Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
July 17th, 2024
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Savino de Bobali Sordo

Rime Amorose

Professione: Poeta
Luogo: Dalmazia
Autore: S. P. Novak

Nacque a Ragusa nel 1530 e morì a Stagno nel 1585 all'età di 55 anni. Da rampollo della locale nobiltà, entrò nel Maggior Consiglio a 20 anni, e si accinse ad adempiere con rassegnazione uffici che da aristocratico, gli spettavano. Insieme con l'Amalteo e il Nascimbeni fondò l'Accademia dei Concordi, che promuoveva la bella letteratura. Gli Accademici si radunavano nel palazzo della Dogana, comunemente detto Palazzo Sponza, per leggere, tra l'altro, le loro rime. Sappiamo che qui si davano convegno Luciano Ghetaldi, Natale Tudisi, Marino Cabota (anche membro dell'Accademia dei Confusi di Viterbo), Marino Darsa, Domenico Ragnina, Niccolò Primi, Luca Sorgo, la gentile poetessa Giulia Bona, Michele Monadi. Bobali, ammalatosi in giovane età, trascorse la maggior parte della vita segregato nel suo castello di Stagno nei pressi di Ragusa, dove si dedicò alla poesia e allo studio. Ebbe a lamentarsi nei suoi versi, dello stato fisico che non gli concedeva la libertà di vivere a suo modo. Avrebbe voluto viaggiare e visitare l'Italia, della quale era affascinato. Indirizzò per tanto la sua indole impetuosa alla poesia diventando una delle voci più intense del suo tempo. Ma in vita Bobali divenne famoso anche come paziente: la sua malattia fu oggetto di studio di uno dei più celebri medici del tempo. Quando ebbe 30 anni il suo male fu descritto dal medico portoghese Amatus Lusitanus nell'opera pubblicata nel 1560. Si informa, infatti, di un paziente ammalato di sifilide (lues), che si lamenta di vertigini e di disturbi dell'udito, inconsapevole del fatto che sia proprio il suo scomposto modo di vita la causa dei suoi malanni per cui continua senza ritegno fino a diventare completamente sordo. Anticonformista, disubbidiente e ribelle, a causa del suo stato fisico, quando finalmente decise di trasferirsi in campagna, iniziò un viaggio nella meditazione e nel proprio animo. Così, dando sfogo alla lacerata intimità, riempì lo spazio poetico di riflessioni molto personali e di tensioni contraddittorie in maniera ancora non sperimentata. Petrarchista indisciplinato, superò le convenzioni classicheggianti: fu poeta del dolore, dei contrasti, delle emozioni intense, attento scrutatore degli opposti. Bobali fu il primo vero manierista nella poesia dalmata, che riciclando motivi letterari comuni, impregnò di freschezza e di forza le musicalità dei secoli passati, soggiogandoli all'espressività eruttiva di una voce del dolore e della felicità. Scrisse in italiano e in slavo. I suoi versi croati furono raccolti dai suoi amici, e la raccolta delle sue Rime amorose, pastorali e satiriche del magnifico Savino de Bobali Sordo, Gentiluomo Raguseo, uscì per la prima volta in Italia, nell'edizione di Aldo, nel 1589, quattro anni dopo la sua