Itinerari nella terra e nei romanzi di Fulvio Tomizza
Un progetto intitolato al grande autore, volto a valorizzare, lungo cinque percorsi, la cultura e le tradizioni del territorio
Nella stagione calda che ci siamo lasciati alle spalle, è nato l’”Itinerario storico-letterario Fulvio Tomizza”, un omaggio speciale allo scrittore e al suo opus letterario. Ispirandosi ai romanzi di Tomizza, l’Itinerario invita a ripercorrere i luoghi in cui l’autore ha vissuto e che ha amato, a conoscere gli eventi e i destini delle persone di queste terre. Percorrerlo è appagante anche per la bellezza del paesaggio e le tracce storiche che s’incontrano lungo il cammino. Suddiviso in 5 facili percorsi, il percorso è completamente segnato con indicazioni e segnavia di colore blu, tracciabili in GPS. La mappa è di carattere informativo. Per scaricare il percorso in forma digitale è stato creato pure un codice QR.
La «squadra» dell’iniziativa
Il progetto volto a valorizzare la nostra cultura, la vita e le tradizioni degli abitanti, la storia del territorio e da adesso pure l’attività all’aria aperta è opera della Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago (che ne è l’editore) ed è stato pubblicato in accordo con la “Grandi & Associati” di Milano. Vede come finanziatori la Città di Umago, l’Università Popolare di Trieste e l’Unione Italiana. La presidente del sodalizio, nonché autrice del testo e redattrice del dépliant dell’itinerario, Floriana Bassanese Radin, sottolinea l’importanza della proficua collaborazione con Maja Livada nella creazione grafica e con Antonella Degrassi per l’intera organizzazione. Maura Favretto è la redattrice del progetto in italiano e firma pure la traduzione in inglese. La traduzione e la revisione in lingua croata, nonché la revisione dei testi in lingua italiana sono di Lorena Monica Kmet e Manuela Bose. Il tracciato GPS del percorso è opera di Goran Blažević. Il progetto grafico è della società Umago City Council; la stampa della Paper World Umag. Le ricche fotografie sono state concesse dalla CI “Fulvio Tomizza”, dalla Biblioteca e dal Museo civico di Umago, da Martina Dagostini, Lean Brajković e David Deehan.
Guidati dalle citazioni
Il percorso si snoda su tutto il territorio dell’Umaghese seguendo citazioni dalle opere di Fulvio Tomizza, quali “Materada”, “La miglior vita”, “La quinta stagione”, “Le mie estati letterarie”, “La casa col mandorlo”, “I rapporti colpevoli” e “Alle spalle di Trieste”. Seguendo l’itinerario ci si troverà immersi nel paesaggio e nel mondo dello scrittore, apprendendo le vicissitudini storiche del territorio umaghese e della sua gente, la tragedia dell’esodo, che alla fine della Seconda guerra mondiale e nei decenni seguenti ha segnato e modificato profondamente l’identità socioculturale della penisola.
Fulvio Tomizza (Giurizzani, 26 gennaio 1935 – Trieste, 21 maggio 1999) è un importante autore italiano del secondo Novecento, autentica voce dell’Umaghese e della campagna circostante, testimone narrante delle vicende storiche che hanno travolto il territorio istriano. Numerosi sono i passi letterari che, nel dépliant, intercalano le spiegazioni storiche delle località e dei luoghi d’interesse: sono parole e pensieri che si sposano magistralmente con il percorso proposto.
