Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
July 16th, 2024
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Calze 06

Dall’Istria a Trieste a teatro per affetto e rispetto della qualità

Ci sono certi affetti che sfidano i tempi. La presenza della Contrada nei teatri dell’Istria e di Fiume fa parte di un contatto lungo e articolato che dura da decenni ed ha creato legami solidi. L’altra sera a Trieste è andata in scena l’ultima replica di “Due paia di calze di seta di Vienna” di Lino Carpinteri e Mariano Faraguna per la regia di Francesco Macedonio. Sul palcoscenico Ariella Reggio con Massimiliano Borghesi, Gualtiero Giorgini, Adriano Giraldi, Maria Grazia Plos, Marzia Postogna, Maurizio Zacchigna, Laura Antonini scene e costumi di Andrea Stanisci musiche di Livio Cecchelin. In platea un pubblico numeroso, gli affezionati triestini ma anche ospiti da Udine, Palmanova ed altre località della regione che Ariella Reggio ha salutato e ringraziato riservando però un applauso speciale, di tutta la compagnia, alle comunità degli italiani del Buiese e di Rovigno presenti in sala. Dinamica insolita che va spiegata. Dopo decenni di collaborazione, complice la crisi che impone di intervenire sui capitoli di spesa, UI ed UPT hanno deciso di mutare rotta: per la prima volta la tournée della Contrada non comprende Istria e Fiume.
Allora la compagnia ha voluto invitare le CI a vedere gli spettacoli a Trieste con biglietti a prezzo ridotto. “La Contrada fa parte del nostro vissuto – hanno dichiarato i partecipanti – abbiamo accolto con favore questo invito anche per significare l’estremo bisogno delle nostre Comunità di poter contare su un continuo fluire di messaggi culturali, anche in campo teatrale, per il pieno coinvolgimento dei connazionali ma soprattutto delle scuole”.
Le Comunità hanno sostenuto la spesa del trasporto, i partecipanti hanno pagato il biglietto di tasca propria. Il resto, per la riuscita della serata, l’ha fatto lo spettacolo. Il pubblico se n’è andato col sorriso sulle labbra, divertito e gratificato, libero di scegliere.
Rosanna T. Giuricin

L’Osservatore Adriatico