«Canzonette fiumane», un Festival in crescita
La terza edizione del Festival “Canzonette fiumane”, organizzato dalla Comunità degli Italiani di Fiume e tenutosi come di consueto in Piazza della Risoluzione fiumana, è una rassegna che cresce di edizione in edizione (qui la galleria fotografica della serata). La sua crescita non è sancita soltanto dall’interesse dei sempre più numerosi autori di testi e musicisti che vi prendono parte, bensì anche dalla qualità dei brani proposti e dalla professionalità con la quale la rassegna viene organizzata.
Necessaria una selezione dei brani
Nonostante la indubbia qualità di gran parte delle canzoni proposte, siamo però dell’avviso che sarebbe dovuta esserci una selezione dei brani, in quanto l’esecuzione di tutti i 19 pervenuti al concorso in una sola serata ha trasformato la manifestazione in una maratona musicale che nonostante il suo alto valore a un certo punto ha costretto quasi la metà del pubblico a… “gettare la spugna” e ad andarsene, complici anche le temperature al di sotto della media del periodo che hanno reso ancora più arduo seguire tre ore di programma conclusosi pochi minuti prima di mezzanotte, senza contare che il giorno dopo era comunque una giornata lavorativa. Nonostante queste considerazioni, non c’è dubbio che si tratti di un’iniziativa di alto valore che contribuisce sicuramente a ridare dignità al dialetto fiumano facendolo anche diventare parte di canzoni di altissima qualità, che meritano di essere conosciute ed eseguite anche fuori dai confini della Comunità Nazionale Italiana.
La musica veicolo di pace
La serata è iniziata con i consueti discorsi di circostanza. A salutare i presenti è stata in primo luogo la presidente della CI di Fiume, Melita Sciucca, la quale ha voluto ringraziare tutti coloro che parlano in fiumano e lo insegnano ai propri figli e ha ribadito che la cultura e la tradizione fiumana sono parte integrante di Fiume e il Festival “Canzonette fiumane” è un modo di promuoverlo. Si è inoltre scusata a nome del presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva, il quale non ha potuto presenziare al Festival per motivi di lavoro.
Il presidente dell’Associazione fiumani italiani nel mondo (AFIM), Franco Papetti, ha ricordato di essere uno dei tanti fiumani sparsi nel mondo e ha osservato che “per noi la festa di San Vito è un ritorno a casa”. Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha invece dichiarato che “l’identità di Fiume plurale si esprime oggi in fiumano. Dobbiamo guardare all’Europa unita e costruire ponti di pace e collaborazione anche attraverso la musica”. La parte protocollare della serata si è conclusa con il saluto del sindaco di Fiume, Marko Filipović, il quale ha inaugurato la rassegna. Si è detto felice che per la terza volta il pubblico fiumano abbia potuto godersi questo Festival. “La musica ci unisce ed è internazionale e tutto ciò che è internazionale fa parte dell’identità di questa città multiculturale”, ha puntualizzato il sindaco, invitando tutti a godersi ciò che ha da offrire l’autoctona Comunità Nazionale Italiana.
Durante la serata è stato ribadito che il Festival è stato uno dei contributi principali all’inserimento del dialetto fiumano nel Registro del patrimonio culturale immateriale del Ministero della Cultura e dei Media. Sarebbe stato davvero il coronamento di una serata speciale se questa conferma ufficiale fosse giunta proprio nel giorno del Festival, ma comunque, è stato rilevato, si tratta di una questione di giorni.
L’identità dei fiumani
Il primo a salire sul palco è stato il gruppo “Pešekani”, che ha proposto l’allegro brano “Bambina” (testo Stella L. Costa, musica e arrangiamento Srećko Valušek), seguito da Francesco Squarcia e Alessandro Saraconi, che si sono cimentati con “Amor lontan” (Squarcia-Squarcia-Aleksandar Valenčić). Alida Delcaro ha presentato, con la sua inestinguibile energia e grinta, “Parlime in fiuman” (Marisa Gruden-musica e arr. Srećko Valušek), alla quale ha fatto seguito Martina Sanković Ivančić con la meditativa “Chi semo, noi fiumani?” (testo e musica Gianna Mazzieri Sanković-arr. Sanjin Sanković).
