Asilo di Zara, il Vice Ministro Dassù all’inaugurazione
A Zara, ricominciamo dai giovani
E ad un certo punto succede, un sogno lungo 22 anni diventa realtà. “Avevo preparato una relazione dettagliata sulle tappe, sofferte, che ci hanno portati al risultato finale” – ha detto la presidente della Comunità degli Italiani di Zara, Rina Villani, rivolgendosi al numero pubblico di autorità ed attivisti accorsi sabato mattina scorso alla cerimonia d’inaugurazione dell’asilo italiano Pinocchio allestito all’interno di una moderna villa nel rione Spada, nella parte nuova della città.
Ma alla fine sono state le prospettive ad affermarsi sulla consapevolezza di avere alle spalle una lunga lotta. Quali? Sintetiche e concrete, ribadite dal Vice Ministro italiano agli esteri, Marta Dassù che auspica uno sviluppo della realtà scolastica in una verticale che un giorno apra la possibilità ai ragazzi di frequentare anche la scuola elementare e possibilmente anche il Liceo in lingua italiana. Le fa eco il Sindaco di Zara Bozidar Kalmeta sottolineando che il comune destina il 20 per cento del proprio bilancio al finanziamento degli asili frequentati da 2600 ragazzi in una rete, comunale e privata, che soddisfa tutte le esigenze. “Ogni bambino – ha affermato – che lo desideri, può contare su un posto all’asilo”. Le rette sono uniformate, per tutte le istituzioni prescolari. I costi aggiuntivi, laddove si rendono necessari, come nel caso dell’asilo italiano, vengono sostenuti dal comune. La speranza di crescita e la stabilità confermata rappresentano un volano di sicuro sviluppo di una realtà che schiude a tanti significati. Primo fra tutti, ribadito dai numerosi ospiti, l’eccezionalità di un momento “epocale e storico” che ha dell’incredibile. A quasi settant’anni dalla chiusura delle scuole italiane, rinasce come araba fenice, un’istituzione della minoranza, legata alla comunità, all’Unione Italiana, supportata dall’associazione Dalmati Italiani nel Mondo, con il plauso delle altre associazioni degli esuli che hanno voluto, con la loro presenza, significare la condivisione di un momento focale.
Ecco perché, alla Comunità degli Italiani hanno voluto partecipare in tanti: il viceministro degli Affari esteri italiano, Marta Dassù, il ministro plenipotenziario Francesco Saverio De Luigi, presidente del Comitato di Coordinamento per la minoranza italiana in Croazia e Slovenia, l’ambasciatore italiano a Zagabria, Emanuela D’Alessandro, il console generale d’Italia a Fiume, Renato Cianfarani, i rappresentanti dell’Unione Italiana, il presidente Furio Radin e il presidente della Giunta esecutiva, Maurizio Tremul, nonché la titolare dei Settori Cultura e Teatro, Arte e Spettacolo, Marianna Jelicich Buic il vicepresidente dell’Università Popolare di Trieste, Fabrizio Somma, il direttore generale Alessandro Rossit, Renzo Codarin (Federazione delle Associazioni degli esuli Istriani Fiumani e Dalmati), Giorgio Varisco, Guido Crechici, Elio Ricciardi (Associazione dei Dalmati italiani nel mondo), Antonio Ballarin (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) ed Emanuele Braico e Carmen Palazzolo Debianchi (Associazione delle Comunità Istriane), l’assessore della Regione Veneto, Roberto Ciambetti, referente per il bilancio e le finanze, per i rapporti con gli enti locali ma anche per la cooperazione transfrontaliera e transnazionale. Nelle parole della Dassù, la sensibilità del Governo italiano per le esigenze della comunità italiana alla quale intende rivolgere una continua attenzione affinché si affranchi uno spirito europeo di condivisione delle ricchezze delle diverse culture. Quasi a ribadire che è il momento di trasformare in speranza di sviluppo dinamiche che hanno significato nel passato divisioni e tragedie. L’Europa è un’opportunità da cogliere, per tutti.
Ne son ben convinti i rappresentanti politici, di Zagabria e Zara che, durante la cerimonia, all’asilo, – sono intervenuti il Sindaco di Zara, Kalmeta, il vicesindaco Valencic, la rappresentante del Ministero dell’istruzione Sabina Glasovac, rappresentanti della regione e delle istituzioni culturali – hanno sottolineato la ferma volontà di impegnarsi per una crescita nello spirito europeo di una pacificazione che sia foriera di successi.
Su tutto poi ha avuto il suo momento di sintesi la cultura: in Comunità con il saggio dell’Ottetto Pietà che ha dedicato al pubblico anche un brano del grande Verdi e con la lettura di un brano di una “maestra di scuola materna di Zara negli anni della guerra”. Caterina Fradelli Varisco nel suo scritto-testimonianza lasciato ai posteri, letto da una giovane della Comunità, ha commosso l’uditorio caricando di emotività un momento già denso di pensieri e riflessioni. La sensazione, concreta, di essere dentro la storia, senza riserve.
All’asilo sono stati i bambini a cantare un girotondo, a ballare, a recitare innestandosi in un programma di musiche scelte, proposte dal quartetto di cui fa parte il Presidente della CI di Spalato Damiano D’Ambra.
Ed infine le considerazioni dei genitori e degli altri partecipanti: l’asilo è accogliente, moderno, dotato di tutte le caratteristiche che lo rendono un’eccellenza con l’intenzione di crescere e migliorare.
“E’ con grande soddisfazione – ha dichiarato il Presidente di FederEsuli, Renzo Codarin – che abbiamo partecipato a questa giornata intensa ed emozionante. Abbiamo toccato con mano una realtà che è diversa da quella istriana ma proprio per questo da seguire con attenzione, passo passo, per amore di una ricomposizione che avviene attraverso il contributo delle nuove generazioni sulle quali dobbiamo investire tutto il nostro impegno”.
Per Unione Italiana che ricorda i momenti della chiusura delle scuole italiane (a Zara come ad Abbazia ed Albona) nel 1953 con la Circolare Perusko, quello di Zara è un momento di riscatto ma anche la tappa di un percorso che segnerà a breve un altro successo – come hanno ricordato Tremul e Radin – con l’inaugurazione dell’asilo di Abbazia e anche la costruzione di un nuovo asilo a Fiume. Un ringraziamento è stato rivolto, da tutti, ai presidenti delle rispettive repubbliche – Giorgio Napolitano e Ivo Josipovic – che dopo gli incontri di Trieste e Pola hanno indicato un percorso senza precedenti, sognato da tanto.
L’Osservatore Adriatico
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