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November 26th, 2024
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Boschibio

Boschi riapre il Tavole Esuli-Governo e si impegna per risolvere le questioni ancora aperte

Si è riunito mercoledì 29 marzo il Tavolo di lavoro Governo-Esuli, presieduto dalla Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, On. Maria Elena Boschi, dopo due anni in cui erano rimaste aperte undici questioni: 1. Accordo di Roma del 1983 (perfezionamento di Osimo): promemoria sui beni italiani passati agli attuali Stati successori della Jugoslavia, oggetto del debito sloveno e croato verso la Repubblica Italiana; 2. Indennizzi dei beni abbandonati in seguito al Trattato di Pace del 10 febbraio 1947; 3. Stato dell’arte della ex Legge 72 del 2001; 4. Scuola ed istruzione; 5. Problemi anagrafici; 6. Cittadinanza italiana; 7. Medaglia d’Oro al Valor Militare alla città di Zara; 8. Onoranze ai caduti e sacrari di guerra; 9. Contributi previdenziali INPS per deportati in Jugoslavia; 10. I Consolati; 11. Emendamento della legge per le domande per assegnazioni delle onorificenze alle famiglie degli infoibati. Nei due anni dal precedente incontro del 12 febbraio 2015, la costante interlocuzione con le istituzioni da parte del Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, Antonio Ballarin, ha dato frutto grazie a rappresentanti istituzionali interessati a rendere giustizia alle suddette pendenze, in particolare il Sottosegretario agli Affari Esteri, Senatore Benedetto Della Vedova, ed il Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali e del Turismo, Onorevole Antimo Cesaro. Gli uffici di presidenza del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati hanno contribuito a tenere viva la questione degli Esuli ospitando le cerimonie annuali del 10 Febbraio, garantendo ampia visibilità e vasto coinvolgimento per l’appuntamento istituzionale, laddove il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha fornito un prezioso supporto promuovendo annualmente in concerto con gli Esuli il seminario di aggiornamento per i docenti sulla storia del confine orientale italiano ed il concorso nazionale per le scuole dedicato alla Giornata del Ricordo. Significativo è stato riscontrare la trasversalità degli interventi parlamentari che hanno sostenuto in questi mesi le istanze degli Esuli istriano-fiumano- dalmati, dal PD a FdI, passando per la Lega Nord, Forza Italia ed Area Popolare, senza dimenticare numerosi componenti del Gruppo Misto: uno schieramento bipartisan che dimostra come le tragedie del confine orientale italiano stiano diventando un patrimonio sempre più condiviso della comunità nazionale. Ma profonda gratitudine va riconosciuta soprattutto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale lo scorso 15 febbraio ha ricevuto una rappresentativa delegazione dell’associazionismo della diaspora adriatica, dimostrando durante i colloqui interesse per tali questioni e garantendo il suo impegno affinché riprenda in tempi brevi l’iter per la loro risoluzione. A un mese di distanza da queste promesse la convocazione del Tavolo Esuli-Governo, presieduto da una figura di alto spessore istituzionale, fa ben sperare che ci sia davvero l’intenzione da parte dello Stato di rendere finalmente piena giustizia alle vittime della pulizia etnica attuata nei confronti degli italiani dell’Adriatico orientale da parte del regime nazionalcomunista jugoslavo, agli Esuli ed ai loro discendenti. Introducendo i lavori nella Sala Verde di Palazzo Chigi, la Boschi ha in effetti ricordato la continuità di intenti tra gli ultimi governi e nell’azione dei dicasteri interessati, nonché il costante rapporto con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di esaudire le richieste della diaspora giuliano-dalmata. Il presidente di FederEsuli Ballarin ha innanzitutto ricordato l’importanza della Legge 72/2001 (in materia di finanziamenti ai progetti culturali delle associazioni degli esuli) e della Legge 92/2004 (istitutiva del Giorno del Ricordo), le quali hanno sanato il grande oblio calato sulle conseguenze dell’Esodo. Ora gli italiani possono ricordare una pagina di storia nazionale che riguarda da vicino in tanti: l’On. Boschi stessa, essendo originaria di Arezzo, ha avuto cognizione del Centro Raccolta Profughi di Laterina, attraverso il quale sono transitati circa 5.000 profughi. Tale struttura meriterebbe una specifica legge di tutela e inoltre le associazioni federate, orgogliose della storia delle terre da cui provengono gli