Fiume, una fucina di campioni
Un pozzo inesauribile di campionissimi che hanno fatto le fortune dello sport italiano prima e nell’immediato dopoguerra. Calciatori, pugili, tennisti, atleti… Sono numerosi – impossibile elencarli tutti – i fiumani che hanno contribuito ai successi azzurri, vincendo titoli olimpici, mondiali ed europei nonché ottenendo risultati di assoluto prestigio in altri appuntamenti a livello internazionale.
Nell’immaginario collettivo Ezio Loik è stato forse il miglior esponente del calcio fiumano [v. foto d’apertura, Ndr]. Mezzala di fatica, dotato di un fisico piuttosto tozzo e di un portamento non elegantissimo, era soprannominato “elefante”. Una delle colonne del Grande Torino, perì nella tragedia di Superga il 4 maggio 1949. Da Loik a Rodolfo Volk, detto “Sciabbolone”, lo spazio è breve. Era stato il primo grande bomber nella storia della Roma, con 103 gol in 157 partite di campionato. Il suo motto, come ricordano le cronache
dell’epoca, era “io non penso, tiro”. Altri due illustri esponenti del calcio fiumano erano stati i fratelli Varglien. Mario, detto Varglien I, trascorse 14 stagioni nella Juventus, vincendo cinque campionati (quelli del cosiddetto Quinquennio d’oro) e due Coppe Italia. Divenne anche campione del mondo, senza giocare, nel 1934 con l’Italia di Pozzo. Giovanni, detto Nini o Varglien II, giocò la sua partita d’esordio in Serie A nel primo campionato a girone unico, quello della stagione 1929-30. Affermatosi poi negli anni a venire, fu capace anche lui di vincere cinque scudetti consecutivi.
Non solo calcio, si diceva. Il boxeur Ulderico Sergo salì all’onore delle cronache nel 1936, quando conquistò la medaglia d’oro nei pesi gallo alle Olimpiadi di Berlino battendo lo statunitense Jackie Wilson ai punti.
Oggi il tennis italiano, dopo parecchi anni di delusione, sta vivendo un momento magico con due giocatori tra i primi dieci. In passato furono due atleti fiumani che impugnarono la racchetta. Gianni Cucelli era un giocatore di grande qualità e temperamento, un lottatore: i suoi successi sarebbero stati più numerosi senza il dramma della guerra. Vinse più volte il campionato italiano nel singolare e nel doppio, facendosi valere al Roland Garros, a Wimbledon e all’US Open (semifinalista nel 1949 con Marcello Del Bello). Si dice che Cucelli fosse uno dei primi, se non il primo, a indossare i pantaloncini corti. Chi invece vinse un titolo Slam è stato un altro grande esponente del tennis fiumano, Orlando Sirola, il quale nel 1959 trionfò a Parigi in coppia con Nicola Pietrangeli.
Chiudiamo questa breve carrellata con Abdon Pamich. Il marciatore, dopo il bronzo ai Giochi del 1960 a Roma, conquistò quattro anni più tardi a Tokyo l’oro nella 50 km. Di quella gara resta memorabile l’episodio che lo vide protagonista: a causa di un tè freddo, Pamich ebbe una crisi intestinale: “Per avere un minimo d’intimità c’era prevista una stazione al km 35, troppo lontano… Ho provveduto coperto da alcuni addetti del servizio d’ordine”, raccontò.
Alessandro Superina
Fonte: La Voce del Popolo – 25/11/2021