Regista: Alberto Negrin
Attori principali: Leo Gullotta: Don Bruno, Beppe Fiorello: Ettore, Antonia Liskova: Anja, Marcello Mazzarella: Walter, Cesare Bocci: Giorgio, Mia Benedetta: Marta, Dragan Bjelogrlic: Novak
Località: Istria Anno: 2005
Genere: Drammatico
Trama
Siamo in Istria nel 1944, quando ormai era caduto il governo fascista dell'Italia e le truppe e i corpi di polizia erano disorientati dalla situazione.In questa atmosfera, i partigiani di Tito marciano verso Trieste per conquistare terreno e prendere i territori italiani della Dalmazia e dell'Istria. Giunge qui Novak, uno di questi partigiani, per ritrovare il figlio Carlo, avuto da una donna italiana, Giulia, che aveva violentato anni prima. La donna nasconde allora il figlio nell'orfanotrofio di Don Bruno e preferisce morire per mano dello stesso Novak piuttosto che rivelare il nascondiglio del figlio. Segue poi una rincorsa dei partigiani alla caccia dei bambini dell'orfanotrofio che, guidati da Don Bruno, verso zone di confine più sicure e meno battute dai partigiani slavi.
Scheda tecnica
La miniserie "Il cuore nel pozzo" viene diretta da Alberto Negrin e prodotta da Angelo Rizzoli.
La colonna sonora è curata da Ennio Morricone.
Ci sono polemiche e discussioni per questa fiction che parla di foibe, ovvero di "quel capitolo di storia ancora controverso, a lungo dimenticato ed in buona parte oggetto di scontri ideologici. Anche il numero delle vittime gettate spesso vive nelle cavità naturali dell'altopiano del Carso, conosciuto come foibe, non è mai stato chiarito".
Nel cinema e in televisione, non si era mai parlato di foibe in un racconto di fiction, solo accenni in dibattiti, in trasmissioni fatte di rievocazioni storiche, di documentari d'epoca. E l'argomento è dichiaratamente tabù che solo a parlarne montano le polemiche, le discussioni, le critiche, prima ancora della sua presentazione in televisione.
"Il cuore nel pozzo" racconta una storia inventata che accade nel momento storico che comprende la fine della seconda guerra mondiale, quando i tedeschi lasciano la zona di occupazione italiana che era stata annessa al Reich e l'arrivo dei titini che dilagano fino a Trieste. Tutto questo viene vissuto come lo sfondo di una storia privata e personale, racconta attraverso gli occhi di un bambino che si è trovato lì e scrive su un diario quello che vede. Infatti i protagonisti di questo racconto sono proprio i bambini.