È stata quindi la volta dello stupendo e originalissimo brano “I me manca” (Laura Marchig-musica e arr. Darko Jurković Charlie), interpretato con grande sensibilità da Tina Vukov, senza dubbio uno degli apici della serata. Il gruppo “Norne” si è cimentato con l’interessante “Due vie” (Sergio Kovačić/Vanessa Mišić-Kovačić-Kovačić), mentre Natko Štiglić e Marko Erzar hanno proposto “Irma la dolce” (Aurelia Klausberger-musica e arr. Štiglić/Erzar), alla quale ha fatto seguito Nevia Rigutto con la bella “Storie di Fiume” (Florinda Klevisser-Klevisser-David Trkulja), dopodiché il gruppo Bonaca ha proposto la simpatica “Colpo dela striga” (Klausberger-Duško Jeličić-Jeličić), al che Felice Scrobogna ha presentato “Viva Cantrida” (Marchig-Scrobogna-Scrobogna). Damir Vrbljanac ha parlato delle “Spigole de vita” (Tiziana Dabović-Vrbljanac-Vrbljanac), mentre il gruppo VIDAMIA ha eseguito con slancio “Mi vita” (Vanni D’Alessio-VIDAMIA-VIDAMIA). Eccellente l’arrangiamento.
Brani coinvolgenti
Molto coinvolgente il brano “Mia” di Sonia Kostešić (arr. Emir Grozdanić) e melodioso “El clown giramondo” di Stefano Hering (musica di Maurizio di Capua-arr. Hering e di Capua). Uno dei brani migliori di questa edizione, a nostro avviso, è stato “Uto&Pia” di Miriam Monica, Edoardo Milani e Marsell Marinšek, con il suo ottimo testo, l’accattivante musica, l’arrangiamento e l’interpretazione. Daniele Ferro ha proposto “Nebia” (Sani Jeličić/Ferro-Ferro-Ferro/Mauro Giorgio), Vlatko Filčić-File la sua “Fiume mia”, mentre David Trkulja&Extralarge band hanno presentato “La fiumana” (testo di Silva Trkulja). L’ultimo brano, “Muleta mia”, è stato eseguito dal gruppo Aledory (Tiziana Dabović-Dorian Škrobonja-Škrobonja).
I premi
Il premio più importante, il grand prix “Bruno Petrali”, è stato assegnato alla cantante e attrice connazionale Alida Delcaro per “il suo costante e apprezzato impegno nella CI”. Il premio le è stato conferito da Melita Sciucca, mentre la giuria era composta da Irene Mestrovich, Gloria Tijan e Ivana Precetti Božičević. Il testo migliore, invece, è risultato quello di Gianna Mazzieri Sanković per la canzone “Chi semo, noi fiumani?”. Il premio è stato consegnato dalla giornalista Sandy Uran. Il secondo e terzo posto nella categoria miglior testo sono andati rispettivamente alle canzoni “Storie de Fiume” di Florinda Klevisser e “I me manca” di Laura Marchig. I premi, realizzati dall’artista fiumano Bruno Paladin, sono stati consegnati rispettivamente dal direttore dell’Archivio di Fiume a Roma, Marino Micich e dal presidente dell’AFIM, Franco Papetti. La giuria che ha deciso i migliori testi era composta da Kristina Blagoni, Bruno Bontempo e Sandy Uran. La migliore interpretazione è stata quella di Tina Vukov per l’esecuzione della canzone “I me manca”: è stato il presidente dell’UI, Maurizio Tremul, a consegnare il premio. Per la migliore interpretazione la parola decisiva è stata di Mirko Sertić, Vivien Galletta e Andrej Babić. A condurre il Festival con grande professionalità e simpatia sono state anche questa volta Selina Sciucca e Lena Stojiljković, mentre l’ottima orchestra del Festival è stata guidata da Aleksandar Saša Valenčić. La produttrice esecutiva del Festival è Jadranka Čubrić.
A intrattenere il pubblico durante la pausa di 15 minuti che ha permesso alle giurie di decidere sui premi è stata la bravissima cantautrice Elis Lovrić assieme a Utako Toyama.
Helena Labus Bačić
Fonte: La Voce del Popolo – 14/06/2024