Gli occhi di Lavinia
Gianclaudio de Angelini ha cominciato a pubblicare su Facebook come “post” le sue poesie, in italiano e in istrioto (il dialetto istroveneto parlato soprattutto a Rovigno e Dignano) e i suoi haiku. Ed ogni volta li leggevo ammirato. E questo, nel corso degli anni, versi dopo versi, mi ha fatto prendere sempre più coscienza del valore poetico di essi. Così, un bel giorno di non molto tempo fa, mi decido a chiedergli di raccogliere le sue poesie in italiano e in istrioto e i suoi haiku fulminanti per sondare io la possibilità di una silloge che antologicamente riunisse i tre filoni attraverso i quali si esprime.
Ed ecco qua il libro. Credo che come ne sono rimasto colpito io, lo sarete anche voi.
Una parola in più solo per l’istrioto. È un dialetto che l’esodo ha parecchio svuotato, con la sua gente che se n’è andata dai luoghi dove si parlava, e che con l’arrivo in quegli stessi luoghi di gente proveniente da varie parte della ex Jugoslavia (croati dell’interno, serbi, kosovari) nulla hanno a che fare con il passato e le tradizioni non solo linguistiche di queste zone.
Ecco, il valore della poesia di Gianclaudio de Angelini in istrioto sta anche, oltre che nella sua bellezza e musicalità, nell’essere una delle ultime testimonianze della sua esistenza. Ho chiesto per questo motivo all’autore di darci anche nel libro un breve saggio che ne sveli la storia, a futura memoria.
Diego Zandel (dalla Prefazione)
Gianclaudio de Angelini, Gli occhi di Lavinia [poesie], Oltre edizioni, Sestri Levante 2021, 100 pp.
Il volume è disponibile nelle librerie dal 25 giugno e può essere acquistato pure sul sito dell’editore:
http://www.librioltre.it/biblioteca/store/comersus_viewItem.asp?idProduct=3581