associati e dedite a costruire una prospettiva identitaria, vorrebbero elaborare una panoramica particolareggiata e ben documentata dei 109 CRP sparpagliati in tutta Italia, isola comprese. Renzo Codarin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha osservato che dalla Legge del Ricordo in poi le associazioni della diaspora non sono state più percepite come una pietra d’inciampo nei rapporti dell’Italia con i Balcani e la ex Jugoslavia, poiché si sono proposte come un ponte verso le Comunità dei rimasti le cui fondamenta poggiano anche sulle interessanti azioni legislative in materia del Friuli Venezia Giulia e del Veneto: «Non vogliamo costituire un ostacolo – ha concluso il rappresentante della maggiore associazione degli esuli – e siamo al servizio dell’Italia nei suoi rapporti internazionali» L’eredità del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Istria è stata raccolta dall’Associazione delle Comunità Istriane, il cui presidente Manuele Braico, nato nel Centro Raccolta Profughi di Padriciano, ma ancora legato all’Istria in cui affondano le radici di famiglia (padre e nonno furono attivi nel CLN istriano), ha ribadito la finalità sociale di trasmettere questa storia ai giovani. Ottimo rapporto con la Farnesina e buoni contatti con l’italianità autoctona caratterizzano l’azione del sodalizio, ma adesso la priorità è sapere cosa possono ancora aspettarsi i legittimi interessati in merito agli equi indennizzi da parte dello Stato. In rappresentanza del Libero Comune di Zara in Esilio – Associazione Dalmati Italiani nel Mondo Antonio Concina ha rimarcato l’importanza della memoria storica, in quanto «una Nazione senza Memoria non esiste». Il Premio Tommaseo viene appunto annualmente assegnato dalla sua associazione a chi si mette in evidenza nel far comprendere come la storia dell’italianità nell’Adriatico orientale rientri nello stesso tessuto sociale e culturale della penisola italica. Tullio Canevari (Libero Comune di Pola in Esilio) ha affermato che le origini della proficua collaborazione della sua associazione con le terre d’origine affondano nell’esempio del prof. Mario Mirabella Roberti, il quale nell’immediato dopoguerra si adoperò per ricostruire il Tempio di Augusto a Pola danneggiato dai bombardamenti anglo-americani in maniera tale da consegnarlo integro ai nuovi dominatori della città. «Sarebbe necessario – ha aggiunto Canevari – che le nostre iniziative di tutela (e di salvaguardia dall’appropriazione indebita da parte croata) del patrimonio culturale italiano in Istria ricevessero maggiore attenzione» La collaborazione con la città d’origine è presente anche nelle attività del Libero Comune di Fiume in Esilio, come ha ricordato il “sindaco” Guido Brazzoduro, che ha ricordato come il Presidente croato Ivo Josipović, in occasione del Concerto di Pola al quale assistette assieme a Giorgio Napolitano, abbia riconosciuto il valore aggiunto rappresentato dalla comunità italiana in Croazia con la sua storia secolare. Oltre all’opera di manutenzione delle tombe più importanti del cimitero fiumano, Brazzoduro ha ricordato di aver predisposto ai tempi della sua presidenza di FederEsuli delle tabelle per il calcolo degli indennizzi, senza però avere un riscontro da parte del Governo. Il professor Giuseppe de Vergottini (Coordinamento Adriatico) ha pesantemente criticato le inefficienze burocratiche che hanno fermato la regolare erogazione dei contributi a beneficio dei progetti presentati dalle associazioni e avvallati: si tratta di un’attività importantissima a integrazione delle lacune presenti nei libri di testo e nella programmazione scolastica. L’insigne costituzionalista ha quindi chiesto di recuperare la vecchia idea di elaborare una targa con una sobria dicitura da apporre nei pressi dei luoghi attualmente in Slovenia ed in Croazia che ospitano foibe e fosse comuni in cui sono stati trucidati nostri connazionali, lasciando a Onorcaduti la manutenzione dei sacrari di guerra. Da poco Presidente della Società di Studi Fiumani (riconosciuta assieme all’IRCI degna di tutela dalla Legge del Giorno del Ricordo), il professore Giovanni Stelli ha ricordato come la sua associazione, di fronte all’irreversibilità dello stravolgimento etnico causato dall’Esodo, abbia intrapreso fin dal 1990 un “ritorno culturale” che ha consentito fra l’altro di redigere assieme all’Istituto Croato per la Storia la lista delle “Vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni (1939-1947)”. Nell’ambito di tali ricerche fu identificata la fossa comune di