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Beatrice Lorenzin: «Gli esuli siano d’esempio»

La ministra della Salute intervistata a “èStoria” sulla sua istrianità.

Nel pomeriggio di venerdì 26 maggio la giornalista Lucia Bellaspiga ha intervistato nella Tenda Apih dei Giardini pubblici di Gorizia la ministra della Salute Beatrice Lorenzin e l’esule gallesanese Piero Tarticchio sul tema Noi italiani due volte, nell’ambito del XIII Festival internazionale èStoria. «Esistono – ha spiegato la ministra – tre Pola per me: quella di mio padre, quella di mia nonna e la mia. Il racconto di mio padre è sempre stato scarno. Forse ha raccontato di più quando ero più grande. Ma sempre con un senso di pudore e privazione, per non far pesare su noi figli quello che era mancato a lui. Poi c’è la Pola raccontata da mia nonna e dagli altri parenti sparsi per il mondo: Stati Uniti, Australia… Una famiglia, come tante altre, sradicata e nella quale non era facile mantenere i contatti tra continenti diversi. Pola ha inciso molto su di me per tanti aspetti diversi. Mio papà andò via con mia nonna, vedova, nel 1950. Non riuscirono a farlo subito. Per lei era difficile staccarsi dalle sue cose, dalla sua famiglia. Però dopo i primi sei mesi già avevano capito l’aria che tirava. Erano cominciate le angherie cui erano sottoposti gli italiani. Mancava da mangiare. Mia nonna finì con mio padre in una lista per l’Isola Calva, ma fu salvata da un parente che riuscì a far capire che non era una sediziosa pericolosissima per il regime. Così nel 1950 riuscirono a partire in treno. Poi per circa tre mesi furono ospiti di un campo profughi. A Firenze mia nonna paterna, che aveva avuto una vita anche abbastanza agevole nonostante la guerra, i primi anni in Italia fece la domestica per rimettersi in piedi e dare a mio padre la dignità di studiare e di farsi la sua famiglia. Sono storie forti, anche rocambolesche, ma vissute con una grandissima dignità e un grandissimo senso dello Stato, che ti fanno capire il senso profondo della verità e della libertà, che apprezzi solo quando rischi di non averle più».

L’Arena di Pola, 5 giugno 2017