Difendere il Giorno del Ricordo e la memoria di Foibe ed Esodo
Incontro dibattito sulle foibe e l’uso della storia tenutosi a Roma al liceo Nomentano di Roma nel pomeriggio di ieri 12 ottobre con pubblico ampiamente composto da docenti. Partecipanti Eric Gobetti (autore del libello giustificazionista “E allora le foibe?”), Tomaso Montanari (neorettore dell’Università per Stranieri di Siena ma recente protagonista di dichiarazioni contrarie al Giorno del Ricordo e giustificazioniste) e Marino Micich ( Società di studi fiumani – Archivio Museo storico di Fiume).
In sostanza Gobetti e Montanari hanno ribadito la loro nota posizione sulle foibe, sull’ esodo giuliano dalmata e soprattutto per una buona parte del convegno i due suddetti invitati hanno tenuto molto ad avanzare strane ipotesi di revisionismo di Stato in corso da anni su queste vicende, che poi ha portato nel 2004 all’istituzione del Giorno del Ricordo. Ovviamente la tragedia al nostro confine orientale per Gobetti è tutto sommato da ridimensionare e da narrare diversamente, ponendo al centro di ogni questione avvenuta il fascismo di frontiera. Il comunismo totalitario è antidemocratico del regime di Tito sia per Gobetti e sia per Montanari avrebbe un ruolo secondario nella questione delle foibe e dell’esodo e, in ogni caso, la condotta dei comunisti jugoslavi è stata una reazione comprensibile all’imperialismo fascista. Pur avendo manifestato sensibilità per la popolazione giuliano dalmata, questa in vera sintesi è stata la percezione dei loro interventi. Del resto basta leggere le dichiarazioni di giorni fa in merito uscite sulla stampa…
La legge 92/2004 istitutiva del Giorno del Ricordo per Montanari è in sostanza da abolire perché spostata a destra. Fuori dalla sala del liceo era spiegato un reparto di polizia celere, per tutelare l’ordine pubblico ed evitare eventuali tafferugli. Marino Micich che ha parlato a titolo personale e della Società di studi fiumani, ha invece confermato la storia tragica dei giuliano dalmati e denunciato l’orrore delle foibe e i metodi di uccisione arbitrari dei reparti di liquidazione comunisti jugoslavi. Le foibe per Micich non sono state una semplice reazione al fascismo, ma sono soprattutto espressione nefasta della presa di potere dei comunisti jugoslavi in quel territorio, che instaurarono una dittatura gravissima e repressiva fino al 1991, quando si iniziò a sfaldare la ex Jugoslavia. Un regime, quello di Tito, che spinse con i suoi metodi violenti all’esodo di circa 300.000 istriani fiumani e dalmati. Per oltre 70 anni, ha asserito Micich, i libri di testo scolastici italiani hanno censurato la tragedia degli esuli. Questa è un’ altra ingiustizia.
Micich ha difeso decisamente poi la legge del Giorno del Ricordo votata favorevolmente da 505 deputati (contrari solo i 14 comunisti di Diliberto e Rizzo) e i Presidenti della Repubblica che la onorano ogni anno al Quirinale, ricordando anche l’ultimo incontro di amicizia tra i presidenti Mattarella e lo sloveno Pahor alla foiba di Basovizza. Un incontro salutato e condiviso dalla maggior parte delle associazioni degli esuli che si battono per rafforzare un cammino di pace con Slovenia e Croazia, ma che non dimentichi i diritti negati agli esuli, dei quali molti non ancora perfezionati e, soprattutto, il loro sacrificio. Gli esuli hanno pagato per tutti gli italiani una guerra ingiusta e ulteriormente pagato assai caramente le politiche sbagliate delle dittature del 900. Nonostante i torti subiti la maggior parte delle loro associazioni sono un esempio di civiltà e spirito di collaborazione per tutti. Micich ha ricordato a un pubblico ignaro di questa viva realtà associativa, che nel 2016 l’Archivio Museo di Fiume è stato visitato dall’allora Ambasciatore di Croazia e nel 2018 dal sindaco croato di Fiume/Rijeka. Inoltre Micich ha ricordato le ottime attività con le scuole promosse dal Tavolo istituito dal Ministero dell’ istruzione e le associazioni degli esuli per la storia del Confine orientale. Questo vuol dire dialogare.
Molto di più è stato detto, ma le posizioni tra Gobetti e Montanari da una parte e quelle di Micich dall’altra erano e sono rimaste distanti. La cosa triste è stato vedere tutta quella polizia intorno e all’ ingresso della scuola. Un ringraziamento va all’ Assessore Raimo per il suo equilibrio civile e per aver voluto dare voce alla Società di studi fiumani in questo non facile contesto.
A chi giova rinfocolare il clima di guerra fredda? Agli esuli certamente no!
Società di Studi Fiumani