Castua in cui finirono trucidati dai “titini” il Senatore Riccardo Gigante ed altri patrioti fiumani il 4 maggio 1945. La richiesta di esumazione è stata finora disattesa, ma si svolge sempre una messa in suffragio delle vittime, che quest’anno avrà luogo a Roma. Del resto la Società intrattiene ottimi rapporti con l’ambasciatore croato in Italia Damir Grubiša e l’ex presidente Amleto Ballarini l’anno scorso ha ricevuto la targa cittadina di Fiume-Rijeka, prestigioso riconoscimento assegnato per la prima volta ad un esule. La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha quindi segnalato il costante miglioramento dei rapporti della sua regione con le vicine Slovenia e Croazia, anche per merito dell’operato dei Presidenti della Repubblica Napolitano e Mattarella, nonché la proficua collaborazione con le Comunità Italiane. Dopo che la Boschi ha assicurato il rifinanziamento delle Leggi a sostegno dell’attività degli Esuli, Ballarin ha quindi ribadito che il mondo degli esuli è variegato ed articolato, ma comprende anche esuli di seconda e terza generazione, desiderosi di riappropriarsi della propria storia e di comprendere la propria identità. Ha voluto quindi ringraziare per la costante dedizione verso tali tematiche il Ministro Plenipotenziario Francesco Saverio De Luigi, i funzionari del MIBACT attivatisi per risolvere i problemi burocratici ed il MIUR per l’assidua attenzione nei confronti della storia giuliano-dalmata. Lorenzo Fanara, Vice capo di gabinetto del MAE, ha riconosciuto che le sigle degli esuli rappresentano oggi un asse di politica estera ed il 7 aprile il Ministro Alfano incontrerà FederEsuli anche in funzione propedeutica al viaggio che compirà poco dopo in Croazia per incontrare l’omologo di Zagabria e la Comunità Italiana polesana; i Consolati di Capodistria e di Fiume saranno sollecitati a mettersi a disposizione delle associazioni per gestire in armonia con le istituzioni locali le loro progettualità. Se i rappresentati del Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno dichiarato la massima disponibilità per risolvere le vertenze economiche, da parte del MIBACT è stato assicurato che i finanziamenti della Legge 72 verranno nuovamente erogati con regolarità e si è riconosciuta la necessità di un intervento in ambito educativo da coordinare con il MIUR per assicurare la corretta conoscenza della storia e della cultura italiana nell’Adriatico orientale. A tal proposito l’Assessore alla cultura del Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti ha definito «un vulnus per la cultura nazionale ignorare la cultura italiana sviluppatasi nel corso dei secoli sull’altra sponda dell’Adriatico», sicché sarebbe necessario pensare ad un’istituzione culturale in Italia equivalente al formidabile centro di Ricerche Storiche di Rovigno, magari potenziando l’IRCI. Codarin ha quindi rilanciato il progetto di una Fondazione ad hoc, da alimentare con gli interessi dei risarcimenti sloveni giacenti su un conto corrente lussemburghese, ma Enrico De Cristofaro (Unione degli Istriani) ha chiesto che venga trattato con cautela il tema della Fondazione e del suo finanziamento. Tirando le somme dell’assise, la Sottosegretaria Boschi ha riconosciuto alle associazioni il merito di aver mantenuto per decenni viva la memoria delle Foibe e dell’Esodo, assicurato il coinvolgimento del MIUR nei prossimi tavoli di lavoro e reputato giusto ricordare le vittime delle stragi nei luoghi del loro martirio, auspicandone l’esumazione: «Si è parlato parecchio delle Foibe – ha precisato la deputata toscana – adesso è necessario parlare anche delle vicende che hanno interessato le famiglie che hanno visto la propria esistenza stravolta dall’Esodo» Ha ritenuto quindi necessario che vengano individuate correttamente le risorse con le quali finanziare la Fondazione, ma intanto prenderanno il via tavoli di lavoro fra i ministeri competenti e le associazioni, in maniera da affrontare in maniera tecnica e precisa le questioni ancora aperte, mentre la visita di Alfano in Croazia costituirà una nuovo tassello nei rapporti fra le due sponde dell’Adriatico. Grande soddisfazione per questo incontro è stata espressa dal numero uno di FederEsuli Ballarin, adoperatosi nei mesi scorsi con assidui incontri e sollecitazioni presso i vari ministeri al fine di riaprire i lavori del Tavolo, laddove il suo vice Braico ha auspicato che lo Stato dimostri la sua buona volontà dando finalmente risposte chiare e definitive in merito agli equi indennizzi.

Lorenzo Salimbeni, 31 marzo 2017