S’inizia da Matterada
Il primo percorso letterario (7 chilometri) inizia dalla piccola località di Matterada, che vide nascere Tomizza e che è il luogo dove egli riposa con i sui avi nel silenzio del cimitero. “Materada” è anche il titolo del romanzo che lo ha reso noto al pubblico e che rivela il profondo legame dell’autore con questa parrocchia, fondata dal suo avo, il gastaldo Giorgio Tomice, nel 1668, come testimoniato dall’antica iscrizione sull’architrave della chiesa locale. Si va a toccare poi Giurizzani, il paese più grande del comprensorio e centro delle vicende della maggior parte dei romanzi di Tomizza. L’itinerario prosegue prendendo la strada che dalla fontana porta al villaggio di Babizza dove, arrivati al bivio, s’imbocca la stradina a sinistra che porta al villaggio di Momichia. In fondo all’abitato, sul lato sinistro, una stradina conduce alla casa di Fulvio Tomizza. Negli anni ‘70, infatti, lo scrittore acquistò a Momichia una piccola casa, dove poteva ritornare alla vita semplice, in sintonia con i ritmi della natura. In quest’angolo tranquillo scrisse le sue pagine più belle. Il primo itinerario si conclude procedendo a fianco dell’oliveto dello scrittore fino all’abitato di Pizzudo. Attraversando l’intersezione con la strada asfaltata, tra boschi e campi, si va a incontrare il corso del Patocco, che conduce alle porte di Petrovia.
Da Petrovia a Seghetto
È proprio da quest’ultimo paese che parte il secondo percorso (15 chilometri). Con il secondo romanzo della Trilogia istriana, “La ragazza di Petrovia”, Tomizza presenta ai lettori questo villaggio, situato a metà strada tra Giurizzani e Umago. “La ragazza di Petrovia” è la continuazione ideale del romanzo precedente, “Materada”. Dalla piazza di Petrovia si procede in direzione di Umago, lungo la strada limitata da tipiche case familiari. Dopo circa 100 metri si gira a sinistra verso la frazione di Maccalè, dove la strada sterrata costeggia vigneti ben curati e il secolare querceto di Boscognade. Il sentiero conduce alla Stanzia di Lacoti e prosegue su asfalto per circa 1 chilometro, arrivando al villaggio di Cusci, per diventare sentiero boschivo fino al paese di Dolinzi, da dove porta sulla statale Umago-Cittanova. Attraversata la strada, dopo soli 50 metri si raggiunge il campeggio di Finida, nella baia di Buso. Queste località fanno parte del territorio di San Lorenzo che deve il suo nome all’omonimo edificio di culto ubicato proprio al centro dell’abitato. Nel centro del paese sorgono la chiesa e la Casa di cultura, che ospita la locale Banda d’ottoni “Naša sloga”, fondata nel 1913, una delle più longeve in Istria, nonché la locale Comunità degli Italiani, fondata nel 1993. Il tratto di costa, con le campagne e il bosco dietro Punta San Giovanni, viene pure chiamato Finida.
Proseguendo verso Umago ci s’imbatte nel paese di San Giovanni della Cornetta. Ubicata in riva al mare, a Punta Rosazzo, si trova invece la chiesa di pietra bianca istriana intitolata al diacono e martire San Pellegrino, patrono di Umago e citata nei documenti storici a partire dal 1106. Proseguendo lungo la pista ciclabile in direzione di Umago, sulla sinistra si possono osservare gli uliveti dell’ex cementificio, ubicato su Punta delle Vacche. Per raggiungere il borgo di Seghetto, dalla strada principale s’imbocca a destra la via per Rosazzo, in fondo alla quale è visibile l’imponente palazzo dei De Franceschi, che ancora oggi domina il piccolo borgo e testimonia la peculiare e lunga storia dei suoi proprietari. Si ritorna a Umago lungo la strada principale.
Da Pozioi a Umago
Il terzo percorso (4 chilometri) inizia dopo aver superato le zone residenziali di Muiella e Pozioi, lungo la passeggiata che delimita la riva sud di Umago, denominata Riva San Pellegrino, dalla quale si può osservare la spiaggia dove, fino alla fine degli anni ‘40, si trovava la struttura balneare Bagno San Marco, della famiglia Coslovich. In fondo alla Riva sorge il Museo civico, il più antico e meglio conservato edificio del nucleo storico umaghese. L’itinerario continua attraverso il centro storico lungo via Fiume fino a piazza Libertà, dove sono ancora visibili tracce dell’originale architettura gotica e rinascimentale. Numerosi sono ancora i punti storico-turistici esaustivamente riportati nel cartaceo, come la più grande industria nazionale, la diga, la chiesa di Umago dedicata all’Assunzione della Madonna e a San Pellegrino, l’elegante campanile del Quattrocento, la cisterna comunale del 1667 e molto antro ancora. Il percorso passa a fianco della chiesetta sconsacrata di San Rocco e prosegue lungo la via Commerciale fino all’edificio dell’Università popolare aperta “Ante Babić”, dove al pianterreno c’è la Biblioteca civica, mentre la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” occupa la parte orientale dell’edificio. Nata come Circolo di Cultura Italiana (CIC) nel novembre del 1947, dal 2002 porta il nome dello scrittore.
