I comunisti istriani dissero «I titini peggio dei fascisti»
L’editore Ronzani prosegue nella sua meritoria opera di recupero e divulgazione della letteratura italiana autoctona dell’Adriatico orientale.
Dopo una trilogia dedicata a Nelida Milani e alle sue prospettive sulla vita dei “rimasti” nella Jugoslavia comunista, è la volta del poeta rovignese Ligio Zanini, la cui autobiografia Martin Muma si sofferma ampiamente sulle condizioni disumane in cui finirono nel gulag di Goli Otok (l’Isola Calva) i comunisti “cominformisti”, coloro i quali cioè riconoscevano l’autorità suprema del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e del Cominform (organismo di coordinamento tra i partiti comunisti) anche dopo la rottura Tito/Stalin dell’estate 1948.