Sui Colli Euganei vive la tradizione Luxardo
Sul portale «I parchi letterari» don Giulio Osto ripercorre la storia e le origini della nota fabbrica proprietà della famiglia esule dalmata.
Sul portale I parchi letterari, all’indirizzo Web www.parchiletterari.com/contributi-scheda.php?ID=04785, è stato pubblicato di recente un testo di don Giulio Osto, presbitero della Diocesi di Padova, docente di Teologia alla Facoltà Teologica del Triveneto e all’Istituto superiore di Scienze religiose di Padova, di cui è anche il segretario, che ripercorre la storia della distilleria della famiglia Luxardo, esule da Zara e che qui riproponiamo.
Una «Via Zara»
Il viandante attento passeggiando per Torreglia, vicino ad Abano Terme, all’interno del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei, si imbatte in una via dal nome un po’ insolito per l’ambiente euganeo. Poco oltre l’Antica Trattoria Ballotta, sulla via Romana, a destra c’è, infatti, via Zara. Imboccando questa strada si può osservare sulla sinistra la Distilleria Luxardo. Basta prendere una bottiglia del famoso Maraschino per ritrovare proprio nella storica etichetta l’indizio più importante: a sinistra è scritto: Zara 1821 e, a destra, 1947 Torreglia. Due luoghi, due date e una lunga storia che intreccia la Dalmazia, cioè l’attuale Croazia, dove sorge la bella città di Zara, e il paese euganeo di Torreglia.
Dalla Dalmazia a Torreglia
Durante la Seconda guerra mondiale, sul finire del 1943 l’azienda Luxardo di Zara venne bombardata e interamente distrutta. Si trattava di una delle industrie più prestigiose, prima del Regno di Dalmazia all’interno dell’Impero Austro-Ungarico (1797-1913), poi del Regno d’Italia (1918-1939), fortunatamente sopravvissuta alla Grande Guerra. Nel 1944 dopo la ritirata delle truppe italiane e tedesche dalla Dalmazia, a Zara giunsero i partigiani comunisti di Tito.
Uno dei più tragici effetti fu la sorte degli abitanti protagonisti dell’esilio istriano-giuliano-dalmata, purtroppo ancora poco conosciuto nella sua complessità. Molte persone vennero uccise, molte portate in campi di lavoro e altre furono fatte sparire dentro le foibe, cioè delle enormi cavità delle montagne.
La rinascita del Maraschino
Nel 1944 Pietro Luxardo e il fratello Niccolò con la moglie, vennero uccisi, annegati nel mare di Zara. L’unico dei fratelli superstiti, Giorgio Luxardo, esule in Italia, dopo analisi e valutazioni, ebbe il coraggio di provare a ripartire e, insieme a Niccolò III, ormai della quinta generazione di famiglia, iniziò a valutare quale potesse essere un territorio propizio per la coltivazione delle piante di marasche, un frutto molto simile alle ciliegie, ma dal sapore più acidulo e amaro.
Per una ricetta esclusiva della famiglia Luxardo nasce infatti il liquore di marasche cioè il Maraschino.
L’aggiunta della scritta 1947 Torreglia, su ogni bottiglia, dice la forza di una rinascita e infonde speranza e fiducia ancora oggi.
Insieme al celebre liquore, ideale sulla frutta e sul gelato, la Luxardo produce gustosissime confetture insieme ad altri distillati come il celebre Sangue Morlacco e una grappa speciale che, proprio perché prodotta a pochi chilometri da Arquà Petrarca, prende il nome di Grappa del Petrarca (www.luxardo.it).
Il Giorno del ricordo
Le dolorose vicende dell’esilio istriano-giuliano-dalmata sono divenute occasione per un momento di consapevolezza nazionale attraverso l’istituzione, solamente nel 2004, del Giorno del ricordo, curato soprattutto dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La data della celebrazione è il 10 febbraio poiché nel 1947, venne firmato il Trattato di pace che assegnava alla neonata Jugoslavia l’Istria e buona parte della Venezia-Giulia, con la conseguenza di far diventare, tutto d’un tratto, stranieri coloro che da sempre erano italiani, semplicemente dell’altra sponda dell’Adriatico (www.arcipelagoadriatico.it).
La bellezza del paesaggio euganeo, dunque, custodisce anche ricordi di vicende molto tristi e dolorose che meritano la responsabilità della conoscenza e il coraggio della memoria.
Roberto Palisca – 23/10/2021
Fonte: La Voce del Popolo