Da Umago a Salvore
Il quarto percorso (10 chilometri) interessa il tratto da Umago a Salvore, dove si arriva passando per i villaggi turistici di Stella Maris e Catoro. Proseguendo per i sentieri lungo la costa, da Zambrattia si arriva sul punto più occidentale della penisola istriana, a Bassania, che vanta il faro più antico dell’Adriatico (1818) ancora in uso. Nelle sue vicinanze, su Punta Laco, si vedono le singolari gru usate per sollevare le batane e proteggerle dalle mareggiate. A Bassania si trova pure la sede della CI di Salvore, fondata nel 1962. Una delle tante curiosità riportate è che all’entrata dell’antico abitato di Salvore si trova il cippo che ricorda le vittime del piroscafo “San Marco”, la nave di linea che collegava le cittadine della costa istriana con Trieste. La zona, ricca di resti di antiche ville rustiche, si distingue anche per importanti opere portuali dell’epoca romana. Subito fuori dall’abitato, sulla sinistra di Villa Anna, s’imbocca la pista ciclabile e si gira sulla destra lungo il sentiero immerso nell’ombra di alberi di gelso, pino nero e alloro.
Da Salvore a Matterada
Il quinto e ultimo percorso di 22 chilometri parte da Salvore, passa per Villania e ritorna a Matterada. Va verso Monte Rosso, passando per gli abitati di Alberi e Valfontane. Superato l’albergo Kempinski, la strada sterrata porta verso il sito di San Pietro. Per arrivare a Madonna del Carso si attraversa una zona carsica, poco adatta all’agricoltura, motivo per cui nel passato l’attività maggiormente in uso fu la pastorizia. Ancora oggi, lungo il percorso, ci si può imbattere in pastori con greggi di pecore. Continuando lungo il tracciato si arriva alla Parenzana, che va seguita fino alla stazione di Valizza. Da qui il percorso prosegue verso l’abitato di Barboi, che attraverso un sentiero boschivo porta al camposanto di Madonna del Carso. Tra le altre cose, nel villaggio di Madonna del Carso si trova la bellissima chiesa della Beata Vergine delle Grazie, del XVI secolo, il campanile con l’alta cuspide conica e l’interessante palazzo in stile barocco della famiglia Sossa. L’itinerario si conclude ritornando a Matterada. Subito dopo il campo di calcio di Madonna del Carso s’imbocca il sentiero nel bosco che porta alla Cava di Villania. Raggiunta Villania si prosegue lungo la strada asfaltata per circa 500 metri in direzione di Petrovia dove, abbandonata la strada che passa per la boscaglia, si arriva al Patocco. Un punto di scelta: svoltando a sinistra in direzione Gurizzani si arriva a Matterada, punto di partenza dell’itinerario, oppure, dirigendosi in direzione di Petrovia, porta a Umago per concludere l’itinerario sulla Riva nuova.
Viaggio a tavola
Il dépliant si conclude con la cucina nostrana, tanto cara a Tomizza. Dalle pagine degli scritti autobiografici, “Le mie estati letterarie”, in particolare dal saggio “La cucina istriana”, traspare tutta la ricchezza della gastronomia istriana nata dall’incontro della terra con il mare, ma anche dall’incontro di persone di provenienza e culture diverse. Pagine meravigliose, dalle quali emerge, ancora una volta, tutto l’attaccamento dello scrittore alla sua terra.
Erika Barnaba – 10/10/2021
Fonte: La Voce del Popolo