Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
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Irci Cherso In Posa

Cherso in posa [di Piero Delbello]

Cos’è il destino? Un attimo, un girarsi improvviso dell’occhio di un gabbiano che apre le ali fra l’immondizia quando ha individuato il cibo. O il salto di un gatto fra avanzi di osteria e carte gettate in un angolo di discarica. O il piede di un uomo curioso che, nella stessa discarica, sposta piccole e vecchie scatole di cartone, piatte, che sembrano libri. Ma libri non sono: sono i contenitori di lastre fotografiche. Negativi, insomma, su vetro, come era in uso un tempo, ai primordi della diffusione grande della fotografia.

Emerse dal nulla, dopo cento e più anni, nell’isola di Cherso e oggi, pulite, restaurate, scansionate, fatte rivivere, quelle immagini ci danno il tempo e l’atmosfera di un’epoca che veniva chiamata bella, quando non si pensava che tutto si sarebbe dissolto in un disastro mondiale, quale è stata la guerra, quella Grande. Ed è sì l’isola di Cherso a comparire e mostrarsi nei suoi angoli più vivi, come nelle asprezze delle rocce che le appartengono e profumano di salvia, ma sono anche i tanti interni di casa (ancora a Cherso?) con giovanotti, con graziose ed eleganti signore, con bimbi distinti, esito di famiglie “bene”. Sono volti e scorci opera di un fotografo curioso, forse non un professionista (nel senso del mestiere) ma abile assai e, tecnicamente, molto preparato. Verrebbe da pensare ad un bel villino a Cherso, sì proprio nell’isola, magari lasciato in abbandono per anni, che poi trova un nuovo padrone che lo fa svuotare per restaurarlo e, chissà, nessuno che si curi di controllare la soffitta, quindi tutto finisce in discarica. Comprese le lastre. E non c’è solo Cherso: Trieste dopo la grande mareggiata del 1911 che distrusse il Bagno Buchler, quello galleggiante, con i bimbi a guardarne il legname distrutto alla deriva; o ancora un paio di foto a colori, avanguardia per l’epoca, fatte con un sistema (molto costoso) che solo un tecnico può conoscere e adoperare, emergono a farci vedere nella sua bellezza la nostra vecchia lanterna o una giovane donna con un giuoco di fiori su di un davanzale.

“Ci voleva quel piedino (e l’intelligenza) del curioso signor Muskardin in una discarica di Cherso, per recuperare tutto. Ci voleva, poi, un puntiglioso amante della foto d’epoca e, insieme, attento studioso del settore, quale è Claudio Ernè per lavorarci sopra. Ci voleva, infine, l’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata perché, da ciò che quell’attimo di destino colto al volo aveva deciso sopravvivesse, ne uscisse un volume (e una mostra) tanto ricco di quel mondo che fu quanto sobrio di una lineare eleganza come il bianco e nero (ma non è mai bianco e nero) e quel piccolo scampolo di colore riescono a dare. Ma in un momento di gran fermento e attività, in un raddoppiamento di spazi per la cultura giuliano-dalmata fra il palazzo di via Torino, sempre più luogo di mostre, studi e di raccolta dati, con archivi storici, biblioteche, futura pinacoteca con gabinetto delle stampe, carte geografiche e fotografie, e l’area del magazzino 26 dedicata alle masserizie e al nuovo museo, l’operazione “Cherso” va nei compiti d’Istituto: recuperare, conservare e valorizzare ogni tratto di memoria, ogni segmento di cultura di quelle terre che hanno visto Roma, hanno accompagnato Venezia e, poi, dopo un’altra guerra, l’ultima (ultima?) hanno perso gran parte della propria gente costretta all’esodo.

Il volume “Cherso in posa. Un archivio fotografico ritrovato”, edito in collaborazione fra l’IRCI e le Poligrafiche San Marco di Cormons, viene presentato venerdì 1° luglio alle 17.30 al museo istriano in via Torino 8. Contestualmente negli spazi espositivi al piano terra, si inaugurerà la mostra “Cherso. Un archivio ritrovato” che resterà aperta fino al 31 luglio e visitabile, a ingresso libero, ogni giorno dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18.30.

Piero Delbello
Direttore dell’IRCI di Trieste

Fonte: IRCI. Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata – 30/06/2022