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July 16th, 2024
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éStoria 2024, l’ANVGD ha raccontato pagine di storia adriatica

Gli eventi proposti dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia alla XXa edizione di èStoria, Festival Internazionale della Storia che si svolge a Gorizia, hanno suscitato molto interesse ed hanno consentito a dirigenti e ricercatori dell’ANVGD assieme ad accademici e giornalisti di presentare pagine di storia della frontiera adriatica ad addetti ai lavori e ad un pubblico attento.

L’argomento che faceva da filo conduttore all’edizione 2024 erano le Date e quindi la prima iniziativa, coordinata da Maria Grazia Ziberna (Presidente ANVGD Gorizia) riguardava proprio la percezione al confine orientale italiano di date significative come l’8 settembre 1943, il 25 aprile 1945, il 2 giugno 1946 ed il 10 febbraio 1947. Quest’ultima data, nell’esposizione di Donatella Schürzel (ricercatrice e vicepresidente nazionale ANVGD), è stata vista come ricorrenza del Giorno del Ricordo, istituito 20 anni fa per recuperare pagine di storia patria rimosse poiché le foibe e l’esodo erano la dimostrazione di una sconfitta acclarata dalle condizioni del Trattato di Pace ma che la neonata Repubblica italiana voleva nascondere dietro al velo della vittoria nella Guerra di Liberazione. 8 settembre: la “morte della Patria” evocata da Ernesto Galli della Loggia ha avuto la sua rappresentazione più tragica proprio in Istria e Dalmazia, ove, come ha rilevato il responsabile della comunicazione dell’ANVGD Lorenzo Salimbeni, il collasso dello Stato italiano ha portato alla prima ondata di stragi nelle foibe ad opera dei partigiani comunisti jugoslavi. 25 aprile: la storiografia e la divulgazione sulla Liberazione presentano ancora molte lacune o addirittura ignorano le dinamiche della Venezia Giulia, ove un episodio come l’eccidio delle malghe di Porzus è ancora poco conosciuto, addirittura in ambito locale, come ha sperimentato nella sua esperienza di docente dell’Università di Udine Fulvio Salimbeni. 2 giugno: l’operatore culturale Diego Redivo ha evidenziato che nel momento fondativo della Repubblica italiana giuliani, fiumani e zaratini non hanno potuto partecipare né al referendum istituzionale né all’elezione dei propri rappresentanti all’Assemblea Costituente che avrebbe fatto anche da Parlamento.

Il 2025 rappresenta invece un anno che segnerà la storia della frontiera adriatica, nella misura in cui vedrà Nova Gorica in rappresentanza della Slovenia Capitale Europea della Cultura insieme a Gorizia, città dalla quale era divisa da un muro di mattoni e filo spinato meno imponente di quello di Berlino, ma ugualmente rappresentativo di una contrapposizione. L’ANVGD ha dedicato a questo evento un convegno i cui atti pubblicati da Walters Kluwer col titolo Da “santa” e “maledetta” a Capitale Europea della Cultura. Gorizia tra confini, autonomia e cooperazione transfrontaliera sono stati presentati a èStoria, con la sponsorizzazione di Grappa Ceschia, in un panel introdotto e moderato da Davide Rossi (docente dell’Università di Trieste), curatore dell’opera insieme all’avvocato Davide Lo Presti. Il manager del settore energetico Andrea Bolla ha evidenziato che tale opera non solo mette in evidenza pagine di storia europea poco note che si sono compiute sul travagliato territorio isontino, ma rappresenta un esempio di cooperazione e di superamento delle ostilità per un mondo in cui rinascono chiusure e conflittualità. Tale sinergia transfrontaliera è stata messa in risalto pure dal giornalista RAI Mauro Mazza: «La cultura unisce ciò che la politica divide. Dobbiamo prendere lo spunto da Gorizia e Nova Gorica per ricomporre ciò che la storia ha diviso». Il Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna ha riconosciuto che i suoi concittadini si erano abituati al confine che attraversava una piazza, alle guardie confinarie jugoslave pronte a sparare su chi cercava di scavalcare “il muro di Gorizia” ed al confronto quotidiano con una delle più giovani città d’Europa.

Proprio il primo cittadino del capoluogo isontino nonché componente dell’Esecutivo nazionale dell’ANVGD è stato al centro di un altro incontro dedicato a GO!2025, venendo intervistato da Massimo Mamoli (direttore del quotidiano L’Arena) ed Alessandro Zangrando (responsabile delle pagine culturali del Corriere del Veneto). L’indipendenza della Slovenia dalla Jugoslavia nel 1991, l’adesione di Lubiana all’Unione Europea nel 2004 ed i gesti distensivi e di riconoscimento delle reciproche sofferenze patite nel secolo dei totalitarismi e degli opposti nazionalismi compiuti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal suo omologo sloveno Borut Pahor (non a caso recentemente insigniti della Laurea Honoris Causa dall’Università degli Studi di Trieste) hanno aperto la strada a questa candidatura congiunta. Tanto più che nel frattempo sul territorio si è sviluppato un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale che è tra i più virtuosi d’Europa: «Gorizia e Nova Gorica vivono in simbiosi – ha evidenziato Ziberna – e ci stiamo adoperando affinché nel corso del 2025 non vengano rialzate le divisioni confinarie come durante il Covid. Abbiamo un’agenda fitta di eventi condivisi e nella loro quotidianità i cittadini dell’una e dell’altra parte dell’effimero confine attuale ormai si spostano, lavorano e vivono il tempo libero come se facessero parte di un unico tessuto urbano. È questa quotidianità transfrontaliera ad avere rappresentato la carta vincente della candidatura congiunta»

1953 invece è l’anno in cui la questione di Trieste lasciata irrisolta dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 visse i suoi momenti più tragici: I moti del ’53 è una lezione-spettacolo realizzata dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia insieme alla Lega Nazionale, diretta da Paolo Valerio e portata in scena al Verdi di Gorizia in maniera avvincente e commovente dagli storici Davide Rossi e Gianni Oliva assieme agli attori Maria Grazia Plos e Giacomo Faroldi, i quali hanno letto toccanti testimonianze delle giornate del 5-6 novembre 1953. Emozionanti i ricordi di Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale, che visse da ragazzino la mobilitazione con cui i triestini vollero ribadire la propria italianità, scontrandosi con le forze dell’ordine del Governo Militare Alleato che non si peritarono di sparare sulla folla provocando decine di feriti e 7 morti.

30.000 presenze hanno caratterizzato gli eventi di éStoria 2024, che è già proiettata alla prossima edizione che si svolgerà nella cornice di GO!2025 e sarà dedicata alle Città ed al loro ruolo nella storia, argomenti che l’ANVGD declinerà ancora una volta dalla prospettiva dell’italianità adriatica. [LS]

Fonte: Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – 31/05/2024