile. Sono momenti diversi della nostra storia, che deve essere condivisa.
Per quanto riguarda il Giorno del Ricordo, la legge istitutiva è stata approvata dal Parlamento con un’amplissima maggioranza trasversale. Si tratta di un atto doveroso, dopo che per decenni la tragedia delle foibe e dell’esodo era stata – se non dimenticata – accantonata. Naturalmente questo nulla ha a che fare con i giudizi storici e ancor meno con la politica di parte. Quanto alla triste contabilità degli infoibati, va ricordato che la stragrande maggioranza di essi aveva la sola colpa di essere italiana, così come l’esodo di più di trecentomila istriani, fiumani e dalmati fu causato dalla volontà di rimanere italiani. Di recente, sia in Slovenia sia in Croazia sono state scoperte numerose foibe dove giacciono i resti di slavi, oppositori di Tito e non solo, uccisi barbaramente in quegli anni terribili.
Invito chi voglia informarsi a leggere gli scritti di Leo Valiani, poi “Primavera a Trieste” di Quarantotti Gambini, “Verde acqua” di Marisa Madieri, gli articoli di Claudio Magris sull’argomento oppure a rivedersi la piece teatrale “Magazzino 18”. Per approfondire la triste vicenda può essere utile leggere il rapporto della commissione di storici italiani, sloveni e croati oppure le lettere di Milovan Gilas, il braccio destro di Tito, che evidenziavano il carattere prevalentemente italiano della costa istriana.
Certamente gioverebbe anche una visita al quartiere giuliano dalmata di Roma, non lontano dall’EUR, o al Villaggio del Pescatore in provincia di Trieste. Vi si incontrano popolazioni serie, dignitose, laboriose e lontane da ogni odio o revanscismo. Come scrisse Montanelli, il prezzo di una guerra sconsiderata voluta dal fascismo venne pagato da un popolo innocente, a suo dire forse la parte migliore d’Italia.
Sicuramente vi sono state e purtroppo ancora persistono speculazioni politiche sulle foibe, da entrambe le parti, ma si tratta di operazioni squallide che nulla hanno a che fare con la doverosa memoria di una tragedia e di un’ingiustizia. Nel 2020, il 13 luglio, il Presidente della Slovenia e il nostro Presidente Mattarella si sono recati a rendere omaggio alla foiba di Basovizza e subito dopo al monumento che ricorda gli slavi fucilati dai fascisti. Senza fare classifiche, senza sciocche contrapposizioni, i due Capi di Stato hanno chinato il capo tenendosi per mano. In silenzio. Queste vicende richiedono silenzio e rispetto. Per chi vuole, anche una preghiera.
Umberto Zuballi