Gli scritti fiumani del legionario dannunziano Comisso
Le giornate del Natale di Sangue nel dicembre 1920 posero fine in maniera cruenta all’impresa fiumana di Gabriele d’Annunzio e dei suoi Legionari: tra i testimoni di questa pagina di storia della frontiera adriatica ci fu lo scrittore Giovanni Comisso (Treviso 1895-1969), prima da soldato e poi da volontario nell’esperienza della Reggenza italiana del Carnaro.
Italia ingrata. Scritti da Fiume raccoglie a cura di Alessandro Gnocchi per la prima volta gli scritti di Comisso nati nell’ambito dell’esperienza fiumana e presenta una larga messe di testi rari, mai usciti in volume e inediti, tra cui un’opera articolata in due sezioni, Poemi e Poemetti brevi, di cui si erano perse le tracce per quasi un secolo.
Sono scritti che hanno valore dal punto di vista storico, perché aiutano a comprendere lo spirito dell’impresa dannunziana. Patriottica ma non nazionalista, italiana ma consapevole e rispettosa delle antiche autonomie, libertaria e lungimirante sul tema dei diritti.
Questa produzione si può considerare “metafisica” nel segno di Giorgio de Chirico (un’influenza decisiva ma sottovalutata) e riveste un’importanza cruciale anche dal punto di vista filologico. Consente infatti di entrare nella “officina” di Comisso e comprendere le ragioni dello stile e gli obiettivi dello scrittore.
Domina il frammento lirico, continuamente rielaborato e pronto a transitare in opere diverse. Il narratore Comisso, con le sue improvvise illuminazioni, nasce qui.