Gli ambasciatori del gusto
Il mese di ottobre sarà particolarmente importante per la Città di Abbazia, che ospiterà un evento di portata internazionale al quale aderiranno i più rinomati chef del bacino mediterraneo. Si tratta del “Mediterranean Cooking Congress”, ossia del congresso della cucina mediterranea, che verrà ospitato nella Perla del Quarnero dal 12 al 14 ottobre, periodo durante il quale un centinaio tra chef, cuochi e distributori di prodotti alimentari autoctoni cercheranno di dare contorni ancor più nitidi alla cucina mediterranea, che è un caleidoscopio di culture e tradizioni. Lo scorso anno il congresso si è tenuto a Napoli e la Croazia era rappresentata dallo chef Andrej Barbieri, il quale ha trasmesso in quell’occasione l’idea della Città e dell’Ente per il turismo abbaziano di ospitare l’evento. Sono iniziate così le trattative con l’azienda partenopea “By Tourist”, che opera nel settore del turismo marittimo e del turismo gastronomico.
Gli «ingredienti» nella cultura Per capire meglio la portata di questo evento, il suo significato e i suoi obiettivi, abbiamo parlato con Luisa Del Sorbo, Communication Manager e direttore editoriale dell’azienda napoletana, che abbiamo incontrato ad Abbazia in occasione dell’inaugurazione della mostra dell’Art collection Illy al tradizionale Festival abbaziano del caffè, la quale ha subito voluto puntualizzare che la scelta di Abbazia è stata determinata da alcuni fattori chiave, come l’ambiente, l’infrastruttura e la gentilezza, tre “ingredienti” fondamentali della cultura mediterranea. Luisa Del Sorbo è venuta ad Abbazia proprio per verificare di persona se la Perla del Quarnero soddisfa tutti i requisiti richiesti. L’abbiamo incontrata grazie al sindaco di Abbazia, Ivo Dujmić, il quale è particolarmente orgoglioso di come la Città sta “giocando” queste “partite” internazionali.
Le tipicità locali Bisogna premettere che questo evento è nato nel 2014 con l’obiettivo di rafforzare l’esportazione di tipicità italiane di qualità sul mercato estero, partendo proprio dalle nazioni del bacino mediterraneo. I veri protagonisti dell’evento sono quindi i produttori e gli chef, che diventano dei veri ambasciatori sia delle materie prime che dei prodotti finiti. L’Italia sarà rappresentata ad Abbazia da cuochi ambasciatori dei sapori italiani (4 emergenti e 6 recensiti dalle Guide Michelin, Espresso e Slow Food) e produttori italiani, i quali si confronteranno con chef stranieri e importatori-distributori stranieri. Il programma prevede una giornata congressuale di presentazione delle tipicità italiane (mattino) e delle tipicità croate (pomeriggio) e a seguire una cena con quattro chef, due italiani e due croati.
La Perla del Quarnero all’Expo15 “È la seconda edizione di questo evento che viene organizzato dalla By Tourist di Napoli – ci ha rivelato Luisa Del Sorbo –. Il Med Cooking Congress si articolerà in tre tappe. Il 29 maggio ci sarà la prima tappa a Napoli, dove il sindaco di Abbazia sarà invitato sia per presentare le peculiarità della città, sia i sapori e le tradizioni culinarie del territorio. Sarà anche il portavoce di questo gemellaggio, nato per abbinare quelle che sono le similitudini che ci sono tra i due territori in termini di bellezze ambientale e di tradizioni culinarie. Nei dettagli, a Napoli ci saranno dei momenti gastronomici di confronto tra gli chef, tra i quali non mancheranno certamente ‘stellati’ e ‘chiocciole’ slow food.
La manifestazione proseguirà poi a metà luglio con la presentazione all’Expo di Milano. In quell’occasione importante, insieme a noi sarà presente anche Abbazia, sempre per portare avanti il discorso di questo abbinamento ambiente-territorio-sapori. Arriviamo così alla tappa conclusiva, che si svolgerà a ottobre ad Abbazia, dove ci sarà innanzitutto un convegno di presentazione di tutto il programma. Vi prenderanno parte esperti di gastronomia anche in termini antropologici, fra cui Marino Niola, professore di Antropologia dei simboli, Antropologia delle arti e della performance, Miti e riti della gastronomia contemporanea presso l’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa. Naturalmente, non mancheranno gli chef stessi e qui stiamo parlando di ‘stellati’ come Paolo Gramaglia, del ristorante President di Pompei, Pietro D’Agostino de La Capinera di Taormina”.
Tutelare l’identità del territorio “Partendo dai produttori – ci ha detto ancora Luisa Del Sorbo parlando degli obiettivi dell’evento –, abbiamo capito che molto spesso, spostandosi per le varie nazioni del Mediterraneo, i prodotti tipici dei vari territori vengono preparati senza però avere la consapevolezza di quello che si sta cucinando. Noi italiani andiamo spesso all’estero e troviamo una pasta scotta, il tunisino mangia magari un cuscus cucinato male o un kebab che non è un kebab. Noi vogliamo, sì, incentivare l’import-export, ma allo stesso tempo anche tutelare l’identità di questi territori, per cui abbiamo coinvolto i produttori delle nazioni mediterranee assieme agli chef, che sono poi quelli che hanno il sapere culinario e che quindi possono spiegare il tutto. Loro saranno gli ambasciatori del gusto di queste nazioni del Mediterraneo e assieme ai produttori verranno in trasferta per poter spiegare agli altri chef in che modo preparare e tutelare il prodotto, preparandolo nel modo giusto nel rispetto delle tradizioni e trasmettendo le ricette di questi territori”.
Un menu del Mediterraneo “Ad Abbazia – ha proseguito – ci sarà quindi un momento di confronto congressuale durante il quale gli chef discuteranno su come incentivare questo import-export, non solo di prodotti ma anche di sapere, di competenze e conoscenze dei territori, creando poi una metodologia di lavoro che possa svilupparsi nel tempo. Ci saranno in seguito altri momenti nei quali i produttori si confronteranno nei workshop con dei B2B rivolti a importatori e distributori. Parliamo di produttori di tipicità locali, non di prodotti da vendita all’ingrosso, bensì di persone che producono verdure, ortaggi, pasta artigianale, bibite prettamente locali, grappe locali, quindi prodotti che rappresentino il territorio e che i produttori potranno presentare di persona, puntando soprattutto a far capire in che modo vanno assaggiati e nei casi specifici come vanno cucinati. Si arriverà quindi al momento finale delle cene in cui gli chef di diverse nazioni, dopo aver concluso il percorso teorico, lo metteranno in pratica ai fornelli, cucinando quei prodotti e creando un menu del Mediterraneo”.
Ivo Vidotto, «La Voce del Popolo», 14/03/15