Come strumentalizzare gli esuli istriani, fiumani e dalmati in campagna elettorale
Le associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati hanno da sempre cercato di mantenere un rapporto di collaborazione e di confronto costruttivo con le amministrazioni pubbliche nazionali e locali, anche se non sono mancati tentativi di strumentalizzare e di politicizzare le tragiche vicende delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. L’associazionismo della diaspora ha tuttavia voluto mantenersi al di sopra delle parti, anche se suoi esponenti hanno partecipato in prima persona e nei diversi schieramenti alla vita politica nazionale e locale, a testimonianza dell’avvenuto inserimento del popolo dell’esodo nel tessuto sociale nazionale.
Risulta quindi al di fuori di questo approccio improntato alla neutralità ed al rispetto istituzionale la scelta dell’Unione degli Istriani di insignire il primo marzo con il Vessillo della Libera Provincia dell’Istria la presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, la quale è in campagna elettorale per le elezioni politiche del 4 marzo. Non entriamo nel merito dell’attribuzione di questo riconoscimento, desta perplessità la scelta di assegnarlo a pochi giorni dalle elezioni, fornendo un’occasione di visibilità ad un candidato, laddove si sarebbe potuto svolgere la cerimonia dopo la chiusura delle urne, in considerazione del fatto che la Presidente Serracchiani ha già annunciato di non voler correre per un secondo mandato al vertice della regione.
Siffatta scelta segue precedenti iniziative dell’UI tese a celebrare il periodo di dominazione asburgica su queste terre, contraddicendo la vocazione patriottica che ha sempre contraddistinto la storia e le attività delle nostre associazioni, impegnate a testimoniare la plurisecolare italianità dell’Adriatico orientale. Ricordiamo che il capodistriano Gian Rinaldo Carli, funzionario imperiale di carriera ed estimatore del riformismo teresiano, seppe distinguere questioni economiche (indubbi i meriti dell’imperatrice Maria Teresa nello sviluppo portuale di Trieste) e nazionali. Nell’articolo “La patria degli Italiani”, apparso sulla prestigiosa rivista illuminista milanese “Il Caffè” nel 1765, denunciò, infatti, l’asservimento, ottenuto sovente tramite prebende economiche, di tanti connazionali nei confronti degli stranieri che spadroneggiavano sui territori dell’Italia preunitaria.
Restiamo quindi perplessi e sorpresi dalla decisione del sodalizio presieduto da Massimiliano Lacota, il quale continua a mantenersi distante da quelle che sono le linee guida che caratterizzano l’impegno delle nostre associazioni, intenzionate a tutelare senza farsi coinvolgere in questioni partitiche i diritti e la storia dell’italianità adriatica.
Renzo Codarin
Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
David Di Paoli Paulovich
Presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane