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La Voce Del Popolo Bruno Petrali

Bruno Petrali, un ambasciatore del dialetto nelle nostre terre

Si è tenuta a Palazzo Modello, sede della Comunità degli Italiani di Fiume, la commemorazione di Bruno Petrali, cantante, ex speaker di Radio Fiume e telecronista di RTV Capodistria, ex attore e direttore del Dramma Italiano, il quale si è spento di recente all’età di 98 anni.

La presidente del sodalizio, Melita Sciucca, ha aperto l’incontro con un minuto di raccoglimento sottolineando il fatto che gli amici e i conoscenti di Petrali si siano riuniti con affetto per ricordare la figura e l’opera dell’illustre connazionale. Sciucca l’ha definito un grande pezzo di storia e fiumanità e ha dichiarato che quando se ne vanno persone della sua grandezza rimane un vuoto incolmabile.

La lettera di Francesco Squarcia
A fianco della presidente della CI di Fiume, Petrali è stato ricordato pure da Elvia Nacinovich ed Ester Vrancich in qualità di colleghe di lavoro e a lungo attrici al Dramma Italiano, gli ex direttori della Compagnia, Laura Marchig (presente alla serata su delega del direttore del DI, Giulio Settimo), Sandro Damiani e Jadranka Čubrić, presidente onoraria dell’Associazione dei musicisti (HGU) della Regione. Prima degli interventi dei presenti, però, Sciucca ha letto una lettera di Francesco Squarcia nella quale il violista fiumano ripercorre telefonate e chiacchierate con Petrali. “Una miniera di risorse e conoscenze – lo ha definito -, di nozioni, aneddoti, storie sulla storia fiumana che hanno rafforzato il mio orgoglio d’appartenenza. Lo ricorderò per la sua amicizia, l’affabilità e la simpatia. Proteggici. Ciao Bruno”.

Una persona pratica e razionale
Un saluto a distanza è stato porto pure da Loredana Gašparović, per molti anni responsabile del settore Marketing del TNC “Ivan de Zajc”, che non ha potuto partecipare alla commemorazione.
Elvia Nacinovich lo ha definito un uomo dai molteplici talenti e interessi, che faceva tutto con naturalezza e senza sforzo. Non lo ha mai sentito dire di essere stanco o di avere troppi impegni. Lo ricorderà per il canto e la sua voce calda e suadente, per la figura bella ed elegante. “Bruno era un professionista serio e preparato – ha dichiarato -, ma anche accattivante, con una vena d’ironia. Secondo me quello che lo gratificava di più era fare il direttore del Dramma Italiano. Portò a Teatro il suo carisma e non si lasciò intimorire dal fatto che il DI era una compagnia difficile da gestire. Petrali aveva una vocazione, per sua ammissione, ‘per l’acqua alla gola’, motivo per cui affrontò con coraggio le difficoltà. Era un uomo pratico, razionale, ma anche creativo. Intuiva che nel Teatro stava cambiando qualcosa e che bisognava apportare dei cambiamenti. Ingaggiò registi, costumisti e scenografi che lo rivoluzionarono permettendo al DI di fare un salto di qualità. Portò la compagnia all’estero è vendette gli spettacoli alla televisione di Zagabria”. Nacinovich ha ricordato anche due altri importanti passi fatti da Petrali, ovvero l’introduzione delle matinèe per i ragazzi delle scuole italiane e la vendita di abbonamenti tramite le CI. “Petrali aveva un grande rispetto per il pubblico e ne conosceva i gusti – ha aggiunto Nacinovich -. Ha dato a noi, all’epoca giovani attori, la possibilità di crescere e farci le ossa. Solo anni dopo scoprimmo che il suo nome non era Bruno ma Dante. Probabilmente lo reputava troppo impegnativo. Se ora mi sente gli vorrei riferire: ‘Fregatene del confronto, per noi sarai sempre un grande!’”.

«Rallegriamoci di averlo avuto»
Ester Vrancich ha raccontato, invece, alcuni aneddoti simpatici legati al suo arrivo a Fiume e agli spettacoli che all’epoca si facevano nel Quarnero e in Istria. Ha ricordato la volta che doveva andare in scena “La locandiera” a Lussino, ma morì il padre di Raniero Brumini e Petrali gli subentrò recitando la parte in maniera sbalorditiva vista la quasi nulla preparazione del ruolo.
Laura Marchig ha iniziato il suo discorso annunciando che il Dramma Italiano dedicherà la replica di “Enrico IV” del 17 gennaio al suo storico direttore. Marchig ha continuato poi parlando dell’amicizia tra il padre Edoardo e Bruno Petrali, già compagni di scuola elementare. Petrali è stato anche il suo primo direttore visto che Marchig aveva iniziato a recitare già all’età di 14 anni per una sostituzione. All’epoca il suo insegnante, Nereo Scaglia e l’attore Giulio Marini, la proposero come attrice, dandole la possibilità di vivere un’esperienza straordinaria. Con Petrali il DI diventò un ambasciatore della lingua italiana e del dialetto nelle nostre terre e incontrò tutti i suoi parlanti. Marchig ha concluso citando Sant’Agostino che scrisse: “Non rattristiamoci di averlo perso, ma rallegriamoci di averlo avuto”.
Sandro Damiani ha ricordato gli ultimi anni di suo padre, anche lui attore del DI oltre che saggista, poeta e scrittore, che veniva visitato spesso da Petrali. Gli incontri erano segnati dalle risate e dall’intesa tra i due uomini.
L’ultimo intervento, a nome dell’HGU, è stato quello di Jadranka Čubrić, la quale ha affermato che Petrali, accanto a Ivo Robić e Zvonimira Krkljuš, fu uno dei tre cantanti più influenti degli anni Cinquanta. Čubrić ha menzionato i classici più noti interpretati da Petrali, compresi quelli degli ultimi anni realizzati con il gruppo “Sarah & the Romans”.
La serata è stata arricchita anche da video, fotografie e audio d’archivio nei quali Petrali canta o parla della sua infanzia. I funerali del compianto Bruno Petrali si sono tenuti lunedì 2 gennaio al Cimitero di Tersatto. Al rito funebre hanno partecipato numerose persone tra cui anche diversi connazionali.

Stella Defranza
Fonte: La Voce del Popolo – 04/01/2022