Esposizione di vini arancioni a Isola d’Istria
Il grigiore della giornata di ieri a Isola è stato spezzato dalla vivacità dell’arancione, colore che contraddistingue l’Orange Wine Festival. A fare da sfondo alla tradizionale rassegna internazionale dei cosiddetti vini arancioni, ossia vini bianchi a lunga macerazione, sono stati piazza Manzioli e l’omonimo palazzo e la dirimpettaia chiesa di Santa Maria d’Alieto.
Quella che è diventata una delle vetrine enologiche più importanti a livello nazionale, che si è velocemente affermata anche all’estero, quest’anno ha coinvolto una settantina di viticoltori provenienti da Slovenia, Croazia, Italia, Austria, Repubblica Ceca, Serbia, Grecia e Georgia, dei quali il pubblico isolano ha potuto degustare oltre due centinaia di etichette. Il cuore della città è stato oltretutto invaso dagli inebrianti odori dei piatti preparati da una decina di ristoratori e produttori che hanno provveduto a offrire un abbinamento sopraffino.
La manifestazione, organizzata dall’Associazione “Vinadria” assieme a tutta una serie di partner, tra cui la locale CAN, è stata introdotta dalla coordinatrice culturale dell’ente minoritario, Agnese Babič. “L’Orange Wine Festival non è una semplice rassegna enologica, ma una scuola di pensiero che unisce la terra e l’uomo”, ha sottolineato nel suo intervento all’inaugurazione ufficiale la presidente della CAN, Vita Valenti, che si è detta lieta di poter nuovamente ospitare nella Casa degli Italiani a Isola un evento di tale calibro.
Matej Zaro, a nome degli organizzatori, ha evidenziato che la macro-regione alpino-adriatica, di cui fa parte anche Isola, si sta intensamente facendo strada tra i colossi della produzione enologica mondiale. A prendere la parola è stato anche il viticoltore Giorgio Clai di Crassiza, un nome importante nel settore vitivinicolo, nonché uno dei pionieri delle tecniche di produzione sostenibili e responsabili, che rispettano a pieno la natura. Dopo aver dedicato una vita alla produzione del vino ha deciso di andare in quiescenza e fare largo alle giovani generazioni. “Non abbiate paura di sporcarvi le mani, perché soltanto così riuscirete a fare un vino che sia legato al contempo al territorio e al vostro cuore, e che vi rappresenterà”, ha lanciato un appello ai numerosi giovani viticoltori presenti.
Come da tradizione, prima di dare il via alla tanto attesa degustazione, il parroco di Isola, don Janez Kobal ha impartito la benedizione dei vini, al che è seguito il taglio del nastro inaugurale.
Kris Dassena
Fonte: La Voce del Popolo – 29/04/2023